Helric Fredou, il poliziotto «suicida» che indagava su Charlie Hebdo: come creare un complotto dal nulla

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-01-09

Perché la terra dei cachi è la terra dei cachi. O no?

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Bastano alcune semplici dimenticanze. Assolutamente casuali, ovviamente. Così si crea qualche fraintendimento sulla sensazionalità di una notizia che invece non ha nulla di speciale. Basta buttar lì per caso e fischiettando le parole “Suicida” “poliziotto” “che indagava su Charlie Hebdo” e “circostanze misteriose”. È il caso ad esempio di un post comparso qualche ora fa sul sito di Beppe Grillo, e dei suoi copycat pullulati in un attimo conditi da Mossad in rete. Il post in questione è il seguente, leggete con molta attenzione le frasi segnate in rosso:
Helric Fredou, il poliziotto «suicida» che indagava su Charlie Hebdo
Ora, come potete ammirare dallo stile, ufficialmente non si dice nulla di male nel pezzo. Un poliziotto si è suicidato durante le indagini su Charlie Hebdo, e già di per sé questo è inquietante. Non si vuole certo lasciar lavorare troppo di fantasia, però dovete ammettere che ci dev’essere qualcosa sotto, no? In realtà alla notizia, circolata ieri in Francia senza che nessuno gridasse al complotto, manca giusto qualche piccola aggiunta.
 
HELRIC FREDOU, POLIZIOTTO SUICIDA
Ovvero, basterebbe cercare qualche dato maggiore riguardo le circostanze del caso. Ma per farlo bisognerebbe volersi interessare alla verità dei fatti, non certo a gridare al complotto. E allora basta su un sito francese per scoprire che:

    • «coinvolto nelle indagini» vuole dire che Helric Fredou si doveva occupare della famiglia di una delle vittime. Un incarico di certo importante, ma non di primo piano rispetto a chi ad esempio si è trovato a inseguire i terroristi. Un dato interessante? Eppure nell’illustrazione dei fatti è stato dimenticato, forse perché così non si poteva lasciar pensare al lettore che avesse scoperto chissà cosa. Coincidenze?
    • il quotidiano francese cita non meglio precisati sindacati di polizia, secondo i quali il poliziotto era depresso e a rischio di burn out. Una situazione personale molto grave a cui la mole di lavoro e responsabilità improvvisa successiva con la strage di Charlie Hebdo non dovrebbe aver fatto bene. Anche questa circostanza, raccontata e reperibile sul web, NON è stata raccontata. Non è stata trovata. Coincidenze?
    • Infine, la storia dell’episodio simile in cui sarebbe stato coinvolto l’ufficio di Fredou è raccontata davvero da cani. In realtà, come scrive sempre il sito internet regionale di France 3, il commissario Fredou aveva scoperto il corpo senza vita di un suo collega che si era suicidato in ufficio. Anche qui, le cose cambiano leggermente. Eppure non è stato raccontato così. Coincidenze?

 
Ora, qui si può pensare quel che si vuole a proposito dei tanti complotti che attanagliano il mondo: rimane che dare una notizia tacendo alcuni particolari fondamentali, o affidandosi a un’unica fonte che dice poco senza andare a verificare se esiste un’altra versione, non è corretto. Il fatto che tutto questo si ingigantisca fino a creare un complotto dal nulla ad usum grillini, invece, è soltanto una coincidenza.
 

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