Giorgia Meloni che si vanta di odiare il comunismo (senza averlo studiato)

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Giorgia Meloni, la donna che grida al blocco navale un giorno sì e l'altro pure, che considera il 25 aprile una "festa divisiva" ha una pessima considerazione del comunismo. Quando ci dirà invece cosa ne pensa del fascismo?

Giorgia Meloni, la donna che grida al blocco navale per quei poveracci che scappano dalla fame rischiando la vita in mare un giorno sì e un giorno sì, proprio lei che non ha mai espresso una parola di dissenso quando Matteo Salvini faceva comizi con bambole gonfiabili associandole a Laura Boldrini, proprio lei ha pubblicato su Facebook oggi una card che riprende le parole che ha rilasciato in un’intervista a Libero:



“Ho cominciato ad avere una pessima considerazione del comunismo da ragazzina, ancora prima di sapere esattamente cosa fosse…la prima impressione, è proprio il caso di dirlo, è stata quella giusta”. Ora, chissà se il comunismo che non piace a Giorgia Meloni è lo stesso che ha   ha contribuito alla Resistenza contro il nazifascismo. O se è quello che ha partecipato alla stesura della Costituzione, a partire, come spiega Alfonso Gianni, dall’articolo 3 che “stabilisce l’uguaglianza dei cittadini e il compito della Repubblica di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale … che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Come è noto sono diverse le correnti di pensiero democratico che contribuirono alla formulazione di quegli articoli, ma il loro esplicito contenuto, direi anche nella forma in cui è espresso, evidenzia il ruolo decisivo che la cultura della sinistra, comunista, del movimento operaio ha portato a quel risultato”. Aspettiamo che Giorgia Meloni faccia un’analisi critica sul fascismo, magari il 25 aprile, il giorno in cui il nostro paese se ne è finalmente liberato. Oppure vuole considerare la Festa della Liberazione ancora come divisiva?