La strana storia di Alfonso Bonafede che prende 2500 euro al mese

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-11-02

Ieri sera ad Otto e Mezzo il deputato del MoVimento 5 Stelle ha detto che i parlamentari del suo partito prendono “solo” 2.500 euro al mese di stipendio. Ma basta guardare il rendiconto (e le dichiarazioni di Fico di qualche tempo fa) per scoprire che le cose non stanno davvero così

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A prima vista Alfonso Bonafede non ha nulla dei miracolati di Beppe Grillo. Avvocato con un proprio studio a Firenze, dottore di ricerca in Diritto Privato che ha svolto anche l’attività di insegnamento all’Università Bonafede non ha certo il profilo lavorativo e il curriculum di un Roberto Fico o di un Luigi Di Maio. Anche perché Bonafede è uno di quei deputati pentastellati che prima di arrivare in Parlamento ha fatto la gavetta nelle “serie minori”. I 5 Stelle non valutano solo le competenze ma anche quanto un eletto “costa” ai cittadini. Perché la propaganda pentastella racconta che i deputati del M5S fanno risparmiare un sacco di soldi allo Stato.

Bonafede e il taglio degli stipendi dei parlamentari a 5 stelle

Bonafede è infatti stato candidato sindaco del M5S a Firenze nel 2009. In quell’occasione vinse Matteo Renzi e il M5S con poco meno di quattromila voti (2%) rimase fuori dal Consiglio Comunale. Come tutti i parlamentari pentastellati però anche il deputato mazarese trapiantato nel capolouogo toscano ha visto migliorare decisamente il suo tenore di vita dopo l’elezione alla Camera. Al primo anno di legislatura, nel 2013, Bonafede dichiarava un imponibile di poco più di ventiseimila euro. L’anno scorso, nel 2016, Bonafede ha dichiarato un reddito imponibile paria 132 mila euro (e spicci).

Non c’è alcun dubbio che anche Bonafede, così come Roberto Fico (il cui reddito prima di diventare parlamentare però era pari a zero), con la politica ci abbia guadagnato. Il che non è sbagliato di per sé, perché anche la politica è un lavoro. Per i 5 Stelle però le cose stanno diversamente e nonostante per molti pentastellati l’esperienza parlamentare sia il primo lavoro vero della loro vita si ostinano a raccontarcela come una missione, al servizio dei cittadini.

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Alfonso Bonafede è un po’ indietro con le rendicontazioni a quanto pare

Ieri sera ad Otto e Mezzo Bonafede si è innervosito quando Giovanni Minoli gli ha ricordato che in campagna elettorale i 5 Stelle avevano promesso di ridurre il proprio stipendio a parlamentari a 2.500 euro al mese. Secondo Bonafede non è così, perché a Roma deputati e senatori prendono appunto solo 2.500 euro mese. Ed è un’affermazione curiosa, perché qualche tempo fa Roberto Fico aveva detto di prendere “solo” 3.000 euro al mese e soprattutto perché i parlamentari hanno tutte le spese pagate.

Quanto prende al mese Alfonso Bonafede?

Per scoprirlo basta guardare i rendinconti. Grazie alla rinomata trasparenza a 5 stelle è possibile vedere che le cose non stanno così. Dall’ultimo rendiconto disponibile per Bonafede (febbraio 2017) risulta che il deputato pentastellato percepisce uno stipendio da 5.000 euro lordi pari a 3.335,08 euro (a fronte di 4.768,28 euro). Come risultato a febbraio il prode Bonafede ha fatto risparmiare allo Stato (tra stipendio e indennità) ben 1.433,20 euro.
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Si dirà che vivere a Roma costa e farlo con duemilacinquecento euro al mese è molto difficile. Certo, questo non tiene conto del fatto che a Roma ci sono persone – operai, impiegati, operatori di call center e chi più ne ha più ne metta – che vivono anche con meno di duemilacinquecento al mese. Ma non bisogna fare i conti al ribasso. Anche perché i parlamentari del M5S non vivono a Roma con il proprio stipendio. Deputati e senatori infatti ricevono anche un rimborso spese (ottomila euro) con il quale i parlamentari pagano le proprie spese.
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A febbraio 2017 Bonafede ha speso più di seimila euro. Anche qui non c’è nulla di illegale ovviamente, tutto fa parte del trattamento economico standard di ogni parlamentare. Grazie alla trasparenza pentastellata siamo in grado di dire che per mantenersi a Roma Bonafede spende circa 2000 euro al mese. Soldi ai quali vanno aggiunte le spese per l’attività sul territorio e quelle per i collaboratori (altri 4 mila euro circa).
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Apprendiamo così che ad esempio il francescano Bonafede ha speso 415 euro in taxi. Ma i 5 Stelle non erano quelli che rinunciavano ai privilegi e si spostavano solo sui mezzi pubblici? Quante foto di Di Maio e di Di Battista in autobus e in metro “come i comuni cittadini” abbiamo visto in questi anni? La domanda è sempre la stessa: Bonafede se lo poteva permettere un tenore di vita come questo con il suo reddito precedente? La risposta probabilmente è no.

La scarsa trasparenza nelle rendicontazioni a 5 Stelle

Non è del tutto vero però che i parlamentari prendono “solo” cinquemila euro lordi al mesa, a questi però vanno aggiunti rimborsi per le spese sostenute – e rendicontate “al centesimo” dai Cinque Stelle – che i parlamentari a Cinque Stelle si fanno rimborsare da Camera e Senato. Certo, a differenza degli altri parlamentari i pentastellati restituiscono (con qualche trucco per fare propaganda)  tutto quello che non spendono. Ma è proprio su quello che spendono i parlamentari pentastellati che la questione della trasparenza si fa più opaca. Qualche tempo fa Roberta Lombardi si è scagliata contro quei parlamentari a Cinque Stelle che pur essendo di Roma si fanno rimborsare le spese per l’alloggio. Ed è un peccato che la Lombardi non abbia fatto i nomi. Ma non ci sono solo i romani: c’è il caso di Marta Grande, che nel 2013 fece notizia per aver rendicontato 12 mila euro per due mesi di affitto, che pur essendo di Civitavecchia (ad un’ora di regionale da Roma) spende 1.800 euro al mese di affitto (più 270 euro di spese per manutenzione e utenze).
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Mediamente i parlamentari del MoVimento spendono intorno ai 1.500 euro al mese, che anche per una città come Roma sono decisamente alti. C’è chi spende addirittura di più però, Il Dubbio ad esempio ha scoperto che il senatore Morra (che non è di Roma) spende 2.155 di affitto al mese (più le spese per utente etc.) Addirittura la deputata padovana Silvia Benedetti ha speso nel maggio 2016 2.600 euro di affitto mentre c’è chi come Nicola Cappelletti ha dovuto pure “ristrutturare” l’appartamento avendo speso 1.500 euro di affitto e 1.400 euro di spese di manutenzione: un affarone. Non è vero quindi – e lo si può dire guardando proprio il sito Ti Rendiconto – che i Cinque Stelle fanno attività politica prendendo solo “2.500 euro di stipendio” perché – proprio come tutti i parlamentari – hanno le spese pagate

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