La vera storia delle file ai CAF per il reddito di cittadinanza

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-03-09

Non è una fake news, alcune persone sono andate davvero ai CAF a chiedere come ottenere il reddito di cittadinanza ma non c’è stato alcun assalto. Qualcuno credeva fosse già disponibile, altri lo hanno confuso con il REI, il reddito di inclusione. Per il MoVimento 5 Stelle invece è una bufala, architettata ovviamente dal Partito Democratico

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Ieri la Gazzetta del Mezzogiorno ha dato la notizia che in alcuni CAF pugliesi molti cittadini si erano recati agli sportelli per chiedere informazioni su come avere accesso al reddito di cittadinanza. È una fake news? Una bufala? Il MoVimento 5 Stelle pugliese ritiene di sì ed ha pubblicato sul Blog delle Stelle una “smentita” dove racconta che in seguito ad un sopralluogo non solo non hanno trovato file ma addirittura i corridoi dei CAF erano vuoti. Secondo il M5S quindi nessuno è andato ai CAF a chiedere informazioni sul reddito di cittadinanza perché quando sono andati a verificare – dopo che è uscita la notizia – non hanno trovato nessuno.

Quelli che dicono che si tratta di una fake news

Insomma secondo il MoVimento 5 Stelle la storia delle file ai CAF sarebbe una bufala. Ad esempio a Porta Futuro di Bari si sono sentiti rispondere da alcuni addetti non meglio identificati che “in realtà noi non abbiamo visto quasi nessuno, questa notizia ha lasciato di stucco anche noi”. A differenza della Gazzetta del Mezzogiorno che invece ha fatto nomi e cognomi degli impiegati dei CAF. Ad esempio a Giovinazzo, comune di 20mila abitanti in provincia di Bari, Valeria Andriano, referente locale della Uil si è detta “sorpresa” dal fatto che dopo la tornata elettorale diversi utenti, molto giovani, con un titolo di studio medio “che fanno fatica a mettere assieme il pranzo con la cena” si siano presentati allo sportello.

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In un’intervista a Radio Capital la Andriano riferisce che al suo CAF si sono presentate “poco meno di una cinquantina di persone“. Non certo un assalto ma per un piccolo comune come Giovinazzo 50 persone non sono certo un numero trascurabile.

La Gazzetta del Mezzogiorno fa anche il nome di Francesco Lacarra, il responsabile di Porta Futuro, il centro per l’impiego di Bari, che ha raccontato che “sono una cinquantina le persone che tra ieri e oggi hanno chiesto i moduli per ottenere il reddito di cittadinanza, si tratta soprattutto di giovani”. Per dimostrare che invece la notizia “è una bufala” i 5 Stelle linkano il chiarimento “Porta Futuro” il centro per l’impiego di Bari sottolineando che Lacarra è “il fratello del neoeletto deputato renziano MARCO LACARRA (PD)”

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Dovrebbe essere una smentita della notizia, ma in realtà è una conferma. La notizia non è “l’assalto”, quella è un’esagerazione giornalistica come se ne sono viste parecchie (anche sul Blog delle Stelle). La notizia è “diverse persone sono andate al CAF a chiedere il reddito di cittadinanza“. Se quindi ci chiediamo se la notizia è vera o falsa la risposta è che è vera. Non è quindi né una bufala né una fake news. Ora che hanno vinto i 5 Stelle sembra scontato per alcuni che prima o poi la misura di sostegno al reddito diventi realtà. I cittadini vanno al CAF per chiedere del reddito di cittadinanza così come fino a ieri sono andati a chiedere del Reddito d’Inclusione (REI) o del Reddito di Dignità pugliese (RED).

La vera fake news? Il reddito di cittadinanza

Non sorprende quindi che ci siano persone, magari ingenue – come le definisce la responsabile pugliese – che credono che il giorno dopo le elezioni le promesse elettorali diventino realtà. Alcune di loro hanno confuso il reddito di cittadinanza con il reddito d’inclusione ed è stato loro spiegato come fare ad ottenerlo. Del resto se per mesi i politici vanno in giro a raccontare che “dal 4 marzo cambia tutto” è plausibile pensare che ci sia chi ingenuamente pensa che accada davvero il giorno dopo le elezioni. Siamo pur sempre il Paese dove per anni i politici del MoVimento 5 Stelle hanno raccontato la panzana del “governo non eletto dal popolo” e da giorni il M5S va raccontando di aver vinto le elezioni, di essere il primo partito in tutto il Paese.

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È a queste persone che il M5S dovrebbe spiegare quando e se arriverà il reddito di cittadinanza, invece che preoccuparsi di andare a caccia di fake news o bufale nei titoli dei giornali. Tanto più che di situazioni simili a quella pugliese se ne sono registrate anche altrove. A Palermo, dove Totò Barone ha detto che «sono venute 60 persone in due giorni per fare il reddito di cittadinanza». A Potenza dove Antonio Deoregi, della segreteria regionale Uil, ha confermato che «anche in Basilicata stiamo ricevendo queste richieste presso i nostri uffici da parte di cittadini che chiedono come funziona il reddito di cittadinanza». Casi isolati, probabilmente, ma si tratta in ogni caso di persone in difficoltà che in buona fede magari hanno creduto alle notizie (quelle sì bufale) sull’esistenza di moduli per fare richiesta del Reddito di cittadinanza che circolano sui social. Il M5S pugliese potrebbe, ad esempio, spiegare che per il reddito di cittadinanza “ci vorranno anni” come ha detto Luigi Di Maio qualche giorno fa a Porta a Porta.

Quelli che ancora aspettano il rimborso IMU di Berlusconi

C’è da stupirsi che qualcuno ci creda? No. È vero: alcuni giornali – non la fonte primaria – hanno esagerato la notizia parlando di “lunghe file” e “assalti agli sportelli”. Ma questo non rende la notizia una fake news. Così come dire che la misura del M5S è il “reddito di cittadinanza” non lo rende tale, visto che lo universal basic income è cosa ben diversa dal sussidio di disoccupazione proposto dal MoVimento 5 Stelle. E volendo fare le cose per bene si potrebbe anche parlare delle coperture finanziare e del fatto che per il MoVimento basterebbero 15-17 miliardi di euro quando tutti i calcoli fatti fin’ora parlano di almeno 29-30 miliardi.

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Nel 2013, qualcuno forse lo ricorderà, Berlusconi fece recapitare un messaggio elettorale per la restituzione dell’IMU. Si trattava di un finto avviso fiscale che spiegava come ottenere il rimborso della tassa sulla prima casa relativo al 2012. Molte persone credettero che si trattasse di un vero messaggio dell’Agenzia delle Entrate e andarono ai CAF a chiedere il famoso rimborso.

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Fonte 

Il Fatto Quotidiano parlò all’epoca di “file ai CAF” così come lo fanno i giornali di questi giorni. Addirittura la notizia venne ripresa sul blog del MoVimento 5 Stelle di Siena. Evidentemente all’epoca nessuno sentiva il bisogno di parlare di notizia bufala, di dipendenti CAF che sono iscritti al PD o di esagerazione giornalistica semplicemente perché faceva comodo dal punto di vista della campagna elettorale.

Leggi sull’argomento: Perché non c’è niente da ridere nella storia del reddito di cittadinanza a Giovinazzo

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