Le province italiane in cui si trova più lavoro

Categorie: Economia, FAQ

Bene la Lombardia, il Veneto e anche le grandi città del Sud. Torino e Genova restano indietro, a Roma record di occupati

La Stampa pubblica oggi un’elaborazione su dati Istat in cui si mettono a confronto le province italiane per crescita di posti di lavoro: nell’Italia in cui crescono Pil e occupati, nel 2017 meno della metà delle province italiane ha visto crescere i posti di lavoro: appena 52 su 107 presentano il segno più, 18 sono praticamente ferme, le 5 sarde dopo il riordino non sono classificabili, mentre le altre 32 arretrano. Non solo, ma di queste 52 appena 22 riescono migliorano rispetto al 2008. Tutte le altre restano invece ben lontane dai livelli pre-crisi. Spiega il quotidiano che Roma è l’area in assoluto più resiliente e tutte le città più turistiche vanno molto meglio di quelle dove domina l’industria, mentre anche le grandi città del Sud (dove pure la disoccupazione resta a livelli altissimi) si stanno un po’ risollevando, ma il Veneto non è ancora per intero quell’isola felice che si credeva e la Liguria è l’unica regione del Nord ancora in affanno.



Il lavoro nelle province italiane (La Stampa)

In termini assoluti, rispetto al 2008, dunque chi ha superato la crisi e chi resta ancora indietro? A recuperare, secondo le nostre elaborazioni, sono solo 6 regioni su 20 (nell’ordine Lazio, Trentino, Lombardia, Toscana, Emilia Romagna e per una frazione di punto la Campania). In 14 presentano ancora un dato negativo, con punte comprese tra -7 e -8% in Calabria, Sicilia, Molise e Sardegna. In valori assoluti il Lazio può contare su ben 193 mila occupati in più rispetto a 10 anni fa (2 milioni e 378 mila contro 2 milioni 185 mila), la Lombardia su 125 mila in più, il Trentino 31 mila e l’Emilia Romagna (dove però arrancano Ferrara e Ravenna) 24 mila in più.

Giovani e lavoro: le richieste (Corriere della Sera, 14 gennaio 2018)

La Sicilia è invece ancora sotto di ben 112 mila occupati, la Puglia di 80 mila, la Calabria di 48 mila, il Piemonte di 42 mila e la Sardegna di 40 mila. Il boom del Lazio è essenzialmente legato alla forte crescita di Roma (+189 mila posti rispetto al 2008, +11,5%) e alla crescita di Latina (+15 mila occupati, che corrisponde ad un incremento del 7,6%). A seguire la somma tra le province di Milano e Monza Brianza che nel 2008 erano un tutt’uno con +93 mila. Quindi Caserta +23 mila, Firenze +21 mila, Bologna, Bolzano e Venezia con +20 mila. La provincia più in ritardo sul 2008 è quella di Palermo (36 mila posti in meno rispetto al picco pre-crisi), seguita da Lecce e Cosenza (-23 mila), Messina, Trapani, Reggio Calabria e quindi da un terzetto di città tradizionalmente industriali del Nord: Genova, Torino e Padova.



E la qualità del lavoro? Nel 2017 ben 9 assunzioni su 10 hanno riguardato contratti a termine.