Henry John Woodcock indagato per violazione del segreto d'ufficio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-06-27

Avrebbe passato alcuni atti dell’inchiesta CONSIP al Fatto Quotidiano. Gli atti di indagine di questi mesi rivelerebbero che dietro a quella fuga di notizie ci sia proprio il pm partenopeo, titolare del fascicolo fino a quel momento

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Il pm di Napoli Henry John Woodcock è indagato dalla procura di Roma, nell’ambito dell’inchiesta CONSIP, per violazione del segreto d’ufficio. Il magistrato sarà sentito dagli inquirenti romani nei prossimi giorni. accusato di aver passato alcuni atti dell’inchiesta al Fatto Quotidiano. Per la presunta fuga di notizie riservate relative all’inchiesta Consip, insieme al pm Woodcock è indagata dalla procura di Roma – secondo quanto apprende l’ANSA – anche la giornalista Federica Sciarelli, nota conduttrice del programma televisivo “Chi l’ha visto?”. Alla cronista è stato anche sequestrato il telefono cellulare.

Henry John Woodcock indagato per violazione del segreto d’ufficio

“Ho appreso di essere indagato per il reato di rivelazione di segreto di ufficio. Ho assoluta fiducia nei colleghi della procura di Roma e sono quindi certo che potrò chiarire la mia posizione, fugando ogni dubbio ed ombra sulla mia correttezza professionale e personale”, ha detto all’ANSA il pm di Napoli Henry John Woodcock, interpellato a proposito dell’inchiesta avviata nei suoi riguardi dalla procura di Roma nel contesto della vicenda Consip. “Non nego, tuttavia – ha aggiunto Woodcock – di essere molto amareggiato, e che questo è per me un momento molto difficile”. “Posso però affermare, in piena serenità – ha concluso il pm napoletano – che la mia attività è sempre stata ispirata dal solo intento di servire la Giustizia, nel rispetto delle regole”.
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Secondo l’accusa Woodcock, quando a dicembre l’indagine sulla CONSIP passò per competenza da Napoli a Roma, avrebbe passato alcune carte coperte dal segreto che vennero poi pubblicate dal Fatto Quotidiano. Gli atti di indagine di questi mesi rivelerebbero che dietro a quella fuga di notizie ci sia proprio il pm partenopeo, titolare del fascicolo fino a quel momento. Per questo il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi hanno deciso di iscriverlo per violazione del segreto e hanno dato comunicazione al ministero della Giustizia, al Consiglio Superiore (che già aveva aperto un fascicolo sul suo operato) e alla procura generale presso la Corte di Cassazione.

L’articolo sul Fatto Quotidiano

Da quanto si è appreso, l’inchiesta su Woodcock riguarda la pubblicazione, alcuni mesi fa, da parte del Fatto Quotidiano di un articolo relativo alla fuga di notizie – che coinvolge il ministro Lotti e alti ufficiali dei carabinieri (tutti hanno sempre respinto l’addebito) – attraverso la quale i dirigenti della Consip sarebbero venuti a conoscenza dell’inchiesta avviata dai pm napoletani sulla stessa Centrale Acquisiti della pubblica amministrazione. L’inchiesta è stata successivamente trasferita, per competenza territoriale dalla procura di Napoli a quella di Roma. Il pm Woodcock sarà interrogato nei prossimi giorni dai magistrati romani.
 

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L’articolo del Fatto del 23 dicembre su Luca Lotti indagato

IL Fatto Quotidiano on line pubblica a corredo dell’articolo su Woodcock questa nota:

Marco Lillo sul Fatto Quotidiano ha svelato in esclusiva sia l’esistenza dell’indagine Consip che l’indagine a carico dell’ex sottosegretario di Matteo Renzi a Palazzo Chigi. La pubblicazione degli scoop del Fatto sui carabinieri inquisiti risale ai giorni successivi rispetto all’arrivo del fascicolo d’indagine Consip sui tavoli della procura di Roma. Per gli inquirenti capitolini, però, è Woodcock ad essere sospettato di essere uno degli artefici di quella fuga di notizie.

