Le conseguenze della marijuana di Stato

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-08-19

Cosa potrebbe succedere se la marijuana diventasse legale? Secondo un modello statistico aumenterebbero i consumatori (specie tra i giovani) e i prezzi al consumo dal momento che il prodotto verrebbe tassato. Il governo ci guadagnerebbe di più ma…

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Cosa potrebbe succedere se la marijuana diventasse legale? La legge in discussione alla Camera non ha alcuna speranza di poter essere approvata, però noi italiani non siamo gli unici ad interrogarci sulle conseguenze della legalizzazione della cannabis. Non stiamo parlando della liberalizzazione del commercio della marijuana e dei suoi derivati a fini terapeutici ma del semplice – e più comune – uso a scopo ricreativo. Attualmente ci sono alcuni stati (in Europa e negli USA) dove consumare e acquistare erba è legale; il vantaggio, dice chi sostiene che la marijuana debba diventare legale, è che lo Stato ci guadagna.

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Il confronto tra consumo cannabis e altre droghe (Rapporto sulle droghe in Europa, 2016)

Come legalizzare la marijuana senza fare un favore alla criminalità organizzata

Un altro argomento considerato forte a favore della legalizzazione è che in questo modo si toglierebbe mercato alle mafie e alla criminalità organizzata, ovvero ai principali fornitori della sostanza. Il problema di tutte queste affermazioni (e ovviamente di quelle opposte) è che raramente sono basate su dati reali. Ad esempio, per quanto riguarda l’effettiva capacità di far diminuire il traffico illegale di marijuana la limitata (geograficamente e temporalmente) esperienza statunitense sembra indicare che un effetto così clamoroso non ci sia ancora. Uno studio, basato su un modello statistico dal titolo “Marijuana on Main Street? Estimating Demand in Markets with Limited Access” cerca di indagare cosa potrebbe accadere se – in Australia – venisse liberalizzata la vendita della cannabis. Le domande principali che le due autrici del paper – Liana Jacobi e Michelle Sovinsky – si sono poste sono tre: di quanto aumenterebbe la diffusione e l’uso della sostanza se venisse legalizzata? La legalizzazione consentirebbe ai giovani di avere un accesso più facile all’uso di marijuana? Ed infine, in che modo l’imposizione di una tassa sul prodotto può farne diminuire l’uso (e con quali conseguenze)? Di fatto, spiegano le due ricercatrici, la legalizzazione significa un accesso più facile perché la marijuana diventerebbe disponibile sul mercato al pare di alcool e sigarette. Fermo restando che le legislazioni attuali vietano il consumo di marijuana a soggetti non maggiorenni rimane difficile – come succede per alcool e tabacco – controllare che la vendita venga limitata alle categorie cui è consentito. Inoltre, proseguono, la rimozione dello stigma sociale associata al consumo, associata al fatto che l’utilizzatore non corre più il rischio di essere perseguito penalmente, può contribuire a diffondere l’uso della cannabis anche tra soggetti che in precedenza non ne facevano uso perché era illegale. Dall’altra parte della barricata, ovvero per quanto riguarda gli spacciatori, cambierebbe poco, perché quel tipo di vendita continuerebbe a rimanere un reato. Di fatto quindi mentre da un lato (quello legale) potrebbero esserci degli “incentivi” al consumo legati al minor rischio connesso all’uso sul versante della criminalità le cose rimarrebbero invariate.

In other words, decriminalization does not impact the costs (broadly defined to include the risk of criminal prosecution) faced by dealers, while legalization eliminates the risk of arrest leading to lower costs.

La marijuana venduta illegalmente potrebbe inoltre continuare a rimanere appetibile anche in caso di liberalizzazione della vendita, essenzialmente a causa del fattore legato alle tasse che gli stati applicheranno sul prodotto. La tassazione della sostanza stupefacente avrebbe un duplice scopo, scoraggiarne l’uso alzandone sensibilmente il prezzo, e soprattutto consentire allo stato di guadagnare dai proventi della vendita (così come succede per alcolici e sigarette). Riguardo il primo aspetto però Jacobi e Sovinsky sono drastiche: aumentare il prezzo della marijuana per scoraggiare i giovani dall’acquisto non è un’opzione praticabile:

we find that the average price per gram would have to be $158, about four times the current level, in order to experience no rise in use among underage users in a post-legalized world. Increasing prices by four-fold is not feasible given that we would expect most users to resort to the black market

L'ammontare dei sequestri di cannabis e derivati in Europa (Rapporto sulle droghe in Europa, 2016)
L’ammontare dei sequestri di cannabis e derivati in Europa (Rapporto sulle droghe in Europa, 2016)

Prezzi quadruplicati e tassazione al 25%

Al fine di mantenere un prezzo equilibrato e consentire al tempo stesso di non spostare la domanda sul mercato illegale il modello elaborato da Jacobi e Sovinsky propone di imporre una tassazione del 25% sul prodotto, il che si tradurrebbe per quanto riguarda il caso australiano in circa un miliardo di dollari di maggiori introiti per lo stato. I dati disponibili a livello europeo, pubblicati nell’annuale Relazione europea sulla droga a cura dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze indicano che i prodotti a base di cannabis hanno un valore al dettaglio stimato di 9,3 miliardi di euro (all’interno di un intervallo di 8,4-12,9 miliardi) e sono responsabili di circa il 38 % del totale. Il commercio della cannabis rappresenta la quota più ampia del mercato delle sostanze illecite in Europa. Quindi probabilmente una liberalizzazione potrebbe danneggiare la criminalità organizzata, anche se c’è qualche dubbio che il mercato legale riesca a produrre marijuana in quantità tali (e con prezzi competitivi) da poter soppiantare subito il mercato nero. I consumatori di marijuana quindi devono tenere presente che la legalizzazione comporterà con ogni probabilità un sensibile aumento dei prezzi ed in ogni caso bisogna accettare il fatto che con la legalizzazione aumenterà anche il numero di consumatori. Lo studio non tocca invece un aspetto utilizzato da coloro che non vogliono la liberalizzazione della cannabis, ovvero quello legato ai rischi per la salute. Anche se non ci sono dati scientifici conclusivi alcuni studi hanno evidenziato l’esistenza di un maggior rischio per la salute legato al consumo di cannabis, soprattutto in certe fasce d’età. I più a rischio sono gli adolescenti, ovvero coloro che anche legalmente non potrebbero fumare erba, ma secondo il modello elaborato dalle due ricercatrici con la legalizzazione il numero di giovani consumatori aumenterebbe del 38%, il che potrebbe rappresentare un ostacolo nel momento di dover scegliere se tutelare la salute dei cittadini o equiparare la marijuana a sostanze egualmente (se non di più) dannose come bevande alcoliche e sigarette. Inoltre per quanto riguarda noi cittadini dell’Unione Europa, vista possibilità per i cittadini di circolare liberamente, un’eventuale decisione di liberalizzare la marijuana dovrebbe forse essere presa a livello europeo. Ma naturalmente qui il percorso legislativo diventa ancora più intricato.

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