L’inaccettabile morte del 18enne Giuliano De Seta, colpito da una lastra durante l’alternanza scuola-lavoro

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Il 18enne è stato stato colpito agli arti inferiori da una pesante lastra di ferro scivolata da un cavalletto, mentre era alle prese con un macchinario

Giuliano De Seta era uno studente di 18 anni di un istituto tecnico ed è morto ieri pomeriggio schiacciato da una lastra di metallo mentre lavorava in un’azienda di Noventa di Piave, in provincia di Venezia. O meglio: più che mentre “lavorava”, il giovane ha perso la vita durante uno stage scolastico volto ad accumulare crediti formativi nel contesto del progetto di alternanza scuola-lavoro, un’innovazione introdotta con la legge 107 del 2015 (ovvero la Buona Scuola di Renzi).



La tragedia di Giuliano non è un caso isolato: il 18enne è il terzo studente che muore sul lavoro da un anno a questa parte. Il che dimostra, ancora una volta, come la scuola dovrebbe essere fatta soprattutto di libri, di studio, di verifiche e di interrogazioni, tra le quattro mura di licei ed istituti. Di certo non di lastre di metallo che uccidono.

Giuliano De Seta muore sul lavoro a 18 anni, l’Unione degli Studenti: “Non si può considerare didattica ciò che sfrutta, ferisce e uccide”

La tragedia di Giuliano De Seta si è consumata nel pomeriggio di ieri all’interno della Bc Service, un’azienda specializzata nella piegatura dei metalli. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, il 18enne è stato stato colpito agli arti inferiori da una pesante lastra di ferro scivolata da un cavalletto, mentre era alle prese con un macchinario (forse voleva controllarne gli ingranaggi). I colleghi dello stabilimento sono accorsi subito in suo aiuto e hanno chiamato i soccorsi, ma l’arrivo di un’autombulanza con i medici del Suem è stato vano. Adesso i Carabinieri e i tecnici dello Spisal dovranno cercare di ricostruire le cause della tragedia, chiarendo innanzitutto se Giuliano potesse effettivamente trovarsi da solo vicino a quel macchinario.



Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, informato della tragedia, ha subito chiamato la dirigente dell’istituto tecnico in cui Giuliano studiava e la famiglia del giovane, a cui ha espresso piena vicinanza. Poi, ha così commentato la tragica vicenda: “Ho appreso con dolore della tragedia di Portugruaro. Una morte inaccettabile che ha colpito tutta la comunità scolastica – ha detto il ministro – Insieme a tutta la scuola italiana sono vicino alla famiglia”.

E non sono mancate le voci di protesta degli studenti, che hanno puntato il dito ancora una volta contro il sistema dell’alternanza scuola lavoro, giudicato “sbagliato” e ai limiti dello sfruttamento. L’Unione degli Studenti è tornata a chiedere l’abolizione del PCTO in favore di un’istruzione integrata e ha annunciato nuove proteste. In un lungo comunicato, la coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti Bianca Chiesa ha scritto:



Uno studente di 18 anni è morto mentre stava lavorando per uno stage scolastico in un’azienda a Noventa, in provincia di Venezia, colpito da una lastra di metallo che gli ha schiacciato le gambe. Quello di oggi non è un caso isolato, è l’ennesima morte di un ragazzo dovuta alle mancate tutele di sicurezza, alla precarietà e ad un rapporto tra istruzione e lavoro malato, che in maniera strutturale e continua sottotutela, sfrutta e uccide.

Esprimiamo tutta la nostra vicinanza alla famiglia, agli amici e conoscenti del ragazzo, dopo i 2 morti e un ferito durante dei percorsi di stage dello scorso anno, un giovane muore lavorando. Nonostante le tante manifestazioni degli scorsi mesi la politica non si è impegnata per garantire la sicurezza sul luogo di lavoro e per ripensare da capo il rapporto tra istruzione e lavoro e questa ne è la conseguenza.

I giovani dovrebbero essere nelle scuole, a formarsi, non a lavorare. Il sistema scolastico e le logiche aziendale pervenute nelle scuole, assieme al costo dello studio e all’attuale didattica nozionistica, hanno però fatto in modo che la prospettiva lavorativa sottopagata sia più vicina di quella formativa. I PCTO, per come sono strutturati, non fanno altro che insegnarci la logica dello sfruttamento già a partire dal liceo.

Ciò che è successo è inaccettabile, ma il lutto non basta. Proviamo molta rabbia, da anni segnaliamo al Ministero una situazione inaccettabile e di insicurezza, ma non siamo mai stati ascoltati seriamente. Nessun tavolo ministeriale è mai stato svolto, l’idea di una scuola pubblica unicamente volta a formare lavoratori in grado di sottostare a logiche aziendalizzanti sembra non si possa mettere in discussione. Non si può considerare didattica ciò che sfrutta, ferisce e uccide. Vogliamo una risposta pronta da parte della politica, vogliamo sicurezza in ogni luogo di lavoro e l’abolizione dei PCTO in funzione dell’istruzione integrata, oltre che la possibilità per tutti e tutte di avere una formazione e una vita dignitose. A quante altre morti dovremo assistire prima che la politica ci risponda? Noi non staremo a guardare.