Le interviste «apparecchiate» a Di Maio e Di Battista su La7 (e altrove)

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-03-06

«Io sono stufo che ad ogni trasmissione Di Maio e Di Battista si sottraggano al confronto»: Stefano Esposito, senatore del Partito Democratico, lascia in polemica lo studio di Tagadà dopo l’intervista a Luigi Di Maio andata in onda durante la trasmissione. «Ho aspettato diligentemente ma è stata fatta un’intervista-monologo. Io mi confronto con tutti. Di …

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«Io sono stufo che ad ogni trasmissione Di Maio e Di Battista si sottraggano al confronto»: Stefano Esposito, senatore del Partito Democratico, lascia in polemica lo studio di Tagadà dopo l’intervista a Luigi Di Maio andata in onda durante la trasmissione. «Ho aspettato diligentemente ma è stata fatta un’intervista-monologo. Io mi confronto con tutti. Di Maio ha detto una quantità di sciocchezze, le ha evase tutte, ha detto delle bugie infamanti. Io sono pronto a tornare quando Di Maio e Di Battista saranno pronti al confronto», ha concluso il senatore.

Le rimostranze del senatore Esposito sono in effetti giuste. Da molto tempo infatti le trasmissioni televisive che ospitano alcuni esponenti del MoVimento 5 Stelle sono “costrette”, per portare a casa l’intervista, a organizzare un faccia a faccia con il conduttore. Quando questo non succede, accade invece che la comunicazione del M5S metta il veto sulla presenza di alcuni ospiti, come ha raccontato il professor Paolo Becchi di recente. Per questo fa anche sorridere che la conduttrice Tiziana Panella dica nel video «Io ho il diritto di intervistare chi voglio» quando sa benissimo che in realtà quello a cui si sta piegando è un obbligo: l’alternativa è o quel tipo di intervista o nessuna intervista. Vista invece la delicatezza dell’argomento – il caso Lotti e le possibili ripercussioni sul governo – sarebbe il caso di evitare interviste a due e concedersi al dibattito pubblico, dove ognuno potrà farsi la sua opinione. Se non è troppo chiedere.

Leggi sull’argomento: Perché la comunicazione M5S ha paura di Paolo Becchi?

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