Il giallo dei marò con Falkor a Torino

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Il manifesto fake smentito da Fratelli d'Italia. Che deve già difendersi da altre accuse di strumentalizzazione

«Ringraziamo gli autori di questo manifesto fake per la pubblicità gratuita che ci hanno fatto a Torino e in tutta Italia, in un periodo nel quale stampare e affiggere manifesti non è economico»: alla fine Fratelli d’Italia smentisce con una nota sulla sua pagina Facebook e il necessario sarcasmo di aver commissionato e firmato i manifesti che ritraggono Latorre e Girone con Falkor, il drago della fortuna de La Storia Infinita. I manifesti sono comparsi a Torino con la firma di Fratelli d’Italia e hanno evidentemente messo in difficoltà il partito di Giorgia Meloni, reduce dalla topica dei marò nel presepe.

I manifesti dei marò con Falkor di La storia infinita

Già da qualche tempo infatti Fratelli d’Italia è stato accusato da partiti e movimenti alla sua destra di aver strumentalizzato la vicenda dei due marò. Su Primato Nazionale, vicino a Casapound, si leggeva ad esempio:



Sarebbe però bello evitare di fornire a tali miserabili degli assist così invitanti. Le statuine dei marò nel presepe hanno esattamente quella dimensione trash per cui la battuta sorge spontanea anche a chi abbia a cuore il caso di Latorre e Girone. Figurarsi che potrebbe tirar fuori Crozza con una cosa così.
Perché a tutto c’è un limite. Non è facendo i portacenere o le cravatte con la scritta “marò liberi” che risolveremo la questione, ma con un sussulto di orgoglio nazionale che o c’è nelle istituzioni o va loro imposto. La paccottiglia kitsch non serve e anzi danneggia questa presa di coscienza. La destra italiana dovrebbe capirlo e uscire finalmente dalla sindrome di Predappio. Decenni di gite fantozziane e di camicie nere sporche di ragù hanno già fatto abbastanza danni. Evitiamo di aggiungere al cafonal nazionalista anche i marò di cartapesta.

Ieri un articolo dello stesso tenore era stato pubblicato prima e cancellato poi. Ecco quindi il motivo della smentita di Fratelli d’Italia: evitare altre accuse del genere che scoprono il fianco del partito alla concorrenza elettorale. Chi ha fatto i manifesti evidentemente e magari senza farlo apposta ha colto nel segno.