Roberto Garofoli, oggi capo di gabinetto del Ministero dell’Economia, ha redatto una relazione che terrà domani All’Accademia dei Lincei dove sarà presentato il “Libro dell’anno del diritto” edito dalla Treccani e di cui lui, con Tiziano Treu, dirige la sezione giuridica. Liana Milella su Repubblica racconta oggi i contenuti del rapporto del ministero dell’economia, che contribuiscono a smentire tanti luoghi comuni riguardo l’immigrazione. Uno di questi riguarda il welfare:
Nel 2014 i lavoratori extracomunitari hanno versato all’Inps contributi per circa 8 miliardi di euro, a fronte di prestazioni pensionistiche pari a circa 642 milioni di euro e non pensionistiche pari invece a 2.420 milioni. Il saldo positivo risulta essere poco meno di 5.000 milioni. Calcoli ulteriori dimostrano che i contributi versati dagli immigrati servono a pagare la pensione di oltre 600mila italiani ogni anno, contribuendo così alla tenuta del sistema previdenziale.
Ulteriori interessanti considerazioni si possono trarre dai dati fiscali:
Nel 2014 i contribuenti stranieri hanno dichiarato redditi per 45,6 miliardi di euro, versando quindi 6,8 miliardi di Irpef. Sul fronte dell’Iva, invece, le partite aperte nel 2015 risultano essere 58.407 e si riferiscono a soggetti nati in Africa, America, Asia, Oceania. Nel dettaglio risulta che il 40% riguarda il commercio, il 13,5% le costruzioni e il noleggio, il 10,5% le agenzie di viaggio e i servizi di supporto alle imprese. Come scrive Garofoli il dato è rilevante se raffrontato con quello delle partite Iva aperte da soggetti nati in Paesi Ue, e cioè 13.259, e quelle aperte invece dagli italiani, e cioè 297.649.
L’ultimo dato importante riguarda le 525mila imprese che nel 2014 risultano condotte da lavoratori immigrati. Una cifra che rappresenta l’8,7% rispetto al totale delle imprese registrate nelle Camere di commercio e il 10,1% di quelle del Centro-Nord. Infine le imprese degli immigrati, nel 2014, hanno inciso per quasi un quinto sull’insieme delle iscrizioni (18,1%) e per poco più di un decimo sulle cancellazioni (10,9%).