La strategia di Salvini dietro la bambola gonfiabile

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-07-26

È da un po’ che Matteo Salvini suona come un disco rotto. Niente di meglio per rilanciare la sua immagine di leader duro e intransigente che insultare Laura Boldrini paragonandola a una bambola gonfiabile. Le lezioni di rispetto impartite da Donald Trump stando dando i loro frutti

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C’è una cosa che viene benissimo a Matteo Salvini: insultare Laura Boldrini. Domenica durante un’apparizione alla festa della Lega Nord di Soncino, in provincia di Cremona, il Capitano della Lega 2.0 ha paragonato la Presidente della Camera ad una bambola gonfiabile. Un vero cambio di passo dalla vecchia politica del centrodestra, quella in cui Umberto Bossi si vantava pubblicamente del turgore del proprio membro e Silvio Berlusconi raccontava barzellette offensive sulla Presidente del Partito Democratico Rosy Bindi.

Matteo Salvini lancia l’hashtag #Sgonfialaboldrini

Un’uscita decisamente fuori luogo anche per un personaggio sopra le righe come Matteo Salvini. Il quale però invece che smorzare i toni e tentare di giustificarsi dicendo che la sua era “solo una battuta” (come ci si aspetterebbe dopo un episodio del genere) non ha mollato il colpo e ha lanciato l’hashtag #sgonfialaboldrini continuando quindi a paragonare la terza più alta carica dello Stato ad un oggetto di piacere per uomini soli. In un video pubblicato su Facebook Salvini ha poi precisato che lui non ce l’ha con tutte le donne, né con tutte le Laura o con tutti coloro che fanno di cognome Boldrini, ma solo con quella Laura Boldrini, colpevole di essere troppo buona nei confronti dei rifugiati e degli immigrati mentre è “razzista” nei confronti degli italiani.
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Nonostante quello cui Salvini ci ha abituato in questi anni, nonostante il suo armamentario di insulti e di ruspe in questo nuovo attacco alla Boldrini c’è un elemento di novità: il non essersi tirato indietro, il non aver giocato a quello che non viene capito dalla sinistra e misinterpretato dai media. Certo, sul suo nuovo giornale online scrivono che la battuta era “innocente” e che la bambola di plastica assomiglia più ad un palloncino per bambini (e qui sarebbe opportuno sentire il parere del MOIGE):

In realtà, all’apparire sul palco di un simpatizzante con una bambola di plastica (più simile ad un palloncino per bambini che non ad uno strumento di piacere, come lo hanno interpretato a sinistra), il “Capitano” aveva celiato: “C’è una sosia della Boldrini, qua sul podio”. Apriti cielo! Tanto è bastato alla sinistra, debitamente aizzata dalla diretta interessata, che su Facebook aveva postato ai suoi un bel “Lascio a voi ogni commento”, per scatenare un’apocalisse mediatica. O goliardica, se volessimo essere buoni.

Ma in realtà Salvini ha deciso di cavalcare la bambola gonfiabile “della Boldrini” per fare della propaganda politica a basso costo e riproporre le solite balle; su tutte quella che la vedova del nigeriano ucciso a Fermo avrebbe ritrattato la testimonianza.
Ma certamente, una bambola per bambini, chissà cosa penseranno i nemici del Gender di un’affermazione del genere. Eppure forse se Salvini avesse assistito a qualche lezione di educazione sessuale come il gioco del rispetto di sicuro non avrebbe imparato a masturbarsi ma forse avrebbe potuto imparare concetti chiave come le pari opportunità tra uomo e donna e il rispetto che è dovuto alla Boldrini non solo in quanto rappresentante istituzionale ma in quanto essere umano di sesso femminile. Ma forse la spiegazione di questa nuova svolta salvininiana è il fatto che il ragazzo in televisione non sfonda più come un tempo e che nonostante le sue riforme il partito non ha guadagnato consensi. Non a caso qualche giorno fa è tornato a farsi sentire Umberto Bossi (anche lui presente alla festa di Soncino) che ha duramente criticato la nuova linea del partito e i risultati elettorali.
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Infine non si può non notare come Salvini, dopo aver imparato a fare politica sugli immigrati e sui rapporti con i musulmani da Marine Le Pen ora stia imparando a criticare l’azione politica dei suoi avversari da Donald Trump. Il candidato repubblicano ha fatto del suo marchio di fabbrica l’insulto nei confronti della sua avversaria soprannominata “Crooked Hillary”. I commenti sessisti di Trump sono diventati un vero e proprio genere letterario.
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Dagli insulti ad Arianna Huffington “capisco bene perché suo marito l’ha lasciata per un uomo“, passando per l’idea secondo la quale le donne dovrebbero essere punite quando abortiscono il candidato repubblicano è un vero campione del maschilismo più becero. E siccome Salvini impara sempre dai migliori è lecito pensare che il Capitano abbia in mente un po’ celodurismo 2.0 per la sua “nuova” Lega Nord.

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