Giuliana Di Pillo: la vittoria del M5S a Ostia

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-11-20

I grillini parlano di Effetto Raggi. Al ballottaggio nel 2016 invece Raggi prese 69869 voti e una percentuale del 76%. Ieri Di Pillo ne ha presi 35mila e ha fatto il 60%

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Come da pronostici, Giuliana Di Pillo del MoVimento 5 Stelle vince a Ostia contro Monica Picca e diventa presidente del X Municipio. Alla fine si presenta a votare un terzo degli aventi diritto e 35691 scelgono la candidata M5S, mentre quella del centrodestra raccoglie 24196 voti.
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Giuliana Di Pillo: la vittoria del M5S a Ostia

Il M5S rispetto al voto dell’Effetto Raggi è passato dai 38.622 voti di giugno del 2016 ai 19.136 del primo turno. Nel 2016 al primo turno Virginia Raggi a Ostia prese addirittura 42.538 preferenze, più di quelle prese da Giuliana Di Pillo al ballottaggio. In termini percentuali il M5S è passato invece dal 43,82 al 30,28%. Il centrodestra ha invece tenuto. Le liste a sostegno di Giorgia Meloni, candidata a sindaco di Roma nel 2016, arrivarono a 14.869 voti, rispetto ai 16.815 presi da Monica Picca. Il centrodestra però nel 2016 non andò unito, e Forza Italia sostenne Alfio Marchini ottenendo 4.925 voti.
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Al ballottaggio invece Raggi prese 69869 voti e una percentuale del 76%. Giuliana Di Pillo ha preso il 48% dei voti in meno rispetto a Virginia Raggi il 19 giugno 2016. Inutile confrontare i dati del centrodestra perché al ballottaggio andò il centrosinistra. Ma questa emorragia di voti si spiega perfettamente con l’astensionismo: al voto sono andati un terzo degli aventi diritto e 4mila in meno rispetto al primo turno: al ballottaggio nel 2016 i voti validi furono 90mila, ieri sono stati sessantamila.

L’effetto Raggi e le elezioni politiche 

A risultato acquisito il MoVimento 5 Stelle parla di vittoria “dei cittadini” e di “effetto Raggi positivo”, con scarso senso della realtà per un partito che puntava al voto degli astenuti. La vittoria, netta e prevedibile, del M5S a Ostia è invece oggi frutto soprattutto del meccanismo del ballottaggio che al secondo turno ha portato gli elettori di sinistra a scegliere Giuliana Di Pillo rispetto a Monica Picca.
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Un aiuto è arrivato anche dai voti di Franco De Donno e dal meccanismo che dava più consiglieri ad alcune liste rispetto ad altre in caso di vittoria del M5S. Anche l’accusa di Monica Picca – “Il 5 Stelle vince per i voti di Spada e Casapound” – pare abbastanza fantasiosa e preparata a priori per giustificare la sconfitta. La verità è che il meccanismo del ballottaggio favorisce chi si propone come terzo tra i due poli. Un meccanismo che non esiste alle elezioni politiche nazionali. O meglio, c’era: era nell’Italicum. Proprio quel sistema elettorale che il M5S ha sempre combattuto.
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