Francesca Benevento: la consigliera M5S che ha scoperto il complotto di Big Pharma sui vaccini

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-04-21

Un’eroica consigliera municipale romana ha rivelato su Facebook il solito inquietante retroscena che spiega come un lobbista è riuscito a convincere il Ministero della Salute e il Parlamento Europeo a promuovere una campagna a favore dei vaccini. La storia è così divertente che merita di essere analizzata nel dettaglio

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Dire che il MoVimento 5 Stelle è contro i vaccini, ci faceva sapere Beppe Grillo ieri, è una sciocchezza. Perché le posizioni dei portavoce dei 5 Stelle sui vaccini sono chiare e soprattutto informate. Ad esempio prendiamo il caso della consigliera Francesca Benevento, portavoce eletta al Municipio XII di Roma e Presidente del gruppo M5S al consiglio municipale. La consigliera ieri sera ha deciso di raccontare su Facebook una storia inquietante per dimostrare lo strapotere delle lobby farmaceutiche e il modo con cui controllano non solo il mercato dei vaccini ma anche i nostri politici.
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C’era una volta un lobbista a Bruxelles

A scanso di equivoci la Benevento premette di non conoscere la verità sulla relazione tra vaccini e autismo (gliela diciamo noi: non esiste alcuna correlazione tra vaccini e autismo) perché in ogni caso non è di questo che ci vuole parlare ma di un misterioso colloquio origliato circa due anni fa (quindi dopo il rinnovo del Parlamento europeo) all’aeroporto di Bruxelles. Sappiamo tutti che a Bruxelles c’è una delle sedi dell’Europarlamento e che in quell’ambiente circolano personaggi poco raccomandabili. La nostra eroica consigliera ha avuto la fortuna (o la malasorte) di incrociarne due: il lobbista e il (presunto) presidente della commissione Salute (ENVI). Indovinate un po’ chi era il lobbista? Ovviamente un ex candidato sindaco del Partito Democratico che dopo aver perso le elezioni si era riciclato ed era diventato lobbista. Perché è arcinoto che tutti i politici del PD quando perdono le elezioni intraprendono quella carriera. La nostra consigliera è anche riuscita a riconoscere il lobbista: era l’ex “candidato sindaco del PD a Surmona per le amministrative 2013″. Probabilmente la consigliera si riferisce alla città di Sulmona, in Abruzzo, dove nel 2013 risulta che a vincere le elezioni sia stato proprio il Partito Democratico. Dettagli. Andiamo oltre: il colloquio riguardava la promozione della vendita di vaccini al solo scopo di far incrementare il fatturato delle aziende farmaceutiche. Bingo! Ma per chi lavorava il nostro lobbista? Ovviamente non solo per una ma per molte tra cui la Sanofia Paster che la zelante consigliera ci spiega essere la fusione di Sanofia Ventis e Paster. In realtà l’azienda si chiama Sanofi Pasteur ed è la divisione vaccini della multinazionale francese Sanofi-Aventis che a sua volta è la fusione di due aziende: Sanofi e Aventis. Di nuovo: piccolezze, dettagli che quando si origlia una conversazione possono anche sfuggire.

Come Big Pharma controlla la sanità pubblica

Il nostro lobbista chiede al parlamentare europeo (in realtà a presiedere la Commissione Salute risulta ci sia una donna, ma di nuovo sono dettagli) di impegnarsi per far pervenire finanziamenti europei alla ricerca privata oltre che a quella pubblica ma soprattutto racconta come “alcune pubblicazioni scientifiche” nelle quali i vaccini venivano indicati come causa dell’autismo (tenete a mente che la nostra consigliera ha detto che non conosce la verità sull’argomento) avevano provocato una “riduzione degli introiti delle aziende farmaceutiche e numerosi fallimenti” (cosa che in realtà non risulta) ai quali fecero seguito licenziamenti di dipendenti tra cui lui stesso. Il che è strano perché quel candidato sindaco PD a Sulmona del 2013 risulta facesse un altro lavoro (così come anche i candidati alle amministrative 2016). Ad ogni modo il nostro lobbista, probabilmente preoccupato di perdere di nuovo il posto di lavoro a causa del calo delle vaccinazioni, sarebbe presto andato a parlare con la ministro Beatrice Lorenzin per suggerirle di far partire una campagna di informazione nelle scuole al fine di promuovere le vaccinazioni: cosa che è puntualmente accaduta, coincidenze? Noi crediamo di no anche perché il nostro lobbista suggeriva di estendere i vaccini anti-HPV (quelli al centro dello squallido servizio di Report di qualche giorno fa) anche agli uomini “poiché portatori della malattia nei rapporti gay“. In realtà tutti gli uomini possono contrarre il Papilloma virus anche nei rapporti eterosessuali ma forse la consigliera aveva in mente quella vecchia storia sull’HIV (che non esiste, lo sappiamo bene) che è una malattia dei gay.  Il vaccino anti-HPV è uno strumento efficace per proteggere i maschi da condilomi o verruche genitali, lesioni precancerose e rare forme di cancro. Ciliegina sulla torta il lobbista ci fa sapere anche di lavorare con una casa editrice che pubblica riviste scientifiche. Quindi grazie all’eroico lavoro di spionaggio della consigliera sappiamo: che il PD è immischiato con le lobby farmaceutiche, che le riviste scientifiche sono a libro paga delle lobby, che “la storia” della correlazione tra vaccini e autismo ha fatto perdere parecchi soldi a Big Pharma (quindi è un bene) e che sono state le lobby a convincere la Lorenzin a inserire nei LEA la vaccinazione anti HPV per i maschi (cosa che è avvenuta a inizio 2017). Che colpo di fortuna!
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EDIT DEL 24/04/2017: Ieri la consigliera Benevento, dopo aver coraggiosamente cancellato il post dove svelava le oscure trame di lobbisti, politici e Big Pharma, è tornata a scrivere su Facebook sulla questione per spiegarci qual era il suo obiettivo. Lungi dal riconoscere l’errore, correggere le numerose imprecisioni del suo post (una su tutte: “Surmona”)  e dall’ammettere di aver completamente frainteso il senso della conversazione che ha origliato due anni fa la Benevento sostiene di non aver detto nulla contro i vaccini “perché non ho le competenze specifiche”. La consigliera ricorda di non aver mai fatto il nome del “soggetto interessato”, questo evidentemente in ossequi al precetto dei coraggiosi pentastellati  di aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno all’insegna della trasparenza quanno ce pare (o quando non rischiamo querele). La Benevento continua ad accusare Antonio Iannamorelli di essere un lobbista, dimenticando di dire che fare il lobbista in Italia è una professione come tutte le altre e non costituisce un reato. Forse possiamo dedurre che anche sulle lobby e su Big Pharma la consigliera Benevento non ha “competenze specifiche”? Allora di che parla?

Leggi sull’argomento: La vera storia del complotto sui vaccini raccontato dalla consigliera M5S

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