La storia del post di Alessandro Di Battista condiviso dal presunto mafioso

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-03-29

Una polemica surreale scatenata dalla condivisione di un post di Di Battista da parte di una persona accusata di essere esponente di un clan. E tra Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle è guerra continua

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Una polemica un po’ surreale sta viaggiando in queste ore, scatenata dal senatore Stefano Esposito e cavalcata da altri parlamentari del Partito Democratico, a proposito di un post di Alessandro Di Battista del MoVimento 5 Stelle condiviso su Facebook da una persona accusata di aver avuto a che fare con la mafia ad Ostia. La storia comincia qualche ora fa proprio su Facebook, dove Esposito condivide questo status:

Il reggente del clan Spada, Roberto, è un fans di Alessandro Di Battista, come dimostra la foto che pubblico qui di seguito. Sapete chi sono gli unici a non aver espresso solidarietà, non a me e Orfini, ma alla giornalista di Repubblica Federica Angeli? Gli esponenti del M5S. Anzi i grillini si sono molto arrabbiati perché gli abbiamo fatto, sommessamente, notare che la loro linea per cacciare Marino è la stessa della mafia.
Vorrei invitare Di Battista e compagni a riflette sul perché personaggi come Roberto Spada a noi del PD ci minacciano e a voi grillini vi condividono i post sulle loro bacheche. Varrebbe la pena che vi poneste qualche domanda. Spero di leggere un post di solidarietà a Federica Angeli, sarebbe un piccolo segnale che avete cominciato a capire.

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Il post di Alessandro Di Battista condiviso da Roberto Spada

LA STORIA DEL POST DI ALESSANDRO DI BATTISTA CONDIVISO DAL PRESUNTO MAFIOSO
Alla storia, però, così com’è, manca un antefatto. Roberto Spada è il fratello di Carmine Spada, in carcere per estorisione con aggravante mafiosa nell’ambito delle indagini sulla mafia a Ostia: alcuni esponenti della famiglia sono finiti in inchieste a partire dal 1998 per usura, estorsione e traffico di stupefacenti. Il cugino Armando è in carcere per corruzione con aggravante mafiosa, il nipote Enrico per spaccio, un altro nipote, Ottavio, a giudizio per tentato omicidio plurimo. Roberto è invece indagato per minacce. Nei giorni scorsi il senatore Esposito, commissario del partito a Ostia dopo le dimissioni di Tassone da minisindaco a causa delle clamorose infiltrazioni mafiose nel municipio evidentemente sottovalutate dal Partito Democratico, aveva ricevuto qualche insulto su Facebook proprio da Spada, e aveva risposto: «Se il Sig. Roberto Spada crede di spaventarmi con i suoi metodi da guappo si sbaglia. Il suo sorriso sparirà sotto i colpi della legge, come avvenuto per il resto della sua famiglia. Noi del Pd daremo una mano alla giustizia». Spada aveva risposto con un altro status, riferendosi anche con un insulto alla giornalista Federica Angeli di Repubblica, che vive sotto scorta dopo aver lavorato per anni sulla mafia ad Ostia:
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Lo status di Spada pubblicato da Esposito sul suo profilo Facebook

E nello status di Esposito interviene anche la Angeli, che scrive: «Non vorrei infierire ma quando un mese e mezzo fa la giunta Tassone ha presentato un ordine del giorno di solidarietà a me per gli attacchi ricevuti su Fb I tre consiglieri del 5 Stelle si sono astenuti. Non hanno votato per me. Con grande plauso in quel di Ostia di tutti i nemici di cui ti parlavo nel mio post di stamane. A proposito l hai visto? Non ti stupire non solo non mi hanno dato solidarietà ieri ma da sempre non ho il loro appoggio. Chissà perché. Chissà. Misteri italiani». La stessa cosa la Angeli la scrive sulla sua pagina FacebooK:
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LA RISPOSTA DI ALESSANDRO DI BATTISTA

A quel punto tocca a Di Battista rispondere: l’onorevole M5S lo fa sulla sua pagina Facebook, chiamando gli altri grillini a commentare gli articoli di Corriere della Sera ed Huffington Post che si riferiscono al caso:
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Da Di Battista i fans commentano nella maniera più logica (« Quindi, ricapitolando: se un tizio ammanicato con la mala condivide un post di Di Battista, vuol dire che il M5S è ammanicato con la mala. Se un tangentaro come Incalza regala Rolex d’oro al figlio del ministro che gli procura appalti, è una carineria al figlio di un amico senza nessun sottinteso e chi dice il contrario è un gufo e un terrorista. Che paese, l’Italia.»), mentre l’onorevole Giuditta Pini (PD) rincara la dose su Facebook: «lo sapete chi è un super fan di dibba? il reggente del clan Spada di ostia, sì quello che minaccia giornalisti e i democratici romani», e sullo status di Spada si legge un commento come questo: «MORTE AI POLITICI W LA SACRA CORONA UNITA!». Insomma, una polemica surreale che si infila nella faida romana tra grillini e democratici, nella quale i colpi bassi cominciano ad arrivare da tutte le parti. E nella quale l’argomento più importante (le infiltrazioni della mafia nel tessuto politico del litorale) sembra ormai dimenticato.

Leggi sull’argomento: La mafia a Ostia e le responsabilità del PD

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