La lotta di Facebook alle bufale scatena la paranoia dei complottisti

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-04-14

Giulietto Chiesa chiama a raccolta le sue truppe per combattere la “deriva autoritaria” di Facebook che ha iniziato a combattere le fake news. E molti suoi seguaci ci fanno sapere di sentirsi “controllati” dal social network a causa della loro attività di diffusori di bufale

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In queste settimane Facebook propone ai suoi utenti la visualizzazione di alcuni suggerimenti per poter distinguere le notizie false da quelle vere. Si tratta di informazioni generali che mirano a dare ai più sprovveduti o ai meno avvezzi a certe (non proprio raffinate) strategie utilizzati dai siti di bufale e fake news. Facebook non ci dice quali sono questi siti ma spiega in che modo riconoscere una notizia falsa non solo prestando attenzione al sito che la pubblica ma anche analizzando il contenuto della notizia e confrontandolo con quello di altri siti di notizie.
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Giulietto Chiesa ci spiega come rispondere a Facebook sulle fake news

Semplici consigli di buon senso, qualcosa che è più simile al consiglio della mamma di “non accettare caramelle dagli sconosciuti” che ad una lista di proscrizione di siti “cattivi” o pagine Facebook che spacciano bufale. Tra l’altro Facebook ha pure l’accortezza di ricordare che la notizia potrebbe essere uno scherzo: in questo modo siti come Lercio non verranno etichettati come siti di Fake News. Facebook non dà agli utenti la pappa pronta ma punta invece ad insegnare a riconoscere le bufale e i siti che le pubblicano e non fa quindi nomi specifici a siti e pagine Facebook che – nonostante l’impegno del social di Zuckerberg – continuano ad esistere.
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Qualcuno però ha deciso di reagire e combattere l’impegno di Facebook contro le bufale spiegando che in realtà si tratta di pura e semplice censura. Ad esempio Giulietto Chiesa, noto complottista ed esperto di false flag consiglia ai suoi fan di replicare così al messaggio del Centro Assistenza del social:

Sono perfettamente in grado di distinguere quali siano le notizie false o manipolate, è abbastanza evidente il giochetto di definire idioti i cittadini che non si bevono le fake, quelle sì, che piovono dall’alto. Forse che qualcuno osserva e annota i like che gli utenti liberamente mettono a link o pagine scomode?? Occupatevi d’altro ed evitate di inviare inviti del tutto inutili e offensivi per l’intelligenza.

Chiesa ha scoperto che Facebook ci controlla e annota i like che gli utenti mettono liberamente a “pagine scomode”. Perché la verità alternativa è sempre scomoda visto che denuncia i soprusi del potere. I solitari combattenti della verità mettono a repentaglio ogni giorno la loro vita per darci notizie che scovano negli anfratti della Rete consultando esperti che solo loro conoscono (nel caso non siano loro stessi gli esperti).
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La reazione dei fan di Chiesa è prevedibile: Facebook vuole indottrinarci e correggerci perché la libertà è pericolosa.
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Qualcuno denuncia di avere il sospetto di essere “controllato da un paio di mesi” rispetto a quello che posta mentre altri fanno notare che le fake news sono altre, quelle dei giornali e dei mass media di regime.
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La paranoia la fa da padrone, tutti ora si sentono spiati e temono la deriva autoritaria del social (o del Paese?). Proprio ora che grazie ad Internet milioni di persone hanno iniziato ad aprire gli occhi e a scoprire che ci sono informazioni che nessuno ci darà mai. Pensate, su Internet si trovano le prove di tutti i complotti e di tutte le malefatte dei governi nazionali. E nessuno dice nulla!
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Qualche eroe solitario è andato anche sulla pagina Facebook di Fondazione Mondo Digitale, l’associazione con cui Facebook ha collaborato per la creazione del vademecum su come riconoscere le bufale e le notizie false. Da questi commenti però possiamo capire una cosa molto semplice: le persone che condividono certe notizie, certi post e certe informazioni sanno benissimo che le fonti cui si abbeverano sono discutibili, altrimenti non griderebbero alla censura ed anzi si riterrebbero “al sicuro”, convinti come sono che loro non stanno diffondendo fake news. Gli utenti quindi sono generalmente perfettamente in grado di riconoscere una fonte seria da una poco affidabile: semplicemente scelgono di seguire quelle pagine e quei siti che già rispecchiano il loro modo di vedere la realtà perché è più comodo e più facile. La verità alternativa per costoro non è “scomoda” ma esattamente il contrario perché non mette in dubbio le loro certezze.

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