La storia della Borsa che prevede gli attentati

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-11-19

Ovvero quando una correlazione tra due eventi diventa rapporto di causa-effetto. Sotto accusa il VIX, ovvero il Chicago Board Options Exchange (CBOE) Market Volatility Index che viene comunemente chiamato “l’indice della paura” dei mercati. La tesi di fondo, suggerita ma non esplicitata, è che i mercati “sappiano” che sta per succedere qualcosa di brutto. Verifichiamola

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Una piccola ricerca, condotta da Stefano Fugazzi e pubblicata su ABC Economics sta facendo molto parlare di sé ed è stata pubblicata su diversi giornali tra cui il Sole 24 Ore. L’argomento è il VIX, ovvero il Chicago Board Options Exchange (CBOE) Market Volatility Index che viene comunemente chiamato “l’indice della paura” dei mercati. Nell’articolo Fugazzi mette in correlazione l’andamento del VIX con diversi attacchi terroristici. La tesi di fondo, suggerita ma non esplicitata, è che i mercati “sappiano” che sta per succedere qualcosa di brutto.

L'andamento del VIX negli ultimi giorni (fonte: https://it.finance.yahoo.com)
L’andamento del VIX negli ultimi giorni (fonte: https://it.finance.yahoo.com)

Cos’è il VIX e cosa misura?

Cosa comporta? Ad esempio il fatto che Claudio Messora sul suo blog possa parlare di coincidenze sospette, e il passo tra questo e il dire che i banchieri e la finanza internazionale agiscano in questo modo perché sanno già che sta per essere portato a termine un attacco terroristico è breve. Anche perché Fugazzi mostra cinque grafici del VIX tutti relativi a cinque diversi attentati: alle Torri Gemelle, alla stazione di Madrid nel 2004, le bombe alla metropolitana di Londra del 2005, l’assalto a Charlie Hebdo di gennaio e infine gli attacchi multipli a Parigi di qualche giorno fa. Prima di partire con le obiezioni però forse è il caso di spiegare cosa sia il VIX che misura le aspettative del mercato ovvero le aspettative degli investitori e non la volatilità che si è già realizzata. In sostanza quindi è un indice che misura le attese riguardo le variazioni dei prezzi basandosi sulla volatilià del valore delle opzioni durante un dato periodo di tempo. È per questo che viene indicato come indice della paura, perché è un indicatore di quello che gli investitori pensano sarà la direzione si muoverà il mercato nei prossimi 30 giorni. Il che non equivale a dire che gli investitori pensano che ci sarà un collasso. Più alto è il valore del VIX maggiori sono le aspettative che ci sarà un movimento sullo S&P 500 che è l’indice di mercato di riferimento del VIX (e anche qui si potrebbe discuter del fatto che il VIX misura solo una porzione del mercato). Questo può avvenire per diversi motivi, ad esempio perché gli investitori sono preoccupati per un eventuale rallentamento dell’economia o a causa di alcune notizie sulla situazione geopolitica. Si dice che quando il VIX ha valori pari o inferiori a 20 l’indice descrive una situazione prevalentemente rialzista, valori superiori a 20 ma inferiori a 40 descrivono uno scenario teso ma non necessariamente ribassista mentre valori superiori a 40  uno scenario pericolosamente volatile, con notevoli implicazioni ribassiste. Con eccezione per l’attacco delle Torri Gemelle i valori individuati da Fugazzi sono tutti all’interno dei 20, variazioni non proprio significative.

Fonte: http://www.bloomberg.com/
Fonte: http://www.bloomberg.com/

Che legame c’è tra VIX e gli attacchi terroristici?

Nessuno. Quella stabilita da Fugazzi è una semplice correlazione che come sappiamo bene non implica alcun rapporto di causa-effetto una fallacia retorica nota come post hoc ergo propter hoc. Scegliendo eventi precisi ed escludendo la serie storica è facile spiegare a posteriori che un dato evento li ha generati. Fugazzi non tiene conto dell’andamento storico del VIX e dice che potrebbero esserci altri fattori che avrebbero potuto causare un andamento simile. Solo che non vengono presi in considerazione perché altrimenti rovinerebbero l’impalcatura teorica. In poche parole trovo quello che già so voglio trovare. Il resto viene scartato. Guardiamo ad esempio l’andamento degli ultimi trenta giorni, se si esclude il picco finale (avvenuto dopo e non prima dell’attacco di Parigi) possiamo notare differenze eclatanti?
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Guardiamo l’andamento a tre mesi, cos’è quel picco il 24 agosto 2015? Attacchi terroristici? No (o meglio non quelli “importanti”).
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Un momento, il 17 agosto ci sono stati degli attacchi terroristici a Bangkok. Cosa aveva previsto il magico indice?

Wooops
Wooops

Perché poi prendere in considerazione cinque (anche se tra i più importanti per l’Occidente) attacchi terroristici? Perché non prendere in considerazione gli sgozzamenti degli ostaggi occidentali in mano all’ISIS? Ad esempio, andiamo un po’ più indietro nel tempo, il VIX è stato introdotto nel 1993, il 7 agosto 1998 al Qaida porta a termine uno dei più sanguinosi attacchi contro gli USA, l’attentato all’ambasciata di Nairobi (224 morti, 4000 feriti).
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Potete divertirvi a cercare cosa ha combinato il VIX nei giorni dell’attentato alla maratona di Boston (15 aprile 2013). Il caso è chiuso cari i miei veggenti.

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