La vera storia della bambina cristiana affidata ad una famiglia di «integralisti musulmani»

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-08-31

Dove si scopre che la nonna della bambina è di religione musulmana, che la bambina era stata tolta alla madre per motivi di sicurezza e che forse la politica avrebbe dovuto avere più rispetto prima di strumentalizzare una vicenda drammatica della quale non ha capito nulla

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È stata descritta come l’esempio del fallimento della politica “immigrazionista”. Anzi la dimostrazione che i musulmani sono in Europa per conquistarci e non hanno alcun rispetto per la nostra cultura. È la storia della bambina inglese “bianca e cristiana” che è stata data in affido ad una famiglia di religione musulmana. La notizia è stata data dal Times qualche giorno fa e racconta di una bambina costretta ad imparare l’arabo perché la famiglia affidataria, residente a Londra, non parla l’inglese.

Perché Salvini se la prende con la Boschi e la Boldrini?

Alla piccola sarebbe stato inoltre vietato di mangiare carne di maiale e le sarebbe stata tolta dal collo una collanina con il crocefisso. Una storia che ha suscitato l’indignazione di molti difensori della cristianità. Matteo Salvini non aveva perso tempo e ha subito ironizzato sull’Islam “religione di pace, diritti e libertà” chiedendo come mai la Boldrini e la Boschi non dicono niente e concludendo che in Italia non c’è assolutamente bisogno di moschee. È il solito frullato di neuroni che Salvini propone su Facebook: cosa c’entrano la Boschi e la Boldrini con quello che succede in Regno Unito? Cosa c’entrano le moschee con la gestione delle pratiche di affido? Non è chiaro. Ma non è importante.
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Nel report del Times non ci sono in realtà molti dettagli per appurare se la vicenda è andata veramente così come la racconta il Times che riporta le parole della madre “sconvolta perché la figlia si è trovata all’interno di una famiglia dalle abitudini completamente diverse dalle sue”. Prudenza però vorrebbe che quando si parla di un caso di affido si tenga a mente che un minore non viene tolto ai genitori a cuor leggero. Nonostante tutta la retorica sugli assistenti sociali che strappano i bambini dalle braccia dei genitori disperati nella maggior parte dei casi la procedura viene fatta con il massimo di attenzione possibile per il benessere del minore. Benessere che – è evidente – non può essere garantito dai genitori naturali. Inoltre risulta alquanto strano che una famiglia dove non si parla la lingua inglese possa aver potuto entrare a far parte delle famiglie affidatarie del Tower Hamlets Council di Londra, che ha gestito le pratiche di affido. Per inciso il Tower Hamlets è uno dei quartieri a maggioranza musulmana della capitale britannica nonché la sede della East London Mosque, una delle più importanti moschee europee.

Colpo di scena: la bambina va dai nonni materni

Salvini ieri invece festeggiava la BUONA NOTIZIA della restituzione della bambina alla nonna materna. Specificando che la bambina era stata affidata ad una “famiglia” di integralisti islamici. Perché una famiglia vera non può essere musulmana e perché ogni musulmano è un integralista. La veridicità e l’attendibilità della notizia, successivamente ripresa dal tabloid Daily Mail, erano già state messe in discussione dal quotidiano online di ispirazione cattolica Vita.it. Emerge ora che la gran parte del resoconto fornito dal Times non rappresenta la realtà dei fatti. In un comunicato rilasciato ieri il Tower Hamlets Council precisa tutte le famiglie affidatarie sono accuratamente selezionate, che la sistemazione era provvisoria e che la scelta era stata fatta per evitare di togliere la bambina dal suo contesto sociale (amici e compagni di scuola). Il Council precisa che “the child was in fact fostered by an English speaking family of mixed race”.
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Ma la vicenda diventa ancora più chiara se si legge la decisione del giudice di affidare la bambina alla nonna materna. Innanzitutto emerge – come prevedibile – che la situazione della bambina è complicata. Ad esempio non è noto quale sia il padre biologico della piccola. Se quella musulmana è una “famiglia” cos’è allora quella della bambina che non sa chi sia suo padre e vive con il compagno della madre? Forse Salvini, data la sua esperienza personale, potrebbe illuminarci.

Tutto quello che Salvini non ha capito dell’affido della bambina “cristiana” ai musulmani

Coloro che come Salvini hanno espresso preoccupazione riguardo al fatto che la bambina non venisse trattata bene dalla famiglia affidataria dovrebbero riflettere sul fatto che quella bambina è stata tolta dalla madre dai servizi sociali in seguito ad una segnalazione della Polizia. Il che significa che la situazione in cui la bambina viveva non era proprio delle migliori. Tant’è che gli incontri con la bambina avvenivano in presenza di un assistente sociale. I racconti della catenina tolta e della carbonara negata non risultano avere alcun riscontro fattuale.
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Nel rapporto del giudice si parla di “emergency basis”, il che lascia intendere che ci fossero i presupposti per un intervento d’urgenza. Inoltre risulta che non esisteva una famiglia affidataria “culturally matched” al momento del primo affido e che durante l’estate c’è stato un avvicendamento temporaneo tra famiglie affidatarie. È evidente che per la storia della piccola il fatto di essere affidata ad una famiglia musulmana è il problema minore.
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Ma allora perché non hanno affidato subito la bambina ai nonni materni o ad altri familiari? Qui viene il bello: in primo luogo non era ancora stato fatto un accertamento sulle capacità dei nonni di prendersi cura della nipote, in secondo luogo né la madre né i nonni materni non avevano avanzato alcuna richiesta formale per cambiare la famiglia affidataria.
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La nonna materna inoltre ha cambiato idea e ha deciso che vuole tornare nel suo paese d’origine (sorpresa: non è britannica) per prendersi cura lì della bambina. Questo significa che la bambina verrà trasferita in un altro paese (nessun problema con lo shock culturale qui?).
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Infine dai documenti di valutazione dei nonni paterni è emerso che sono di origine musulmana ma non sono praticanti. La madre invece sostiene che i suoi genitori sono di religione cristiana. Inoltre la madre si è opposta ad affidare la custodia permanente della figlia ai nonni, chiedendo la possibilità di continuare ad avere contatti con la bambina. C’è poi la questione delle immagini diffuse dal Times e dal Daily Mail, il primo non ha avuto riguardo per la privacy della bambina il secondo invece ha utilizzato una fotografia che non rappresenta assolutamente la situazione attuale ma suggerisce che la bambina viva con una coppia di musulmani integralisti. Infine i media e i politici dovrebbero riflettere sui molti casi di bambini di religione o origine musulmana (o buddista, o altro) che vengono dati in affido o in adozione a famiglie di religione diversa, magari cristiana, senza che nessuno sollevi la polemica sull’eventuale indottrinamento religioso.

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