Gesti che valgono più di mille parole. Dopo essersi punzecchiati dialetticamente a distanza in più occasioni (e su svariati temi), al Meeting di Rimini è andato in scena il primo vero “confronto pubblico” tra Giuseppe Conte e Matteo Salvini. Dal palco del consueto evento organizzato da Comunione e Liberazione, i leader di Lega e MoVimento 5 Stelle si sono confrontati anche sul reddito di cittadinanza. E mentre il segretario del Carroccio si è detto convinto dell’esistenza di una maggioranza parlamentare (e di governo) pronta a rivedere la misura (approvata proprio dal governo di cui ha fatto parte con i pentastellati), il neo Presidente M5S ha reagito sbracciandosi vistosamente.
“Ricordo della prima esperienza di governo le cose positive, ma tornassi indietro non rivoterei il reddito di cittadinanza – ha detto il leader del Carroccio dal palco del Meeting di Rimini -. È una legge che si è dimostrata nei fatti, inidonea. Il reddito di cittadinanza sta creando solo lavoro nero e disoccupazione. L’ipotesi minima è che venga rivisto, altrimenti va del tutto cancellato uno strumento che raccoglie un coro unanime di dissensi e che allunga la disoccupazione anziché aiutare a trovare lavoro”.
Ed è in quel momento che, incalzato dal moderatore dell’incontro con un’ultima domanda – Salvini ha detto che su quel palco è nata una maggioranza per rivedere la misura. Parole che hanno provocato la reazione dell’ex Presidente del Consiglio che, poi, ha preso la parola spiegando la sua posizione e quella del MoVimento 5 Stelle: “Tra le forze politiche sono emersi accordi e anche divergenze e differenti visioni, in modo clamoroso sul reddito di cittadinanza. Ma il M5s è assolutamente convinto su questa formula e la nostra posizione è anche quella del premier Draghi. una politica che si disinteressa del tema povertà e volge lo sguardo altrove non svolge il suo compito. Prendiamo atto che il reddito di cittadinanza va affinato e che vanno colpiti gli abusi, che sono emersi anche se in numero modesto. E che servono politiche attive, collegando il reddito alle offerte lavorative: questa è la direzione di marcia giusta”.