Godi, popolo! L’Iva sul tartufo è solo al 5% grazie a Lega e M5S

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“Con la fine dell’anno giunge all’epilogo finalmente anche la nostra battaglia per adeguare l’Iva italiana sul tartufo a quella degli altri Paesi europei”: in una nota pubblicata ieri, l’eurodeputato del Partito Popolare Europeo Alberto Cirio, ha così celebrato il provvedimento del governo che ha abbassato l’Iva sul tartufo al 5%. Certo, direte voi, se il deputato aveva tanta fretta di battagliare per adeguare qualcosa al resto dell’Europa poteva farci avere servizi pubblici efficienti come nelle altre città europee, tasse più basse come in alcuni degli altri paesi europei, investimenti decenti in ricerca e sviluppo come in molti degli altri paesi europei. Ma da qualcosa si doveva pur cominciare e allora accontentiamoci del tartufo.



In ogni caso la segretaria di Possibile Beatrice Brignone, prima firmataria nella scorsa legislatura della proposta di legge sul taglio dell’Iva per i prodotti di igiene femminile, qualche tempo fa ha ricordato che quelle del governo Lega-M5S sono vere priorità: “Era difficile aspettarsi un passo in avanti da un governo e una maggioranza poco attenta ai diritti delle donne, e purtroppo le previsioni sono state confermate: la tampon tax è stata respinta, i prodotti per l’igiene femminile continueranno a essere considerati beni di lusso. La riduzione dell’Iva, che era stata proposta, non è stata approvata durante l’iter della Legge di Bilancio in commissione alla Camera. Il governo promette soldi per tutto ma non riesce a reperire pochi milioni per garantire un sollievo economico alle donne che acquistano quei prodotti. Così rinuncia a una misura di civiltà che, tra i tanti aspetti, ha anche una ricaduta sulla salute”. Invece su Twitter c’è chi giustamente nota che forse c’è un conflitto d’interesse dietro…



Foto copertina da: Basta Buonismo

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