Economia
Istat, gli occupati in calo e la propaganda del governo
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2015-12-01
-39mila posti di lavoro nell’ultimo mese, il calo è determinato dai lavoratori autonomi (tra cui i collaboratori); i dipendenti rimangono invariati. Il tasso di disoccupazione scende ai livelli del settembre 2012. Ma…
Dopo la crescita registrata tra giugno e agosto (+0,5%) e il calo di settembre (-0,2%), ad ottobre la stima degli occupati diminuisce ancora dello 0,2% (-39 mila). Lo ha comunicato l’Istat spiegando che su base annua l’occupazione cresce dello 0,3% (+75 mila persone occupate). Il calo è determinato dagli autonomi (tra cui anche i collaboratori), mentre i dipendenti restano sostanzialmente invariati.
A ottobre il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati), è pari al 39,8%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente. Dal calcolo del tasso di disoccupazione sono esclusi i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, nella maggior parte dei casi perché impegnati negli studi. L’incidenza dei giovani disoccupati sul totale dei giovani è pari al 10,3%. Un’incidenza che aumenta a ottobre di 0,1 punti percentuali. Nell’ultimo mese il tasso di occupazione tra i 15-24enni rimane stabile, mentre il tasso di inattività cala di 0,1 punti. Ad ottobre il tasso di disoccupazione totale è invece sceso all’11,5% dall’11,6% di settembre: si tratta del dato più basso dal dicembre 2012 quando la disoccupazione era all’11,4%.
Negli ultimi due mesi l’occupazione totale cala di 85mila unità, mentre a trovare lavoro sono soprattutto gli over 50 (incremento del 3,1%, di più rispetto alle altre classi di età, stanno dietro i 35-49enni). Gli inattivi negli ultimi due mesi sono quasi centomila.
Il calo della disoccupazione sembra quindi soprattutto un effetto dell’aumento degli inattivi, anche se il portavoce di Matteo Renzi Filippo Sensi alias @nomfup non sembra essersene accorto (come del resto spesso gli capita).
Secondo @istat_it la disoccupazione è in calo in Italia, ai minimi da quasi tre anni; il dato più basso dal dicembre 2012 #cosedilavoro
— nomfup (@nomfup) 1 Dicembre 2015
Francesco Seghezzi di Adapt, l’associazione fondata da Marco Biagi nel 2000 per promuovere studi e ricerche nell’ambito delle relazioni industriali e di lavoro, su Twitter ribadisce qualche elemento di verità:
Negli ultimi tre anni è infatti cresciuta, in Italia, solo l’occupazione tra gli over 50: +13,9%, pari a circa 900 mila occupati in più tra gennaio 2013 e ottobre 2015.Probabilmente, grazie al Jobs act e alle altre misure in materia di lavoro varate dal governo, nella seconda metà del 2015 si osserva una ripresa degli occupati 15-34enni che a ottobre 2015 tornano ai livelli di meta’ 2014. Gli occupati under 50 sono invece in calo fino alla prima metà del 2015, il calo è stato più consistente nel 2013, in particolare per le persone tra 15 e 34 anni (-6,3%, pari a un calo di oltre 300 mila occupati da gennaio 2013 in questa classe di età). Gli occupati 35-49enni diminuiscono lungo l’intero triennio, registrando un calo del 4,4% (circa -450 mila). A spiegare l’andamento dell’occupazione nelle diverse classi di età “contribuisce evidentemente il progressivo invecchiamento della popolazione” che nel periodo da gennaio 2013 a settembre 2015 registra una crescita del 4,7% tra gli over 50 (+4,6% tra i 50-64enni), a fronte del calo delle persone tra 15 e 34 anni e tra 35 e 49 anni (rispettivamente -2,2% e -3,0%). All’impatto della dinamica demografica, per gli over 50 si somma quello ancor più rilevante della “maggiore partecipazione al mercato del lavoro, determinata anche dalle minori uscite per pensionamento a seguito dei cambiamenti della normativa previdenziale”, sostanzialmente per effetto della legge Fornero. Il tasso di occupazione delle persone tra 50 e 64 anni cresce nell’ultimo triennio di 4,6 punti percentuali. Si stima che circa il 70% della crescita occupazionale dei 50-64enni sia determinato dalla maggiore partecipazione al lavoro e il restante 30% dalla crescita demografica. Nello stesso periodo il tasso di occupazione dei 15-34enni è in calo di 1,7 punti e quello dei 35-49enni di 1,1 punti. Tra i più giovani la minore partecipazione al mercato del lavoro e’ determinata anche dal prolungamento degli studi che ritarda l’ingresso nel mercato del lavoro. Per i 15-34enni si stima che circa il 65% del calo occupazionale sia dovuto alla minore partecipazione al mercato del lavoro e circa il 35% al calo demografico.