La sceneggiata dell'acqua razionata a Roma

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-07-29

Il dietrofront di Zingaretti e Galletti premia le minacce della Raggi che ha furbescamente dimenticato chi è il proprietario della maggioranza di ACEA e chi avrebbe materialmente staccato l’acqua. L’emergenza idrica inventata si chiude con un disastro politico

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Ieri si è conclusa nel modo più fesso possibile la sceneggiata dell’acqua razionata a Roma.Una finta emergenza idrica i cui contorni non si sono mai definiti e nella quale il Partito Democratico è tornato a livelli tafazziani grazie al combinato disposto degli interventi di Nicola Zingaretti e del ministro Galletti che prima hanno spiegato le imprescindibili ragioni per la chiusura dei rubinetti del Lago di Bracciano e poi, quando il Tribunale delle Acque gliele ha validate, li hanno riaperti. Questo perché il MoVimento 5 Stelle ha messo in campo un’offensiva che mirava a colpevolizzare Regione e governo per la chiusura dell’acqua che veniva imposta da ACEA, ovvero da un’azienda di cui il Comune di Roma possiede la maggioranza assoluta.

La sceneggiata dell’acqua razionata a Roma

Il dietrofront di ieri è stato sintomatico di una situazione disperata, ma non seria. La sindaca di Roma Virginia Raggi è apparsa in conferenza stampa sostenendo: «Adesso il Governo e la Regione devono fare la loro, si devono assumere le loro responsabilità, perché non si può tagliare l’acqua a oltre un milione e mezzo di cittadini romani. Devono intervenire adesso entro questa sera, non domani o tra qualche giorno. I romani hanno diritto ad avere una risposta e la devono avere adesso».

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ACEA e il lago di Bracciano (Corriere della Sera, 28 luglio 2017)

Ovviamente nessuno ha obiettato che a chiudere l’acqua per otto ore al giorno alternativamente in due quadranti non erano né governo né Regione Lazio, ma l’ACEA. La stessa ACEA che aveva paventato un’emergenza idrica per metà della città a fronte di prelievi dal Lago di Bracciano che soddisfacevano un fabbisogno totale dell’8%. Addirittura, l’azienda ha detto che si sarebbe tagliata l’acqua anche agli ospedali, raggiungendo livelli di terrorismo che sarebbe invece stato interessante andare a “vedere”, visto il rischio di class action e l’evidenza che finora ACEA non aveva in alcun modo comunicato ufficialmente il taglio dell’acqua, nutrendo solo le indiscrezioni dei giornali.

Zingaretti, Galletti e Raggi

Governo e Regione hanno obbedito all’ultimatum della Raggi e hanno “trovato” la soluzione in serata, come aveva ordinato la sindaca. Lo hanno fatto, a quanto pare, perché il governo ha spinto sulla Regione che si alla fine piegata, posticipando il divieto di captazione dal lago al primo settembre e riducendo a 400 litri al secondo fino al 10 agosto e a 200 successivamente.

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Il lago di Bracciano senza acqua (Corriere della Sera, 23 luglio 2017)

La conclusione “felice” della vicenda si è vista ieri in una dichiarazione di Luigi Di Maio, che ringraziava la sindaca per aver evitato l’emergenza a Roma mentre Zingaretti sulla sua pagina Facebook attaccava la Raggi perché aveva utilizzato la tattica dello scaricabarile per portare a casa il risultato. Sarà, ma se non si va a vedere il bluff di solito si perde la mano.

Il bluff emergenziale

Ed è esattamente questo che hanno fatto Regione e governo. Franco Bechis su Libero ha spiegato bene che se Bracciano è una riserva da cui si prende il 5% dell’acqua solo d’estate – e non sempre – diventa davvero difficile comprendere come la chiusura di questa possibilità avrebbe potuto negare l’acqua per otto ore al giorno a 1,5 milioni di romani sui 2,8 milioni di abitanti. E ancora meno comprensibile è che questo scenario potesse avvenire nel mese di agosto, quando mediamente almeno il 25-30% dei romani sono in vacanza e soprattutto la stragrande maggioranza di chi viene da fuori, vi lavora e consuma anche l’acqua, è in ferie con quasi tutti gli uffici pubblici chiusi o a turnazione ridotta.

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Fonte https://twitter.com/emaperugini/status/841697741306761216

Roma avrebbe avuto anche con la chiusura di Bracciano il 95% dell’acqua a disposizione per servire però durante il mese di agosto il 60% circa dell’utenza ordinaria. Come avrebbe mai potuto esserci emergenza? “Il caso dunque è stato creato e cavalcato ad arte dai suoi protagonisti, ed è probabile che non sia estraneo a quel che è accaduto anche un lungo e feroce contenzioso legale fra l’Acea e la Regione Lazio…”.

Il risultato finale

E il risultato finale? Il risultato finale intanto scontenta la parte più debole della vicenda, ovvero i sindaci dei comuni vicino al Lago di Bracciano che da mesi segnalavano la situazione di emergenza e che oggi si ritrovano con la Regione che volta loro le spalle nonostante una sentenza di un tribunale le abbia dato ragione. Raggi e ACEA sono i più titolati a esultare perché Regione e governo hanno risolto un problema che vedeva loro come primi responsabili.

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Il piano di razionamento dell’acqua e i turni (La Repubblica Roma, 23 luglio 2017)

Zingaretti e Galletti, poi, possono anche dire di essersi dimostrati bravi a scongiurare una figuraccia internazionale che si stava preparando per Roma. Ma lo hanno fatto venendo meno a principi che loro stessi avevano enunciato nei giorni scorsi. Non solo: dovranno anche concedere ad ACEA di aumentare l’approvvigionamento da altre fonti (il raddoppio del Peschiera) nel medio periodo. Se è una vittoria questa, alla vigilia delle elezioni politiche e regionali, siamo rovinati.

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