Il Gender vuole sterminare la razza umana!1!

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-09-03

Padre Carbone ci spiega che “il gender” mira a ridurre la popolazione umana per creare una società senz’anima e soprattutto piena di omosessuali

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Settimana ricca di avvenimenti questa sul fronte Gender. Manca poco all’inizio dell’anno scolastico ed è importante per i genitori bigotti non farsi trovare impreparati di fronte alla minaccia del gender. In mancanza di notizie davvero nuove e soprattutto vere i fanatici della famiglia naturale riciclano notizie vecchie e propongono una nuova versione della loro catena di Sant’Antonio estiva. Ora sembra che per abrogare una legge sia sufficiente scrivere in moltissimissimi ad un Ministro et voilà, quello lì con un colpo di penna la cancella, in barba alle procedure democratiche. Questa metodologia sembra molto simile a quella adottata dai bimbi ai quali è stata inculcata la pericolosa educazione Christmas che scrivono le letterine ad uno strano “Babbo” che non è sposato e vive con degli elfi. Che tempi signora mia.

Via Facebook.com/linus
Via Facebook.com/linus

IL NUOVO MESSAGGIO ANTI-GENDER
Continua l’attacco contro la scuola e, in particolare, la riforma della scuola voluta dal Governo Renzi. Il nuovo capitolo è un messaggio che circola tra i genitori invitandoli a scrivere al Ministro Giannini una mail chiedendole “il ritiro immediato” del DDL sulla “Buona Scuola” dal momento che conterrebbe l’educazione gender obbiligatoria. Come abbiamo però spiegato, e come ha ribadito la Ministro dell’Istruzione all’interno della riforma della scuola non esiste alcun riferimento alla cosiddetta educazione gender. Semmai il DDL ha recepito una parte di quanto contenuto nel DDL Fedeli riguardo la lotta alle discriminazioni. Un tema sul quale anche i cattolici dovrebbero potersi riconoscere, se non fossero accecati dai pregiudizi nei confronti di chi è diverso. OPS.

La Francia abbandona il progetto gender. Hanno vinto le famiglie – http://www.ilfoglio.it/articoli/2014/06/20/la-francia-abbandona-il-progetto-gender-hanno-vinto-le-famiglie___1-v-118388-rubriche_c155.htm
I: In senato è passato ieri il DDL sulla scuola con obbligatoria l’educazione gender.
Manca ancora però il passaggio alla camera.
Passa parola. Manda mail alla ministra Giannini: “Sono contraria al DDL sulla scuola in quanto contiene l’educazione gender obbligatoria e ne chiedo il ritiro immediato”.
stefania.giannini@senato.it
Facciamo girare. Ognuno lo inoltri ad almeno 5 contatti e raggiungiamo entro oggi un milione di adesioni! Facciamoci Forza!!

 
LA REPLICA DI PADRE CARBONE
Su Tempi è stata invece pubblicata una lunga intervista a Padre Giorgio Maria Carbone, il domenica salito agli onori delle cronache per quel video, pubblicato da Repubblica, dove spiegava che gli omosessuali muoiono prima degli eterosessuali. Padre Carbone ribadisce che lui ha solo raccontato quanto emerso da una ricerca scientifica ma, già che c’è ci dice di più sui matrimoni tra omosessuali e i pericoli del gender. Andiamo con ordine, secondo Padre Carbone un intervento del legislatore in materia di unioni civili omosessuali non è necessario perché la maggior parte dei diritti è già garantita da una serie di norme e sentenze della Corte Costituzionale. In particolare il domenicano cita l’articolo 3 della legge 91/1999 sui trapianti di organi che ha equiparato coniugi e conviventi more uxorio e alcune sentenze della suprema Corte come questa che però lascia fuori la questione della legittima (per le famiglie “normali” invece è scontata) mentre quest’altra sentenza che si è espressa sull’argomento della pensione di reversibilità stabilendo che non è incostituzionale negarla al convivente. Riguardo quest’ultima sentenza, che per Padre Carbone dimostra che la certezza del rapporto è garantita solo dal matrimonio c’è però da rilevare che in primo luogo la pensione di reversibilità è garantita anche quando il rapporto matrimoniale è venuto cessare con il divorzio, in secondo luogo la Corte già all’epoca invitava il legislatore a provvedere a sanare la situazione scrivendo che «le esigenze solidaristiche evidenziate dal rimettente possono trovare la sede idonea alla loro realizzazione nell’attività del legislatore e non già nel giudizio di legittimità costituzionale». In secondo luogo nella stessa sentenza la Corte denunciava la «irragionevolezza della disparità di trattamento insita nel riconoscere la pensione di reversibilità al coniuge, ancorché separato o divorziato, negandola, invece, al conviventemore uxorio, pur se il suo rapporto sia dotato di <<quegli stessi requisiti di stabilità e certezza tipici del rapporto di coniugio>>». Va rilevato infine che in quelle situazioni, come nel caso della Legge 40, dove è la magistratura a fare la legge, emendandola e correggendola, e non il legislatore è evidente la necessità per la società civile di dotarsi di un provvedimento normativo emanato dagli organi competenti, nel nostro caso il Parlamento. Bisogna inoltre ricordare a Padre Carbone che, sempre a proposito di sentenze (visto che ama rispettarle) che esiste una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che condanna il nostro Paese per il mancato riconoscimento delle unioni omosessuali. La corte ravvisa una violazione, da parte dell’Italia, dell’Art 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
 
