Le contraddizioni del M5S Lazio nella lotta contro i vaccini obbligatori

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-02-10

Il MoVimento Cinque Stelle del Lazio vuole raggiungere tramite la prevenzione l’obiettivo “malattia zero” ma curiosamente sostiene anche la battaglia contro le vaccinazioni obbligatorie. Il motivo però è abbastanza semplice, ed è puramente elettorale.

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Il MoVimento 5 Stelle è contro le vaccinazioni obbligatorie. Dopo le ridicole motivazioni addotte dai consiglieri regionali dell’Emilia Romagna che avevano votato contro la legge che rendeva obbligatorie le vaccinazioni pediatriche per l’accesso alla scuola dell’infanzia e l’opposizione dei Cinque Stelle in Regione Toscana per un provvedimento analogo tocca ora ai consiglieri portavoce del Lazio a opporsi all’ipotesi di un ritorno delle vaccinazioni obbligatorie. La Giunta guidata dal Presidente Nicola Zingaretti ha infatti presentato una proposta di legge (Proposta di legge regionale n. 361 del 16/01/2017) che prevede la reintroduzione delle vaccinazioni contro tetano, difterite, poliomielite e Epatite B per i bambini che verranno iscritti all’asilo.
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Il dilemma del Cinque Stelle: contro i vaccini ma verso l’obiettivo “malattia zero”

La proposta di legge deve ancora arrivare in Commissione politiche sociali e Salute ma il Cinque Stelle, unitamente ai consiglieri de La Destra di Storace hanno già annunciato battaglia a suon di diffide e ostruzionismo presentando 185 emendamenti (più 51 sub emendamenti). Il provvedimento si rende necessario perché – spiega l’assessora regionale alle Politiche sociali Rita Visini – «Oggi la copertura delle quattro vaccinazioni obbligatorie è al 95,2 per cento, appena sopra il limite di sicurezza del 95 per cento fissato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Non possiamo permetterci di scendere sotto la quota: rischiamo addirittura il ritorno di malattie gravissime e scomparse da decenni come la polio e la difterite». Insomma per evitare un doloroso (e costoso, per le casse della sanità pubblica) ritorno al passato è necessario ripristinare i controlli sulle vaccinazioni in modo da garantire una copertura vaccinale ottimale. Vale la pena di ricordare che in realtà l’obbligatorietà delle vaccinazioni pediatriche esiste ancora tutt’oggi (ce ne sono alcune che sono inoltre fortemente raccomandate) e che solo una regione italiana – il Veneto – ha abolito completamente l’obbligo vaccinale (con risultati assai sconfortanti per quanto riguarda la copertura vaccinale).

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Dal Libro Bianco della Sanità a Cinque Stelle per la Regione Lazio (fonte: Facebook.com/ProgettoSanità5Stelle)

La cosa interessante è che nel “Libro bianco della Sanità” che i Cinque Stelle stanno collettivamente elaborando in rete al secondo punto c’è l’obiettivo “malattia zero” che a quanto pare si fonda su un principio importante: la prevenzione. Ora non ci vuole poi molto a capire che i vaccini sono una forma di prevenzione che contribuisce a raggiungere l’obiettivo di azzerare le malattie (qualsiasi cosa voglia dire). Ma se i Cinque Stelle sono per la prevenzione perché si oppongono alle vaccinazioni obbligatorie? Il motivo non è ovviamente scientifico ma puramente di convenienza elettorale e politica. Su questo argomento infatti il Cinque Stelle sembra essere disposto a prestare ascolto a comitati ed associazioni di genitori che – come abbiamo già avuto modo di ribadire – non hanno un’opinione scientificamente formata sulla questione. E su argomenti di carattere scientifico sanitario non vale la regola dell’uno vale uno ma la regola di chi ha sufficienti evidenze scientifiche per sostenere una posizione. Gli antivaccinisti e i genitori preoccupati non hanno una sola prova scientifica a loro favore. C’è invece della – in alcuni casi perfettamente legittima – preoccupazione sulla sicurezza dei vaccini, sicurezza che però è stata ribadita più e più volte. Ma al MoVimento fa evidentemente comodo cavalcare l’onda complottista/populista, l’importante però è sia chiaro che non solo lo fa contro gli interessi della salute pubblica ma anche contro i suoi stessi propositi. Come si arriva all’obiettivo “malattia zero” se si toglie uno strumento di prevenzione? Questo non è evidentemente molto chiaro.

La diffida del Codacons contro le vaccinazioni obbligatorie

Non poteva mancare l’intervento del Codacons sul tema. L’associazione presieduta da Carlo Rienzi  nei giorni scorsi aveva attaccato la ministra Lorenzin che si era opposta alla proiezione al Parlamento Europeo del film “Vaxxed” del ciarlatano Wakefield, ovvero l’uomo che ha inventato la bufala della correlazione tra vaccini e autismo, parlando di caccia alle streghe. Ieri l’associazione a difesa dei consumatori con un comunicato stampa annunciava di aver inviato una formale diffida alla Regione Lazio chiedendo di interrompere con effetto immediato l’iter per l’approvazione della legge regionale sulla vaccinazione. Il Codacons da tempo infatti ha sposato la battaglia contro il vaccino esavalente (antidifterite,  antitetanica,  antipoliomelite,  antiepatite virale B, anti pertosse e anti Haemophilus influenzale di tipo B) e critica l’introduzione delle quattro vaccinazioni perché – non esistendo un tetravalente – le famiglie sarebbero costrette a fare anche “due vaccini facoltativi e non previsti da alcuna norma”. Il Codacons annuncia anche – qualora il Presidente Zingaretti non dovesse recedere dalle sue posizioni una denuncia in Procura e all’Anac, per i danni economici e morali arrecati alla collettività. Rispetto ai danni economici però il Codacons dimentica che con l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza (LEA) i vaccini – in quanto forma di prevenzione – sono gratis per tutti e senza ticket. Inoltre la Conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera all’introduzione a livello nazionale del ritorno dell’obbligatorietà delle vaccinazioni pediatriche per l’ingresso a scuola.
 

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