Il nuovo corso di Virginia Raggi su AMA ed ATAC puzza di vecchio

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-11-29

Il vento sta cambiando a Roma: dopo cinque mesi Virginia Raggi si è risolta ad adottare misure già previste dalle precedenti amministrazioni. Con un pizzico di novità: le presenta come “il nuovo corso”. Non sarà mica che la strategia del M5S a Roma è criticare per mesi quello che facevano “prima” salvo poi farlo completamente allo stesso modo?

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Grandi novità al Campidoglio, ieri la Sindaca Virginia Raggi e l’assessora Paola Muraro hanno presentato il nuovo piano di AMA, la municipalizzata che si occupa della raccolta dei rifiuti. Ma non finisce qui, perché è in Commissione Trasparenza è stato annunciato anche il nuovo piano di ATAC, l’azienda dei trasporti romani. A presentarlo è stato il nuovo amministratore unico dell’Azienda Marco Fantasia, succeduto ad Armando Brandolese, dimessosi a fine agosto assieme al direttore generale Marco Rettighieri per incomprensioni con l’assesora ai trasporti Linda Meleo.
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La “discontinuità” in ATAC che presenta un piano simile a quelli di Rettinghieri

Tra i punti di contrasto tra Rettighieri e Giunta Cinque Stelle c’era il piano di dismissione degli immobili di proprietà di ATAC. I proventi della dismissione delle rimesse e dei depositi sarebbero dovuti andare a sanare parte del buco nei conti dell’azienda dei trasporti capitolina, ma il M5S appena arrivato nelle stanze dei bottoni del Campidoglio si era opposto al piano industriale approvato dal consiglio di amministrazione, dal collegio dei sindaci di Atac e soprattutto dalla precedente gestione commissariale guidata dal Prefetto Paolo Tronca. Secondo Rettighieri «Per avere liquidità, bastava sbloccare il piano di dismissione degli immobili non strumentali». Un’operazione di vendita di immobili non utilizzati che avrebbe potuto portare nelle casse dell’azienda fino a «160 milioni di euro», come si legge nella relazione del 24 giugno. Il piano industriale 2015-2019 bloccato dalla Giunta Raggi prevedeva che solo dall’alienazione di cinque immobili dismessi sarebbero arrivati 98,2 milioni di euro. Secondo Rettighieri il fatto che la nuova Amministrazione avesse contestato il piano di dismissione significava mettere in discussione il piano industriale stesso, questo per far capire quanto fosse importante la vendita degli immobili all’interno del piano di risanamento di ATAC. Ieri però abbiamo appreso che nel nuovo piano industriale elaborato da Fantasia è prevista la dismissione dell’intero patrimonio non strumentale all’azienda. Questa secondo Fantasia rappresenta una “discontinuità significativa” con la governance precedente “perché si prevedeva solo la dismissione di sei immobili. Il prossimo piano opererà sull’intero patrimonio, cioè circa 20 immobili”.

Sui rifiuti Raggi e Muraro copiano Marino, Tronca e Fortini

Su AMA il “nuovo corso” a Cinque Stelle che dimostra una certa affinità con il piano elaborato da Penelope in attesa di Ulisse mostra ancora maggiori continguità con quanto già previsto e stabilito dalla giunta guidata da Ignazio Marino. La Sindaca e l’assessora Muraro hanno annunciato trionfanti le “nuove” iniziative che segnano l’inizio di “una nuova stagione per Ama che segna una netta discontinuità con il passato”. La prima è il ripristino del servizio di ritiro a domicilio per gli ingombranti che partirà il primo dicembre. Si tratta in realtà di una misura già esistente durante la sindacatura di Ignazio Marino, che l’aveva fatta avviare nel 2014 in modo totalmente gratuito per l’utente proprio per evitare ad esempio la comparsa di frigoriferi abbandonati per strada. Come spiegano il sito del comune di Roma e quello dell’AMA, la raccolta di rifiuti ingombranti era stata sospesa (dal 17 giugno…) perché la gara è saltata. Da allora ci sono voluti ben cinque mesi alla Raggi per uscirsene con questo nuovo corso che segna una discontinuità con il passato (se non per il piccolo dettaglio che il passato sono i cinque mesi di governo pentastellato). Ma andiamo avanti: la Raggi ha annunciato l’attivazione di nuove dieci isole ecologiche. Ma si tratta  l’Amministrazione precedente aveva concordato con i Municipi (il il V, il VI il IX, il X il XII, il XIII e il XIV) e che infatti sono già presenti nella delibera Tronca come si può leggere pure sul sito del Comune di Roma. In merito alle aree ecologiche la precedente amministrazione aveva dato in concessione in comodato d’uso ad Ama 32 aree “nelle quali l’azienda potrà realizzare strutture di servizio, sedi a supporto della raccolta differenziata e nuovi Centri di Raccolta per rifiuti ingombranti“; Tronca aveva individuato anche i siti da riqualificare, di concerto con il Dipartimento Patrimonio comunale che sono “perlopiù localizzati nelle periferie della città, in aree abbandonate e degradate”.
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In questi cinque mesi però Raggi e Muraro sono riuscite a trovare con i Municipi interessati un accordo solo su dieci di queste. Un lavoro davvero ben fatto, visto che già era stato compiuto da chi li aveva preceduti. Anche la “novità”  annunciata sull’invio all’estero dei rifiuti indifferenziati al fine di alleggerire il Tmb Nuovo Salario non è poi così una novità visto che la gara europea con la quale la tedesca Enki si è aggiudicata lo smaltimento di 160 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati all’anno è stata vinta dai tedeschi a dicembre 2015. La Enki sarebbe stata pronta fin da fine aprile ma alcune lungaggini burocratiche e la mancata autorizzazione da parte di Regione Lazio hanno di fatto impedito l’inizio dei trasferimenti dei rifiuti romani in Nord Europa. Inoltre a caldeggiare questa soluzione e ad aprire il bando di gara è stato proprio l’ex presidente di AMA Daniele Fortini, finito ai ferri corti proprio con Paola Muraro che ieri ha annunciato: “entro metà dicembre verrà attivato il trasporto all’estero dei rifiuti indifferenziati, che andranno prima in Austria e poi in Germania. Questo innanzitutto per scaricare l’impianto tmb Salario, che verrà riconvertito: non ci saranno più lavorazioni e verrà smantellato il biofiltro. Noi puntiamo alla selezione“. Si tratta di un contratto da 4 anni che costerà 138 euro a tonnellata. C’è da dire però che il bando di gara era per 600 mila tonnellate di rifiuti all’anno, ma è stata assegnata solo la parte relativa ad Enki. Per le altre 440 mila tonnellate di rifiuti messe a bando non è ancora stata trovata una soluzione. Non sarà mica che il nuovo vento romano a Cinque Stelle è proprio il Marino?
 

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