L'addio (sbagliato) di Pizzarotti al M5S

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-10-01

Secondo alcune voci il sindaco di Parma sarebbe pronto ad annunciare l’addio al MoVimento 5 Stelle e a sciogliere la riserva su una sua prossima ricandidatura a Parma. Un errore tattico e politico. Vediamo perché

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Federico Pizzarotti sarebbe pronto a dire addio al MoVimento 5 Stelle. Il sindaco di Parma, scrive oggi Annalisa Cuzzocrea su Repubblica e conferma l’agenzia di stampa ANSA, sospeso da quasi quattro mesi dal M5S in attesa di valutazione da parte del garante Beppe Grillo, avrebbe deciso di convocare una conferenza stampa per l’inizio della prossima settimana: salvo ripensamenti dell’ultimo minuto, la decisione dovrebbe riguardare lui ma anche gran parte dei consiglieri comunali a partire dal capogruppo Marco Bosi: in molti si erano autosospesi nei mesi scorsi in polemica con le (non) decisioni di Grillo. Un dettaglio importante: non è escluso che nello stesso appuntamento Pizzarotti sciolga anche la riserva sulla sua ricandidatura alla carica di primo cittadino di Parma. La città emiliana andrà al voto per l’elezione di sindaco e consiglio comunale proprio nel 2017.

L’addio (sbagliato) di Pizzarotti al M5S

L’addio di Pizzarotti però rappresenterebbe un errore politico da parte del sindaco di Parma. Uscendo dal M5S Pizzarotti aiuterebbe di fatto il leader del M5S che finora non ha ancora preso decisioni nei suoi confronti a causa di una serie di problemi legali sorti nelle aule del tribunale con gli attivisti romani e napoletani. Dando ragione ai fuoriusciti e riammettendoli di fatto nel MoVimento il giudice ha infatti messo a nudo tutta una serie di problematiche che riguardano la democrazia interna e che potrebbero giocoforza riammettere nel gioco anche Pizzarotti in caso di espulsione: per questo la “sentenza” di Beppe non è ancora arrivata. Uscendo dal M5S Pizzarotti molto probabilmente sta lavorando per la sua prossima ricandidatura, visto che rischia, in caso contrario e anche in assenza di una sentenza, di trascinarsi fino alla data delle elezioni senza avere la certezza che Grillo gli conceda la certificazione della lista. Pizzarotti invece a questo punto lancerà un suo movimento con cui ricandidarsi alla guida della città, trovandosi probabilmente in concorrenza con i grillini che avranno un altro candidato. D’altro canto già oggi a Parma un fuoriuscito dalla maggioranza critico nei confronti di Pizzarotti continua a fregiarsi del simbolo del M5S, perché Beppe non lo ha mai espulso: un chiaro sintomo delle intenzioni del leader di ricostruire il M5S senza il Pizza.

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Quando Di Maio voleva bene a Pizzarotti

Pizzarotti ritiene di giocarsi così al meglio le sue carte per la rielezione a Parma. È possibile che sia così, anche se dovrà fare i conti con un’emorragia di voti importante al primo turno e senza questi voti rischia di non arrivare al ballottaggio. Spera, forse, che poi i voti dei grillini tornino a confluire al ballottaggio, ma sarà difficile se decide di andarsene sbattendo la porta, visto che gli attivisti vedranno in lui un nemico di Beppe. Rimanendo dentro, e con la possibilità di farsi giudicare anche con le nuove regole (se vuole, visto che la formula utilizzata nel voto per il nuovo Statuto prevede la possibilità) ma anche con le vecchie Pizzarotti avrebbe potuto o “farsi cacciare”, senza risultare quindi quello che se ne va sbattendo la porta, o riuscire a rimediare un “perdono” che sarebbe certo umiliante come cittadino ma avrebbe costituito un argomento in più per farsi certificare la lista nel 2017. Con questa decisione Pizzarotti “abbandona il mondo alle discussioni” e rinuncia per sempre a contendere su base nazionale la leadership a Di Maio. Un’altra buona notizia per i grillini.

Leggi sull’argomento: Chi controlla davvero il M5S?

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