“Il mio assistito è sereno e pronto a spiegare tutto quanto è stato fatto”, ha detto l’avvocato Bruno Larosa, difensore del magistrato partenopeo Henry John Woodcock, dopo l’iscrizione sul registro degli indagati della Procura di Roma. “Ha fiducia e non può essere altrimenti, è un magistrato e come tale non può non avere fiducia nel sistema”, ha sottolineato. Rispetto alla contestazione “è bene che si svolgano accertamenti a 360 gradi” perché l’importante “è escludere tutti i dubbi, perché va fatta salva la professionalità dei soggetti coinvolti”.

La versione di Marco Lillo


A proposito dell’indagine, sul Fatto Marco Lillo, l’autore degli scoop che a dicembre rivelarono l’inchiesta sulla Consip, sostiene che sia il pm Woodcock sia la giornalista Federica Sciarelli “sono innocenti” e non sono responsabili delle fuga di notizie per la quale sono entrambi indagati dalla procura di Roma. “Federica Sciarelli, una collega che stimo e della quale mi onoro di essere amico, è stata indagata per rivelazione di segreto in concorso con il magistrato Henry John Woodcock, per la fuga di notizie realizzata con l’articolo del Fatto che svelava l’inchiesta Consip il 21 dicembre 2016. Federica ha subito anche il sequestro del suo telefonino. Io posso testimoniare, per quello che vale la mia parola e la mia credibilità – scrive Lillo – che in questo caso la Procura di Roma ha sbagliato. Se il procuratore Giuseppe Pignatone, l’aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi volessero sentire la mia versione sono pronto a testimoniare oggi stesso. Probabilmente sono indagato anche io, ma i pm sei mesi fa hanno ascoltato la versione di ben altri indagati come Luca Lotti o il comandante Tullio Del Sette: potranno quindi ascoltare anche la mia”. Secondo Lillo, “la verità è che Federica Sciarelli non ha messo in contatto il magistrato Henry John Woodcock” con lui.
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“La tesi dell’accusa è fondata, da quel che si legge, su un tabulato telefonico del mio cellulare. Ebbene – spiega il giornalista – non c’è grigio in questo caso ma solo bianco o nero: Woodcock e Sciarelli sono innocenti e la Procura si è sbagliata. Le telefonate in questione dovrebbero essere quelle fatte da me il 20 dicembre. Quel giorno ho scritto il primo articolo sulle perquisizioni in Consip e sul ruolo di Tiziano Renzi nell’inchiesta, articolo uscito sull’edizione cartacea del 21 dicembre. Dopo avere ricevuto (con altra modalità che ovviamente tengo per me) le notizie sul pezzo, ho chiamato Federica Sciarelli solo per sapere dove si trovasse Henry John Woodcock. Non è un mistero che il pm Woodcock e Federica Sciarelli siano legati sentimentalmente”. L’obiettivo, prosegue, “era sapere se Woodcock fosse a Roma, perché sarebbe stato un riscontro alla notizia, da me già ottenuta ma che volevo ulteriormente verificare: cioè che fosse in corso una perquisizione alla Consip. Non dissi a Federica perché volevo sapere dove fosse Woodcock e lei, solo per cortesia, mi disse una cosa tipo: “Marco se lo sento ti richiamo e ti dico”. Poi mi richiamò e mi disse una frase tipo: “Marco alla fine l’ho sentito e mi ha detto che non sta a Roma. Aveva un tono sbrigativo e ha attaccato”. Il giorno dopo, letto quello che avevo scritto, sempre al telefono Federica ha commentato con me ridendo: “Vedi come fa? Quello mi dice un sacco di cazzate quando deve coprire il segreto su una sua indagine”.” Questo, conclude Lillo, “è tutto quello che è accaduto”.

Leggi sull’argomento: Federica Sciarelli indagata nell’inchiesta sulla fuga di notizie CONSIP

 

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