Nel porto di Catania sono sbarcati 144 profughi sui 179 migranti presenti a bordo della nave Humanity 1, appartenente alla ong “Sos Humanity”. Lo ha riportato Sky tg 24. Dopo il controllo degli ispettori a bordo (tre in tutto, tra cui un rappresentante del Ministero della Salute), sono stati fatti scendere solo i fragili, le donne e i bambini, come previsto dal nuovo decreto. Sulla nave sono quindi rimaste 35 persone, costrette a tornare a largo. Le prime a scendere sono state tre donne minorenni con un bambino di sette mesi. Poi, molto lentamente, le hanno seguite i minori che, stando a quanto riportato dalla ong, sarebbero oltre cento.
“Al momento ci sono circa 24 naufraghi ancora a bordo della Humanity 1 al porto di Catania, che le autorità italiane sembra non vogliano lasciar sbarcare: sono tutti uomini adulti, senza problemi medici”, ha chiarito la ong.
Nel frattempo, poco distante dalla nave, un gruppetto di circa trenta attivisti ha protestato con uno striscione dalla scritta “portiaperti” rilanciando lo slogan “tutti liberi e tutte libere” per lo sbarco immediato di ogni naufrago a bordo.
Petra Krischok, portavoce di Sos Humanity, aveva detto ai giornalisti sul molo dopo lo sbarco dei primi migranti lasciati scendere: “Non sono io il capitano, non decido io, ma lasciare il porto di Catania se non dovessero sbarcare tutti i migranti che sono a bordo della nave sarebbe illegale, perché sono tutti profughi. I primi a sbarcare – ha confermato – sono stati minorenni e bambini piccoli accompagnati dalle madri. I controlli sono ancora in corso, ma Catania non ci è stato assegnato come porto sicuro”.
Ad opporsi a questo sbarco selettivo è stato anche il deputato dell’Alleanza Verdi e Sinistra Aboubakar Soumahoro, che si trova attualmente al porto di Catania. L’ex sindacalista ha scritto su Twitter: “In questo momento al porto di Catania è in corso uno sbarco selettivo. Corpi consumati di naufraghi già sfiniti da freddo, stanchezza, traumi e torture sono considerati, per volontà del governo di Giorgia Meloni, degli oggetti. Una vergogna!”.
In tutto sono quattro le navi delle Ong, di cui tre a largo del mare di Catania davanti alla costa orientale della Sicilia, in attesa di un porto sicuro per fare sbarcare i migranti soccorsi nel mar Mediterraneo. Oltre a Humanity 1, c’è ‘Geo Barents’, con 572 persone soccorse, che ieri era a circa 12 miglia dalla costa etnea. La Ocean Viking, invece, è all’altezza di Acireale, sempre nel catanese e, con 234 migranti a bordo, sembrerebbe ancora in acque internazionali, ferma a poche miglia dal loro limite. Davanti alla costa del messinese, al largo di Taormina, c’è infine la Rise Above, con 90 persone a bordo.
Ma solo le persone che hanno i requisiti possono sbarcare, mentre gli altri devono tornare fuori dalle acque territoriali. Questa è la posizione rimarcata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che, da Milano, ha ribadito che l’Italia si fa “carico di ciò che presenta problemi di ordine assistenziale e umanitario, ma senza derogare al fatto che gli obblighi di presa in carico competono allo Stato di bandiera” e “senza venire meno agli obblighi umanitari su cui non faremo mai marcia indietro”.
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