Ci siamo tutti (o quasi) indignati per la Superlega, perché leva il calcio ai tifosi per restituirlo – solo ed esclusivamente (più di quanto già non sia oggi) – al dio danaro. E oggi, allora, non si può rimanere silenti dopo l’annuncio del presidente della Lega Serie A Paolo Dal Pino, che ai microfoni di Radio 1 ha confermato che la Supercoppa italiana sarà disputata in Arabia Saudita, e col pubblico. Quando? Presumibilmente nel gennaio del 2022.
Vero è che questa non sia proprio una novità: è già successo che gare del genere venissero trasferite in luoghi remoti del pianeta (quello calcistico). Prendiamo l’esempio della Cina, che nel 2015 ha ospitato la sfida tra Juventus e Lazio. E si può andare ancora più indietro, riavvolgendo il nastro arrivando fino al lontano 1993, quando i vincitori della Serie A e quelli della Coppa Italia (rispettivamente Milan e Torino), sono andati fino a Washington per sfidarsi (per i curiosi: finì 1-0 per i rossoneri, rete di Marco Simone). Ma gli esempi sono tanti, dieci per la precisione. E allora perché indignarsi proprio oggi? 1) perché il fatto che non l’abbiamo fatto finora non significa che non possiamo iniziare a farlo oggi; 2) perché abbiamo ucciso la Superlega facendo leva sui valori dello sport, e ora dovremmo fare lo stesso; 3) perché molti giornalisti hanno denunciato la situazione di sfruttamento dei lavoratori che lì in Arabia stanno costruendo gli stadi che ospiteranno anche i mondiali (e anche con i soldi della Fifa). E poi: è giusto pensare che il derby d’Italia tra Juventus e Inter debba essere visto allo stadio da tutti tranne che da tifosi interisti e juventini?
Il presidente della Lega di Serie A, Paolo Dal Pino, ospite di ‘Radio anch’io Sport’ su Rai Radio1, ha confermato che la Supercoppa italiana si giocherà in Arabia Saudita: “La prossima partita di Supercoppa sarà in Arabia Saudita con il pubblico, sarà una partita straordinaria, Inter-Juventus, un grande spot del nostro calcio all’estero. Il tema dei diritti umani? Questo contratto è stato firmato 2-3 anni fa, io non c’ero. C’era un intenso rapporto di collaborazione con al Federazione dell’Arabia Saudita, ci sono state molte discussioni attorno al calcio femminile: abbiamo fatto diversi incontri per andare in una direzione di apertura ai diritti umani. Io seguo la Serie A e preferirei non entrare in questo tema dove ci sono discussioni che non riguardano la nostra struttura”.