«Gli altri due reati per cui è indagato Filippo Nogarin»

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-05-10

Il Tirreno: la procura di Livorno contesta al sindaco Filippo Nogarin altri due reati nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione di AAMPS. Abuso d’ufficio e falso in bilancio. Ma la procura smentisce

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Non solo il concorso in bancarotta fraudolenta. La procura di Livorno contesta al sindaco Filippo Nogarin altri due reati nell’ambito dell’inchiesta Città Pulita sulla gestione amministrativa di AAMPS, l’azienda municipalizzata dei rifiuti di proprietà del Comune che vede ad oggi diciotto indagati tra politici, manager e dipendenti pubblici. Fino a domenica sera il sindaco, in diretta tv su La7, ha sostenuto che nell’informazione di garanzia ritirata sabato scorso si facesse riferimento a “un accertamento della Procura solo per il reato di bancarotta“. Contattato ieri dal “Tirreno”, Nogarin non ha ritenuto di voler intervenire su queste due nuove ipotesi di reato. Aggiornamento 12 maggio: in serata il Fatto cita un comunicato della procura che smentisce gli altri due reati.

Gli altri due reati per cui è indagato Filippo Nogarin

Le due nuove ipotesi sono abuso d’ufficio e falso in bilancio. Entrambe le questioni si riferiscono ovviamente al periodo in cui l’amministrazione grillina ha preso le redini della municipalizzata. Durante le perquisizioni della GDF negli uffici del Comune di Livorno il 5 aprile scorso, racconta il Tirreno, era stato acquisito anche il computer di Nogarin oltre a quello dell’assessore al Bilancio Gianni Lemmetti: ecco perché il sindaco disse che pensava di finire indagato per la storia di AAMPS nei giorni successivi. Nel decreto di consegna i magistrati hanno elencato le ipotesi di reato per le quali si procede: tra quelle che interessano Nogarin c’è il falso in bilancio, che fa riferimento all’approvazione del bilancio 2014, che aveva ricevuto il parere negativo dei revisori: «Il bilancio non rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico», disse il presidente dei revisori Carpano prima di portare i conti al tribunale delle imprese. Poi c’è l’ipotesi di reato di abuso di ufficio per la revoca del consiglio di amministrazione presieduto da Aldo Iacomelli il 7 gennaio 2016. Iacomelli venne avvisato della sua revoca nel giorno del concordato insieme al consigliere Di Gennaro.  Il cda ha «ritardato l’adozione dei provvedimenti deliberati dal socio – furono le giustificazioni -, che sono urgenti e indifferebili». E poi: «Le motivazioni addotte dagli amministratori di Aamps che hanno provocato il ritardo nell’assumere la delibera 152 (il concordato, ndr) inducono a ritenere che gli stessi non possiedono l’esperienza e le capacità per affrontare lo stato di crisi attuale». Ma l’atto di revoca, mai passato al vaglio dell’avvocatura civica né firmato da alcun dirigente ma redatto dall’avvocato Lanzalone, infrange – secondo i pm – la delibera del consiglio comunale 95 del 2009, che regolamenta il procedimento di revoca degli organi delle partecipate”, conclude il Tirreno.

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Lo status di Nogarin pubblicato solo dopo l’articolo del Tirreno

La bancarotta fraudolenta e l’assunzione dei 33

Infine c’è da spiegare in base a quale logica l’assunzione dei 33 precari di AAMPS ha portato all’ipotesi di reato di concorso in bancarotta fraudolenta. I Cinquestelle, per difendere il sindaco, hanno detto che assumere e creare lavoro non può essere reato. Ma la bancarotta fraudolenta è il reato di cui risponde l’imprenditore (cioè, il proprietario di un’azienda) che ha, prima o durante il fallimento, occultato, distrutto, dissipato i suoi beni, nella totalità o anche parzialmente, con l’obiettivo di danneggiare i creditori. Per i magistrati, evidentemente, l’assunzione dei 33 influisce sul bilancio dell’azienda che deve essere portata in concordato preventivo danneggiando i creditori (tra i quali ci sono aziende che hanno lavoratori come i trentatré precari). Per questo a Nogarin è stata mossa l’accusa di bancarotta. Oggi, e soltanto dopo l’articolo del Tirreno, Nogarin “per trasparenza” pubblica le contestazioni della procura di Livorno che si riferiscono alla bancarotta fraudolenta.
EDIT 12 maggio: La procura ha smentito ieri sera in un comunicato riportato dal Fatto Quotidiano che Nogarin sia indagato per gli altri due reati segnalati dal Tirreno. Il link è qui.
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