La parola chiave è avvocato postulatore, o più semplicemente postulatore. I postulatori sono coloro che istituiscono le cause di canonizzazione e beatificazione presso la Chiesa cattolica, ovvero promuovono le canonizzazioni e le beatificazioni. Non ci vuole molto a comprendere che da loro dipende il buon esito di una causa di canonizzazione e beatificazione: il lavoro può durare anni oppure meno, non ci sono tempi fissi. Ma qualcuno più bravo c’è. E secondo le risultanze della procura di Terni che coinvolge l’esperta di pubbliche relazioni Francesca Immacolata Chaouqui e suo marito Corrado Lanino – indagati per estorsione e intrusione informatica – c’è una rete (che non necessariamente c’entra con l’indagine per estorsione e intrusione informatica) che riguarda lo IOR e le cause di canonizzazione.
Ci sarebbero infatti un centinaio di conti presso l’Istituto per le Opere Religiose ancora cifrati, ovvero che non hanno come intestazione un nome e cognome. Tra questi, ce ne sarebbero alcuni riferibili ai postulatori che istituiscono le cause di beatificazione.
Tra i documenti trafugati ci sarebbero proprio quelli che parlano di soldi versati per «pilotare» i fascicoli. Vere e proprie tangenti transitate su quei conti finiti adesso al centro dell’attenzione. Non solo. Le carte ricostruiscono anche i rapporti con i religiosi che hanno il compito di gestire le pratiche, quelle con gli esperti medici chiamati a fornire il loro parere — talvolta decisivo — sui casi esaminati. E adesso si sta cercando di scoprire come siano state utilizzate, quale percorso abbiano fatto in un quadro illecito che non appare ancora ben delineato. Perché sono centinaia i documenti trafugati ma soltanto una minima parte è stata resa pubblica. (Fiorenza Sarzanini, Corriere della Sera, 5 novembre 2015)
E la storia sarebbe ancora più grossa. Perché sempre tra i documenti trafugati ci sarebbero dossier sulle vite di uomini della Chiesa, comprendenti anche particolari non propriamente edificanti. Tutti documenti che però non farebbero parte dei documenti utilizzati per i due libri di Fittipaldi e Nuzzi che hanno fatto incazzare il Papa. E i conti secretati dello IOR nasconderebbero anche altri proventi illeciti.
Lo Ior (Istituto per le opere di religione) risponde direttamente al papa ed ha un patrimonio di 5 miliardi di euro. Formalmente lo Ior non fa parte della Santa Sede, anche se la sua sede è nella Città del Vaticano ed è stato creato con un chirografo (documento autografo) papale. La distinzione è sottile, ma reale, nel senso che i fondi in esso depositati non sono della Santa Sede, esso ha bilanci propri ed una sua amministrazione. Per la banca vaticana, intanto, si avvia a chiusura l’inchiesta della procura di Roma che ipotizza l’abusiva raccolta di risparmio, abusiva attività bancaria e abusiva attività finanziaria. Gli avvisi di conclusione delle indagini saranno notificati all’ex direttore generale Paolo Cipriani e al suo vice Massimo Tulli: secondo i pm, l’istituto ha operato in Italia per 40 anni, fino al 2011, senza l’autorizzazione della Banca d’Italia. Oltretevere è aperto poi un altro fronte d’inchiesta, rivelato martedì dalla Reuteurs e ieri confermato da Lombardi: l’Ufficio del Promotore di Giustizia, a seguito di un rapporto dell’Autorità di informazione finanziaria (Aif) sta indagando da febbraio su “operazioni di compravendita di titoli e transazioni riconoducibili a Giampietro Nattino”, presidente di Banca Finnat Euramerica Spa, che ieri ha ribadito la propria “massima correttezza”. L’Ufficio, ha riferito il portavoce vaticano, ®ha richiesto la collaborazione dell’autorità giudiziaria italiana e svizzera mediante lettere rogatorie inoltrate il 7 agosto 2015. Il sospetto è che il banchiere abbia usato conti dell’Apsa, che amministra il patrimonio della Santa Sede, per transazioni personali con un saldo di oltre due milioni di euro poi spostati in Svizzera.