«Il capo del M5S ora è Casaleggio»

Paolo Becchi sul Giornale analizza il codice di comportamento dei grillini per Roma. E trova un punto molto interessante

Il professor Paolo Becchi, un tempo ascoltato opinionista del blog di Beppe Grillo e oggi in rotta con il MoVimento, sul Giornale oggi pubblica un articolo che analizza il codice di comportamento degli eletti dei grillini a Roma e osserva un punto molto interessante:



Tenuto conto che Grillo ha ormai di fatto rinunciato ad esercitare il ruolo di capo politico del Movimento, appare evidente che con questo documento per la prima volta viene formalmente e pubblicamente riconosciuto che la guida direttiva del Movimento è oggi rappresentata unicamente da Casaleggio e dal suo staff. Ossia– sempre formalmente– da una persona e da uno staff, la cui composizione non è mai stata resa pubblica dal Movimento. Si tratta, evidentemente, di un sovvertimento completo dell’Associazione M5S e della sua organizzazione. Lo Statuto, infatti, prevede, all’articolo 11, che «organi dell’associazione» siano unicamente l’Assemblea dei soci, il Consiglio direttivo – composto da Beppe Grillo, Enrico Grillo ed Enrico Maria Nadasi – e il presidente, Beppe Grillo. Poiché nulla viene previsto per il rinnovo eventuale degli amministratori e del Consiglio direttivo, la relativa competenza spetta esclusivamente all’Assemblea dei soci (ossia a tutti gli iscritti al M5S). Nulla viene, inoltre,previsto circa altri organi eventuali.

Il codice di comportamento del M5S Torino pubblicato da Repubblica

Ma adesso, osserva Becchi, le cose sono cambiate:



Oggi, diversamente, i poteri di direzione politica dell’Associazione vengono attribuiti ad una persona che non ricopre alcuna carica in essa e che eserciterà quanto gli vienedelegato attraverso uno staff che non solo assume tutti i poteri originariamente attribuiti al Consiglio direttivo ed al presidente, ma che ha controllo assoluto sull’operato politico degli eletti (articolo 3 del Codice: «Il sindaco, gli assessori e i consiglieri del M5S dovranno operare in sintonia con i principi del M5S, con gli obbiettivi sintetizzati nel programma del M5S per Roma Capitale, con le indicazioni date dallo staff coordinato dai garanti del Movimento 5 Stelle»). Il dato politico è evidente: da oggi, Casaleggio (ed il suo staff) viene pubblicamente riconosciuto come capo politico del nuovo partito. È il momento che la base del movimento– gli iscritti, i soci – reagisca, dimostrando che il movimento è dei cittadini, dei suoi iscritti, e non di una società di capitali. E non è escluso che un intervento del Tribunale possa riservare sorprese e che Casaleggio sia costretto a svelare le carte che eventualmente lo hanno reso capo del nuovo partito.