La ridicola «resistenza» degli abitanti di Goro e Gorino all'«invasione» degli immigrati

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-10-25

L’arrivo di undici donne (di cui una incinta) ha fatto salire sulle barricate gli abitanti di un paese di 4.000 persone, preoccupati di essere invasi dalle richiedenti asilo. A guidare l’eroica resistenza la Lega Nord che al grido di “non siamo razzisti ma” è riuscita a far andare le donne in un altro paese

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Qualcuno li chiama già eroi della resistenza contro l’invasione degli immigrati. Sono quel centinaio di valorosi abitanti di Goro e della frazione di Gorino, 4000 persone in tutto, che ieri notte sono saliti sulle barricate per bloccare l’arrivo di undici ragazze straniere (tra le quali una incinta). Le donne avrebbero dovuto essere ospitate in un ostello di Gorino, l’Amore-Natura (di proprietà della Provincia di Ferrara), che era stato parzialmente requisito dal prefetto di Ferrara Michele Tortora per gestire l’accoglienza dei migranti.

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Natalino Balasso commenta i fatti di Gorino

Razzismo e misoginia, le qualità dei cittadini di Gorino in bella mostra

Ma la decisione, annunciata da qualche tempo e divenuta operativa solo nel pomeriggio di ieri, non è piaciuta ad un centinaio di abitanti di Gorino che hanno eretto delle barricate per impedire il passaggio del pullman che avrebbe dovuto portare le 11 richiedenti asilo nella loro residenza temporanea (fino al 28 febbraio 2017). Inutile la mediazione dei Carabinieri che hanno cercato invano di far capire ai residenti che quella decina di ragazze (cui si sarebbe dovuto aggiungere un gruppo di 7 minori) non rappresentavano né un pericolo per la sicurezza del paese né un rischio per l’ordine pubblico. Gli abitanti di Gorino hanno continuato a fare la voce grossa e a presidiare le tre strade d’accesso al paese in modo da bloccare il transito della corriera che dopo essere stata fatta fermare alla stazione di Comacchio (dove quattro donne hanno trovato ospitalità) ha dovuto fare marcia indietro e tornarsene a Ferrara (dove ne sono state ospitate 3 mentre le rimanenti 4 sono state portate a Fiscaglia). La vicenda quindi si è risolta solo grazie all’intervento dei sindaci di altri paesi. Nel frattempo i cittadini di Goro e Gorino hanno smantellato due delle tre barricate fatte di bancali e continuano a presidiare l’unica rimasta: quella sulla provinciale tra Goro e Gorino dove vengono fatte transitare solo le auto. I pescatori della zona hanno annunciato che non andranno in mare e non manderanno i figli a scuola, del resto quando c’è un’invasione non c’è tempo per queste cose. In questa situazione, che rispecchia in parte storie già viste in altre parti d’Italia, gli aspetti davvero inquietanti sono due: il primo è che si tratta di donne, quelle famose donne che i nazionalisti nostrani si sono sempre chiesti dove fossero visto che dalla guerra sembra che scappino solo gli uomini. Il secondo riguarda il fatto che la decisione non è stata presa all’improvviso e che il numero di richiedenti asilo che Gorino avrebbe dovuto accogliere era davvero esiguo, difficile davvero parlare di invasione. Eppure guardando i video diffusi su Facebook il vociare della folla ripeteva slogan già sentiti pronunciare dai vari Salvini di questo nostro Paese sul rischio dell’invasione e sul Governo che ce lo vuole mettere in quel posto.

Sono in molti sulla Rete a dare manforte ai “resistenti” di Gorino: si va dal leader del movimento dei forconi (quelli che stanno preparando la rivoluzione da circa 5 anni ma sono riusciti al massimo a occupare due rotonde) Lucio Chiavegato all’ex candidato della Lega Nord a Presidente per la Regione Emilia Romagna Alan Fabbri, che su Facebook plaude al coraggio dei goranti che hanno difeso la loro libertà ai vari leghisti che ieri notte hanno tenuto comizi improvvisati per impedire l’arrivo dei richiedenti asilo spiegando che ci potrebbero essere ripercussioni sul turismo e sull’immagine del paese. Certo, se Goro vuole proporsi come città turistica per razzisti di sicuro l’immagine delle proteste di ieri notte senza dubbio farà molta pubblicità. Ma il dubbio è che chi non vuole “stranieri a casa propria” non sia poi così accogliente verso chi viene da fuori.

Naturalmente la parola d’ordine è “non siamo razzisti ma”, e ovviamente razzisti lo sono, basta guardare i commenti ai tanti Live pubblicati ieri notte dove vengono proposte soluzioni “umanitarie” per risolvere una volta per tutte il problema dei richiedenti asilo.

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“Le torture come tanti anni fa”

I commenti sulla pagina della Nuova Ferrara sono ancora più spassosi e c’è già quello (con il profilo di coppia) che se la prende con la professoressa della scuola dicendo che loro possono scioperare mentre i cittadini non hanno diritto a manifestare le proprie idee razziste.
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I pescatori di vongole di Goro dovrebbero imparare qualcosa da quelli di Lampedusa, da sempre impegnati a salvare le vite dei disperati che tentano la traversata del Canale di Sicilia a bordo di carrette del mare e gommoni stracolmi di persone. I cittadini di Goro dovrebbero imparare a leggere i dati di questa “invasione” di immigrati.
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Fonte: Libero del 25/10/2016

Non serve andare sui quotidiani di sinistra, basta andare su Libero che oggi pubblica un’infografica dalla quale si evince che in Emilia Romagna (che ha 4.5 milioni di abitanti) sono stati accolte meno di 12mila persone, il 7% del totale degli immigrati sbarcati nel 2016. Davvero possiamo parlare di invasione di fronte a cifre del genere? Davvero vogliamo credere ai leghisti quando dicono che “non sono razzisti ma” quando sono vent’anni che parlano di invasione degli stranieri (prima comprendendo anche i terroni) e non sono riusciti a fare nulla per risolvere la questione? Quello che sta succedendo a Goro è successo altrove in Italia, e succederà ancora, ma la colpa non è solo dello Stato o dell’Europa, la colpa è dell’intolleranza degli italiani che nel 2016 si rivoltano contro l’arrivo di 11 donne. Questa è l’unica rivoluzione che riescono a fare, quattro bancali e un megafono per fermare l’inarrestabile invasione delle profughe.

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