Le contro-sanzioni della Russia sulle forniture di gas all’Europa e ai “Paesi ostili”

Categorie: Fatti

La minaccia è arrivata dal vice-primo ministro russo. Si parla di un possibile embargo nella fornitura di gas all'Europa (e non solo)

Dal punto di vista energetico, Vladimir Putin ha sempre tenuto il coltello dalla parte del manico. E, non a caso, la prima concreta minaccia ai Paesi Europei (con particolare riferimento a quelli inseriti nella blacklist dei Paesi ostili, di cui fa parte anche l’Italia) riguarda proprio l’erogazione del gas russo. Nonostante i contratti in essere, infatti, nella notte il vice-primo ministro Aleksandr Novak ha annunciato la possibilità di imporre un embargo all’esportazione verso l’estero. Perché mentre la guerra si consuma con bombardamenti che stanno colpendo i civili in Ucraina, ce n’è anche una parallela che coinvolge tutti. Pur essendo senza missili ed esplosioni.



Gas russo, la contro-sanzione di Putin ai “Paesi ostili”

Le parole di Novak sono state molto dure e decise nei confronti dei Paesi Europei, con annessa minaccia di ritorsione:

“In relazione alle accuse infondate ai danni della Russia per la crisi energetica in Europa e all’imposizione di un divieto al Nord Stream 2, abbiamo tutto il diritto di assumere decisioni corrispondenti e imporre un embargo al gas inviato attraverso il gasdotto Nord Stream 1”.



Il gas russo, dunque, è a rischio. E non solo. Perché la partita a scacchi, parallela al conflitto bellico in Ucraina, si gioca anche sull’altro tavolo dell’energia. Perché alla minaccia dell’Europa e degli Stati Uniti di bloccare le importazioni di petrolio dalla Russia, il Cremlino è pronto a rispondere con la minaccia di un taglio delle forniture di gas. Tutto ciò potrebbe provocare una grave crisi energetica a livello internazionale, nonostante molti Paesi (tra cui l’Italia) si stiano muovendo per trovare nuovi mercati a cui rivolgersi per isolare sempre più Mosca.

Ma la minaccia del vice-primo ministro russo sembra poter non aver seguito, almeno secondo quanto spiegato da Federico Fubini e Fiorenza Sarzanini su Il Corriere della Sera:



“La Russia ne sarebbe la prima vittima: il gas naturale oggi è la sua prima fonte di entrate e una delle poche rimaste, con oltre 200 miliardi l’anno alle sue quotazioni attuali; e l’Europa è la prima cliente con oltre l’80% delle esportazioni russe di gas”.

E la situazione economica di Mosca e dintorni è realmente dipendente dalla compravendita di beni energetici. Sta di fatto, però, che il manico di quel coltello è sempre nelle mani del Cremlino che, pur di rivendicare la propria posizione potrebbe mettere ancor più a repentaglio (come già sta accadendo) l’economia russa.

Le altre contro-sanzioni

E quella del gas russo potrebbe essere la prima di una serie di sanzioni per rispondere alle sanzioni dell’Unione Europea e degli Stati Uniti. Ma, come spiegato da Il Sole 24 Ore attraverso un’intervista all’esperto legale Armando Ambrosio, le prossime mosse potrebbero essere asimmetriche. Negli ultimi anni, infatti, il Cremlino si è sempre mosso a specchio nei confronti delle decisioni prese nei confronti della Russia. Ora però, con una guerra in atto, la partita a scacchi è molto meno prevedibile. Perché non si parla solamente di economia, ma di finanza. Con imprese, aziende e tutto il comparto produttivo che potrebbe ricadere nel vortice della guerra parallela. Quella “giocata” senza armi.

(Foto IPP/Sergey Mamontov)