La storia di Roberto Angelini denunciato dall’amica per lavoro nero

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Il musicista di Propaganda live, che è anche ristoratore, racconta di aver fatto lavorare "amici che avevano bisogno", ma che una di questi ha denunciato tutto alla Guardia di Finanza

Roberto Angelini è noto al pubblico del venerdì sera come il musicista di Propaganda Live. In pochi sanno che, oltre ad essere un artista, è anche un ristoratore. Ed è proprio in questa veste che è stato protagonista di una brutta vicenda, riportata dallo stesso Angelini questa mattina sui social.



“Questa non è la faccia del musicista che siete abituati a conoscere. Questa è la faccia di un ristoratore (si, ho un ristorante) che ha appena scoperto di essere stato denunciato da un’“amica” alla guardia di finanza.”

Comincia così il lungo post con cui Angelini annuncia di essere stato denunciato da un’amica carissima per lavoro nero, con tanto di multa da 15mila euro per aver utilizzato quelli che lui definisce “amici che avevano bisogno” per le consegne del suo ristorante in periodo di pandemia, quando il suo ristorante, come tutti i locali italiani, è rimasto chiuso come previsto dai Dpcm di contrasto del Coronavirus. Tra quegli amici c’era anche una ragazza (Angelini non specifica altro) che, dopo aver lavorato per lui non in regola, lo ha denunciato alla Finanza per lavoro nero. E così Angelini si è ritrovato con questa salata sorpresa e ha deciso di raccontare tutto ai propri follower su Facebook, con tanto di foto che lo ritrae con gli occhi lucidi non tanto – spiega – per la multa quanto per essere stato tradito da quella che lui considerava un’amica e che, in passato, aveva anche aiutato concretamente quando ne ha aveva avuto bisogno.



Questa non è la faccia del musicista che siete abituati a conoscere.
Questa è la faccia di un ristoratore (si, ho un…

Pubblicato da Roberto Angelini su Giovedì 13 maggio 2021



 

“Dopo un anno di sacrifici per non chiudere cercando di limitare al massimo il ricorso alla cassa integrazione per i miei dieci dipendenti (visti i tempi biblici)” prosegue Angelini, “ho comprato un furgoncino per le consegne e fatto lavorare amici che avevano bisogno. Mi sono indebitato per pagare i fornitori. Ho resistito con i ristori evidentemente inadeguati. Non avendo uno spazio all’aperto sto facendo i salti mortali per allestirne uno al volo. E poi… 15 mila euro di multa per lavoro in nero. A me… Che ho avuto sempre tutti in regola e non essendo del mestiere, non avrei neanche saputo come fare. Capisco tutto, capisco le giuste lotte per riconoscere i diritti dei rider che lavorano per grandi multinazionali del delivery, ma un piccolo impreditore cosa avrebbe potuto fare? Mi sembrava pure di fare del bene. Pensa te. Pagheró, non è questo il punto. E se non avessi potuto pagare? Per colpa di una pazza incattivita dalla vita sarei stato costretto a chiudere e mandare a spasso 10 persone. Tra 5 minuti tornerò a sorridere e a parlare di musica. Tranquilli. Scusate lo sfogo, di solito non uso questo spazio per cose serie. #resisto”.

Angelini coglie l’occasione anche per attaccare la politica e i governi che si sono succeduti in questo anno di pandemia.

“E poi, pensavo, se avessero agevolato le assunzioni, almeno in questo anno assurdo in cui tanti si sono dovuti inventare un lavoro volante, avrei segnato tutti quelli che sono passati a fare delle consegne, anche per un giorno. Ma non farlo e poi aspettarti al varco per purgarti è davvero “geniale”. Vabbè. Passo e #nonchiudo”.

La conclusione è più intima e personale e riguarda direttamente la persona che ha denunciato.

“Ultima cosa. Gli occhi lucidi non sono per la multa ma per il tradimento ricevuto da una presunta amica che ha mangiato e dormito a casa mia. Che mi confidò che aveva bisogno di soldi e io pensai bene di aiutarla. Che stronzo che sono. Non imparerò mai.”