Le cimici asiatiche arrivano a Roma

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-10-23

Una serie di segnalazioni dal quartiere Prati per le cimici asiatiche che hanno già invaso il Nord Italia. Distruggendo raccolti e danneggiando le colture. I residenti scrivono al Comune e all’AMA. Ma per ora nessuno si muove

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Le prime segnalazioni sono arrivate a Prati, dove i residenti parlano di «interi appartamenti infestati da questi insetti». Da via Candia a via Germanico, le cimici si attaccano alle grate delle finestre e non è raro vedere alcuni esemplari morti su terrazze e marciapiedi. Le cimici asiatiche (Halyomorpha halys), che da cinque anni hanno invaso il Nord Italia, sono arrivate fino a Roma.

Le cimici asiatiche arrivano a Roma

Il Corriere della Sera Roma racconta che le «cimici marmorate asiatiche» sono lunghe fra i 12 e i 17 millimetri ed è abbastanza facile riconoscerle perché sono di colore grigio e marrone; l’insetto sverna come adulto in edifici o in cassette e anfratti riparati per poi raggiungere in primavera le piante per deporre le uova. I residenti di Prati lamentano di aver scritto al Comune per chiedere una disinfestazione immediata. Senza risultato. «L’Ama ha risposto il 6 ottobre affermando che la problematica non è di sua competenza, mentre l’ufficio Gestione specie sinantropiche del Comune ha risposto l’11 ottobre che la questione sarebbe stata esaminata ma occorreva un mese per un riscontro».
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I cittadini hanno contattato anche «il Dipartimento Ambiente che non ha risposto». Infine, «il Servizio Giardini ha inviato dei tecnici per un sopralluogo senza programmare la disinfestazione: aspettiamo che il problema diventi endemico?». Le cimici d’acqua della Thailandia sono tra gli insetti che arriveranno sulle nostre tavole nel 2018. Ma queste non c’entrano niente.

L’invasione del Nord Italia

Lunga fra i 12 e i 17 millimetri, colori fra il grigio e il marrone, la cimice asiatica in poco tempo è diventata il peggior nemico della frutticoltura italiana. La prima apparizione in Emilia cinque anni fa, poi l’H. halys è stata trovata in Piemonte e Lombardia nel 2013, in Friuli, Veneto, Liguria e Toscana nel 2014 e nel 2015 nel Trentino e nelle Marche. Francesco Vincenzi, grande coltivatore di pere nel mirandolese, ha spiegato a Repubblica: «Correva l’anno 2012 e non capimmo subito che stava arrivando un vero disastro. Queste nuove cimici attaccano tutto. Le elimini, se ci riesci, dal pero e volano sul melo. Le cacci ancora e te le trovi sulla vite, sull’albicocco e poi ancora sul pero. E in autunno ti arrivano in casa. Le prime le hanno viste accanto all’Autosole, a Campogalliano, uscite forse da un container partito dall’Asia. Poi sono volate qui, nella Bassa. Quest’anno mi è andata abbastanza bene, ho perso il 10-15% delle pere. Ma altre aziende sono state quasi distrutte».

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Il ciclo di vita della cimice asiatica (immagine da eHabitat.it)

Secondo il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura) nel 2016 in Italia è stato perso oltre il 40% di pere e kiwi, con danni pesanti anche a mele, pesche, uva, pomodoro, noci, nocciole, mais, soia. “Sono circa 300 – dice Lorenzo Bazzana, responsabile economico della Coldiretti – le colture che possono essere colpite. Questo insetto ha un apparato boccale pungente e succhiante e con la saliva provoca necrosi e deformazione nei frutti. In ogni fase di vita, dalle uova alla maturità, riesce comunque a fare danni. L’invasione è stata ed è veloce e altrettanto pronta deve essere la reazione, con fondi per la ricerca e per strumenti di difesa passiva”.

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