La mappa del rischio idrogeologico in Italia

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L’80 per cento di tutte le frane del continente europeo sono in Italia. Per questo oltre seimila interventi in tutta Italia per circa 1 miliardo di euro, lo 0,06 per cento del Pil, sono stati effettuati per la messa in sicurezza dei territori colpiti dalle alluvioni dello scorso anno

È il paese del rischio idrogeologico.  L’80 per cento di tutte le frane del continente europeo sono in Italia. «In altri termini – spiega oggi al Messaggero il presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Francesco Peduto – su 800mila frane in Europa, 630mila sono avvenute nel nostro Paese. Sono dati dell’Ispra, questo evidenzia quanto sia necessaria la prevenzione in un territorio come il nostro. È inimmaginabile pensare di risolvere tutto solo con opere strutturali, tenendo conto di un numero così elevato di problemi. Servono anche monitoraggio e sorveglianza preventiva». Per questo oltre seimila interventi in tutta Italia per circa 1 miliardo di euro, lo 0,06 per cento del Pil, sono stati effettuati per la messa in sicurezza dei territori colpiti dalle alluvioni dello scorso anno. Questo il bilancio fino a settembre del 2019 del piano ‘ProteggiItalia’ avviato a febbraio contro il dissesto idrogeologico e illustrato dal governo nel Documento programmatico di Bilancio inviato a Bruxelles. Il governo lavora “a stretto contatto con le Regioni” e finora, spiega il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, sono stati ridotti i tempi per l’erogazione dei fondi, e in sei mesi se ne sono erogati 700 milioni: adesso c’è bisogno che “i cantieri procedano il più velocemente possibile” perché davanti al “79% del territorio a rischio per esondazioni, frane e dissesto” bisogna fare proprio una “corsa contro il tempo”. In tutto, ricorda il Dpb, il precedente esecutivo a guida M5S-Lega aveva chiesto per il 2019 flessibilità per 3,2 miliardi (lo 0,18% del Pil) da destinare al dissesto per circa 2 miliardi (0,12%) e il resto, circa 1 miliardo, per la messa in sicurezza di strade, ponti e viadotti, dopo il crollo del Ponte Morandi di Genova.



La mappa del rischio idrogeologico in Italia (Il Messaggero, 25 novembre 2019)

Per il 2020 l’esecutivo giallorosso ha rinnovato la richiesta di flessibilità per 3,6 miliardi (lo 0,2% del Pil) per le spese eccezionali per la salvaguardia del territorio. Le stima delle spese per circa un miliardo arriva dal Monitoraggio delle Opere pubbliche/Banca Dati delle Amministrazioni Pubbliche e altre spese dirette da parte dello Stato, della Protezione Civile e da contabilità speciali comprese le erogazioni dirette dei Commissari straordinari regionali per i “Piani strategici nazionali”. Si tratta di interventi di difesa del suolo e dell’ambiente, per sistemare bacini per l’irrigazione dei campi e la raccolta dell’acqua piovana, ripristino dalle calamità naturali, protezione delle foreste, sistemi di monitoraggio e allerta precoce. Con la manovra per il 2020 si mettono in campo risorse aggiuntive, nei fondi per gli investimenti pluriennali degli enti locali, contro il dissesto: si va da 3,9 miliardi in più, tra 2021 e 2034, per la messa in sicurezza di edifici e territori, altri 4 miliardi alimenteranno, dal 2025 al 2034, un apposito fondo anti-dissesto e per la prevenzione del rischio sismico al ministero dell’Interno. Ci sono poi, con una quota di 85 milioni già nel 2020, altri 2,4 miliardi per dare contributi ai Comuni per la progettazione definitiva di interventi di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, per le scuole e gli edifici pubblici e per le strade. Mentre le risorse a disposizione delle Regioni salgono di 2,4 miliardi in 12 anni, dal 2023 al 2034.

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