Il tour degli schiaffi a Matteo Salvini

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-04-28

Matteo Salvini, poverino, non può andare in piazza per dire che vuole affondare i barconi dei migranti o radere al suolo i campi nomadi che subito scatta la contestazione. Dove andremo a finire signora mia se non si può nemmeno essere razzisti pubblicamente?

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Il grande comunicatore non può parlare. Ad accorgersene e a lamentarsene è Filippo Facci su Libero di oggi, in un pezzo dal titolo “Il nuovo sport nazionale:non far parlare Salvini” in cui lamenta l’intolleranza di coloro che accusano Matteo Salvini di essere appunto intollerante, e razzista. Il tour elettorale del “Capitano” infatti ha preso una brutta piega: ovunque vada trova ad attenderlo contestatori e manifestanti che esprimono tutta la loro insofferenza nei suoi confronti. E Matteo è costretto a scendere in piazza circondato da un cordone di agenti in assetto anti-sommossa.

Libero di oggi su Matteo Salvini
Libero di oggi su Matteo Salvini

L’ASSALTO AL CARROCCIO
Filippo Facci lamenta la poca democraticità dei contestatori di Salvini, che con il “pretesto” di denunciare le sue politiche razziste e le sue dichiarazioni xenofobe impediscono la libertà di parola del nostro. C’è da chiedersi come abbia fatto il giornalista di Libero a trattenersi per tutto il pezzo dal chiedersi se magari “gli esponenti dei centri sociali” – i soliti pacifinti – non fossero anche loro Charlie qualche mese fa (ma in fondo pure Salvini e la Le Pen erano Charlie…). Ormai Salvini può parlare solo in televisione dove non rischia di essere interrotto durante i suoi deliri (o su Facebook dove invece preferisce bannare i contestatori). Non appena Salvini si azzarda a mettere piede sotto il Pò rischia di essere fischiato, insultato o bersagliato da lanci di oggetti. Eppure lui continua, dopo Ancona dove è stato accolto da un lancio di uova e pomodori
salvini ancona contestazioni facebook
il nostro eroe ha cercato di bissare l’ingresso al campo nomadi di qualche giorno fa e ha tentato di entrare all’Hotel House di Porto Recanati, una struttura che ospita degli immigrati, ma l’accesso gli è stato impedito dagli stessi immigrati. Poco male, ci è riuscito lo stesso a fare un post su Facebook in cui invoca l’intervento del “nuovo carroccio”: la ruspa.
porto recanati salvini hotel house
MADAMINA, IL CATALOGO È QUESTO
E non si tratta di episodi isolati; Facci si improvvisa Leporello e ci propone un catalogo delle contestazioni che ha subito Salvini. Da Palermo a Roma, da Napoli a Torino passando per Livorno la minuta contabilità delle manifestazioni anti-Salvini racconta di un’Italia che odia il leader della Lega. Sembra quasi che sia proprio per risollevarsi il morale e sentirsi tra amici che Salvini abbia sentito la necessità di fondare il suo nuovo partito Noi con Salvini. In realtà Matteo semplicemente chiagne e fotte come dicono a Napoli. Le contestazioni gli danno il pretesto per giocare a fare la vittima. Per poter dire che non è lui il vero cattivo (quello che vuole radere al suolo i campi nomadi) ma ci sono altri più cattivi di lui e non sono quelli di Casa Pound con cui la Lega ha un’imbarazzante comunione d’intenti. Lui è una persona per bene, come i suoi elettori, i cattivi sono sempre gli altri e nella Lega 2.0 non importa nemmeno se sono stranieri o italiani. Le forze antidemocratiche sono solo quelle che si oppongono alla rivoluzione salviniana. Il tour elettorale del leader leghista che Facci dipinge come una via crucis è in realtà una campagna elettorale passivo-aggressiva dove ogni “schiaffo” è narrato nei minimi dettagli sui social.
passivo aggressivo salvini
Salvini non è ingenuo e sa che gli insulti che riceve in piazza sono un ottimo carburante per la sua ruspa e per scavare un solco tra il suo elettorato e quello dei partiti “buonisti”. Dopo aver saturato l’etere e la Rete con i suoi proclami anti-nomadi, anti-stranieri e anti-tutto da vero troll sa come gettare l’esca e aspettare la reazione degli oppositori politici. Fa più notizia un Salvini che incontra sul suo terreno (in Veneto o in Lombardia) decine di simpatizzanti leghisti o un Salvini che va in “terronia” e non riesce a parlare per colpa di “30 figli di papà dei centri a-sociali“? Ed infatti un pezzo dell’Huffington Post oggi ci racconta che proprio grazie agli insulti Salvini è in crescita nei sondaggi: le provocazioni e gli insulti gli sono valsi cinque punti percentuali negli ultimi sei mesi.
salvini ruspe
Foto copertina via Twitter.com

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