L’assegno unico per i figli a carico del governo M5S-PD

Categorie: Economia, FAQ

Ma i costi della misura, così com'è, sono altissimi per un governo che deve ancora trovare i soldi per non far scattare le clausole di salvaguardia dell'IVA

L’assegno unico per le famiglie è una delle misure inserite nel programma di governo M5S-PD. La proposta mira a riassorbire tutti gli strumenti che oggi esistono a sostegno delle famiglie con figli. A partire dagli assegni familiari, ad esempio, che spesso si trasformano in una piccola detrazione in busta paga. Per trovare le risorse necessarie verrebbero riassorbiti tutti gli strumenti, deboli e parziali, che oggi esistono a sostegno delle famiglie con figli.  Spiega oggi Lorenzo Salvia sul Corriere della Sera che per far andare a regime l’assegno unico servirebbero poco più di 3 miliardi aggiuntivi ogni anno per i prossimi tre anni.



Troppi, almeno nell’immediato con quei 28 miliardi da trovare per i due «atti dovuti», lo stop all’Iva e il taglio del cuneo fiscale. La proposta, però, èfinita sul tavolo non solo del ministro per la Famiglia, Elena Bonetti, ma anche del suo collega all’Economia, Roberto Gualtieri. Ed è piaciuta. Da qui l’idea di inserire un primo pezzetto dell’assegno unico nella manovra, in modo da farlo partire nel 2020.

L’evoluzione demografica in Italia (Corriere della Sera, 12 settembre 2019)

L’ipotesi allo studio è cominciare da chi è senza lavoro o dagli incapienti, quelli che dichiarano meno 8mila euro l’anno. E non è un caso che nel programma di governo, nella parte in cui si parla dell’assegno unico, si promette «particolare attenzione alle famiglie numerose e prive di adeguate risorse economiche». Sempre che si trovino i fondi necessari.



Sull’assegno unico c’è già un progetto ben definito del Pd. È il disegno di legge presentato all’inizio della legislatura Camera da Stefano Lepri, ex assessore ai Servizi sociali del Comune di Torino, e poi firmato da quasi tutto il gruppo della Camera. In sintesi prevede che per ogni figlio a carico, cioè che non abbia un proprio reddito, venga riconosciuto un assegno unico di massimo 240 euro fino a quando compie 18 anni. Importo che poi scende a un massimo di 80 euro tra i 18 e i 26 anni. Ma i costi della misura, così com’è, sono altissimi per un governo che deve ancora trovare i soldi per non far scattare le clausole di salvaguardia dell’IVA.