Il “piccolo” problema di Roberto Fico con lo statuto dei gruppi parlamentari del M5S

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-04-10

Da candidato del M5S ha firmato il Codice Etico che prevede la penale da 100mila euro per i deputati che abbandonano il gruppo parlamentare. Da Presidente della Camera dovrà rispondere a Riccardo Magi che gli chiede di intervenire su quella norma – recepita dallo Statuto – perché è incostituzionale. Cosa farà?

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Nel suo discorso di insediamento il Presidente della Camera Roberto Fico ha più volte ribadito alcuni concetti fondamentali che guideranno il suo mandato. Fico ha detto ad esempio che il Parlamento deve ritrovare «la centralità che gli è garantita dalla Costituzione» e che i deputati non devono subire «pressioni esterne inaccettabili» perché «soltanto un lavoro indipendente può dare vita a leggi di qualità». Il Parlamento deve tornare a essere il punto di riferimento per i cittadini e i parlamentari devono attenersi a quanto scritto nella Costituzione. Una presa di posizione, quella di Fico, in perfetta sintonia con il suo ruolo istituzionale.

Quella norma incostituzionale dello Statuto dei gruppi parlamentari del M5S

Ma c’è un problema. Roberto Fico è anche un deputato del MoVimento 5 Stelle. Ed in quanto deputato pentastellato nel momento in cui ha accettato la candidatura ha sottoscritto il Codice Etico del partito. Il Codice Etico è poi diventato, nei giorni scorsi, il cuore dello Statuto dei gruppi parlamentari a 5 Stelle di Camera e Senato. Fino a qui nulla di strano, se non fosse che Codice Etico e Statuto prevedono che i deputati e i senatori che abbandonano il Gruppo Parlamentare a causa di espulsione, per abbandono volontario o per dimissioni determinate da dissenso politico saranno obbligati a pagare una penale da 100.000 euro al MoVimento 5 Stelle.

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La norma prevista dal Codice Etico del M5S è stata recepita anche nello Statuto votato a fine marzo da deputati e senatori (non senza qualche malumore). Il comma 5 dell’articolo 21 dello Statuto del gruppo parlamentare della Camera dei deputati (e analogamente quello del Senato) prevede infatti che «Il deputato che abbandona il gruppo parlamentare a causa di espulsione ovvero abbandono volontario ovvero dimissioni determinate da dissenso politico sarà obbligato a pagare, a titolo di penale, al MoVimento 5 Stelle, entro dieci giorni dalla data di accadimento di uno dei fatti sopra indicati, la somma di euro 100.000,00».

Il dilemma di Fico: Presidente della Camera o attivista a 5 Stelle?

Molto probabilmente nessuno sarà costretto a sborsare 100mila euro in caso di espulsione o di abbandono volontario del gruppo M5S. Questo perché la norma che lo prevede è incostituzionale. Succede però ora che il Presidente della Camera, la terza carica dello Stato, che dal suo scranno il giorno dell’insediamento prometteva di difendere la Costituzione e il ruolo centrale del Parlamento abbia sottoscritto un Codice etico che è in netto contrasto con l’articolo 67 della Costituzione che sancisce che «Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato».

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C’è una buona ragione per cui la Costituzione non prevede il vincolo di mandato, ovvero per evitare pressioni nei confronti di quel deputato o senatore. Pressioni che potrebbero avere lo scopoe di costringer gli eletti a fare qualcosa che va contro la loro libertà personale. Inoltre bisogna tenere conto che chi cambia partito non lo fa contro la Costituzione, contro la legge o fuori dalle regole ed è quindi assurdo che un partito pretenda di limitare la libertà degli eletti, votati dal Popolo, “ricattandoli” con la minaccia del pagamento di una penale.

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via Facebook.com

Ed è per questo che, come riferisce oggi Repubblica, Riccardo Magi, eletto alla Camera con +Europa, ha scritto a Roberto Fico “per chiedere un suo intervento sul comma dello statuto grillino che prevede una multa di 100 mila euro per i parlamentari che intendano lasciare il gruppo”. Magi spiega che “quel passaggio è incostituzionale perché viola il divieto di mandato imperativo previsto dall’articolo 67”. Secondo il segretario dei Radicali Fico deve intervenire al più presto, prima che la questione venga sollevata in Tribunale e finisca davanti alla Consulta. La questione posta a Fico non è di poco conto, da un lato in quanto Presidente della Camera è garante di tutti i parlamentari e del rispetto della Costituzione. Dall’altro in quanto dirigente del M5S – che ha sottiscritto il Codice Etico – si trova nella posizione di esprimere un giudizio negativo sul regolamento adottato dai gruppi parlamentari del suo partito.

EDIT:

Riccardo Magi ha postato su Facebook il testo delle lettera inviata a Roberto Fico sullo statuto del Gruppo Parlamentare del Movimento 5 Stelle. Nel testo Magi ricorda le varie sentenze della giurisprudenza costituzionale sul tema del vincolo di mandato e sul divieto di mandato imperativo che “fin dagli albori della democrazia rappresentativa – si legge – rappresenta anzitutto la rivendicazione di una legittimazione: quella dell’eletto che riposa sulla collettività nazionale nella sua interezza”.

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Secondo Magi l’inerzia o l’indifferenza alla regola della penale da 100mila euro dei 5 Stelle “si tradurrebbe in una acquiescenza complice allo svuotamento  e indebolimento della funzione parlamentare come concepita dal legislatore costituente”.

Leggi sull’argomento: Il terzo uomo tra M5S, Lega e PD

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