La valanga degli insulti a Giorgia Galassi, la sopravvissuta dell'hotel Rigopiano

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-01-24

Come se non bastasse l’aver vissuto il dramma di essere rimasta sepolta viva sotto metri di neve e macerie per due giorni e mezzo ora Giorgia Galassi, una delle sopravvissute dell’hotel Rigopiano, deve sopportare le rimostranze e le critiche di quelli che le spiegano come gioire dopo aver scoperto di essere ancora vivi

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Giorgia Galassi è una delle persone che sono state salvate dagli uomini del Soccorso Alpino e dei Vigili del Fuoco intervenuti all’hotel Rigopiano dopo la slavina che ha travolto l’albergo. Dopo 58 ore passate al buio senza cibo né acqua in uno spazio talmente piccolo da non riuscire ad alzarsi in piedi Giorgia e il suo fidanzato, Vincenzo Forti, sono stati estratti vivi dalla massa di neve che aveva ricoperto l’hotel. Giorgia ha raccontato la sua terribile esperienza ai giornali, spiegando di essere riuscita a sopravvivere mangiando la neve per dissetarsi.
giorgia galassi hotel rigopiano

Giorgia Galassi non è abbastanza riconoscente!1

In un post pubblicato su Facebook dopo essere stata tratta in salvo Giorgia esprime la sua gratitudine nei confronti di tutti coloro che durante i drammatici giorni trascorsi sotto alla valanga si sono preoccupati per lei e che le sono stati vicini con il pensiero. Essere uscita viva da una catastrofe del genere l’ha fatta rinascere, ma il ritorno dall’incubo non è stato facile, così Repubblica raccontava l’incontro con Giorgia:

Giorgia ha degli sbalzi d’umore impressionanti, alterna momenti d’euforia ad autentici attimi di disperazione. «È stato un miracolo — ripete — la mia vita da oggi cambierà», poi però scoppia a piangere pensando «a tutti quelli— tanti — che sono rimasti nella sala Garden dell’hotel, sotto la valanga». Vincenzo fa quello che può. Ma spesso devono intervenire i medici.

Come tutti i sopravvissuti Giorgia sta vivendo un momento molto difficile, da un lato la gioia per essere ancora viva e per essere stata salvata, dall’altra la disperazione per coloro che sono rimasti sotto alla valanga e non ce l’hanno fatta. È impossibile sapere come si sente Giorgia (o come si sentono gli altri scampati alla tragedia) e chiunque sia dotato di un minimo di umana comprensione guardando all’esperienza che ha vissuto dovrebbe quantomeno evitare di precipitarsi a giudicare una ragazza di 22 anni e quello che posta su Facebook. Il profilo sul social di Giorgia infatti consente a tutti di lasciare un commento sotto ai suoi post ed in molti ne hanno approfittato per andare ad esprimere la propria gioia e la propria felicità per la bella notizia, per dirle ben tornata, confermando la partecipazione emotiva di molti italiani alla tragedia di Rigopiano e all’affannoso lavoro dei soccorritori. Ma qui a lì spuntano le “voci critiche”, quelli fuori dal coro: ad esempio sotto una delle foto più recenti (caricata però il 6 gennaio) dove Giorgia sorride su un prato innevato qualcuno chiede rispetto per “chi è ancora là sotto” e si lamenta per l’esposizione mediatica della ragazza.
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Stesso genere di commento lasciato anche sotto ai post dei giornali (ad esempio il Messaggero) che davano la notizia e che hanno utilizzato come foto di copertina proprio quella “sgradita” ai moralisti di Facebook:
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Sotto al post in cui Giorgia annunciava di essere tornata alla vita qualcuno ha qualcosa da ridire, ha sbagliato a ringraziare:
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E sono in molti a ricordarle che “deve ringraziare il Signore” che “ha ascoltato le nostre preghiere” mentre qualcuno azzarda anche più spericolate analisi psicologiche sul fatto che i giovani siano narcisisti ed egocentrici e che la colpa sia tutta degli adulti. Un’analisi condivisa ovviamente anche da persone che ammettono di non aver nemmeno letto l’articolo del Messaggero, giusto per confermare che fermarsi alla lettura del titolo è sufficiente.
giorgia galassi hotel rigopiano
Ma non è finita, perché la Galassi ha avuto “l’ardire” di postare la foto di un regalo ricevuto da una sua amica che vive a Londra
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Al solito tra i tanti commenti felici di quelli che hanno pregato per lei torna in azione il moralizzatore che la definisce “ingrata”.
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E c’è da dire che molti sono d’accordo con lui, Giorgia avrebbe dovuto postare una preghiera per quelli che sono ancora sotto le macerie: è noto infatti che le preghiere condivise su Facebook siano molto più potenti di quelle normali.
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La foto è “troppo frivola” per un momento del genere, Giorgia avrebbe dovuto fare altro, scrivere altro, postare altro, magari addirittura non uscire viva da lì perché in fondo come si permette ad essere viva mentre altri sono morti?
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E così anche oggi l’Internet ci ha spiegato qual è l’etichetta da seguire per sopravvivere alle tragedie senza offendere nessuno ed essere grati al Signore e a tutti quelli che con pazienza ed umiltà vengono a spiegarti cosa dovresti fare, scrivere, pensare. Tenetelo a mente, perché oggi tocca a Giorgia, domani chissà.
 
 
 

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