PADRE CARBONE E LO STERMINIO DEL GENDER
Una volta risolta la questione dei matrimoni gay (non s’hanno da fare) il reverendo Padre si lancia in una dotta disquisizione sui pericoli dell’ideologia gender. Come ha imparato dagli insegnamenti di un allevatore altoatesino che ha capito subito, lui, che se tutti fossero omosessuali come vorrebbe farci diventare il gender la razza umana finirebbe per scomparire. Infatti il gender ha come scopo, questa la potente rivelazione del religioso che cita solo studi scientifici, una riduzione della popolazione. Ecco perché i gay vivono meno, è colpa del gender che li uccide?

Cosa intende con «prendere atto della realtà»?
Le farò un esempio banale che penso renda l’idea. Una decina di giorni fa mi trovavo in montagna a Siusi e mi è capitato di parlare con un contadino proprietario di una stalla e di un pollaio. Questi mi diceva: «Qui la prospettiva del gender non attacca. I miei figli vivono a contatto con gli animali e sanno benissimo che se le cose stessero diversamente da come stanno, nel giro di poco, noi la stalla e il pollaio non li avremmo più». Mutatis mutandis, questo lo dico perché io sospetto che la prospettiva di genere non abbia come scopo un allargamento delle libertà, ma la riduzione della popolazione secondo un piano malthusiano. Perché serve un contadino altoatesino per spiegarcelo? Perché lui è rimasto aderente alla realtà.

Ma non è finita qui perché Padre Carbone riprende anche la storia dell’innaturalità delle questioni di genere, la colpa è dell’uomo che oggi (solo oggi eh) si trova a vivere immerso in una prospettiva tecnologica. Ah, quanto erano belli i tempi andati quando si penzolava dalle liane senza utensili di ogni sorta, apprezzando il “dato creaturale”. OH WAIT, all’epoca non c’era nemmeno la religione cattolica.

Ma c’è un ultimo fattore importante che vorrei sottolineare.
Quale?
La prospettiva di genere propone un uomo tondo che si modifica a proprio piacimento, senza apprezzare il dato creaturale. Si basa su una visione strumentale dell’uomo. Noi, oggi, ci troviamo circondati da manufatti, da opere create da noi. Cose bellissime e straordinarie, frutto del nostro ingegno e della nostra intelligenza. Quindi è cresciuto il nostro sguardo su questa realtà costruita e de-costruita da noi, “manipolata” vorrei dire, liberando il termine da ogni accezione negativa. Ma ciò che è venuto meno è lo sguardo contemplativo, cioè la capacità di accorgersi che siamo circondati da una bellezza che non abbiamo creato noi, che esiste anche senza il nostro intervento. La prospettiva di genere estende sulla persona umana l’atteggiamento costruttivo e decostruttivo, arrivando a intaccarne persino la psiche: io, maschio, posso “manipolare” la mia identità a piacimento, comportandomi da femmina e pensando come una femmina. Ecco, io, qui, dal mio rifugio a Napoli, ammiro questo meraviglioso paesaggio, cantato da grandi anime come Goethe e recupero lo sguardo sulla realtà, ammirando e gioendo per una bellezza che è prima di me e che è stata creata per me.

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