Come funziona il voto di scambio in Italia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-10-13

Il voto di scambio, in Italia, c’è sempre stato. Per la prima volta, però, La Stampa pubblica un’infografiche riepiloga i risultati di un approfondito studio dell’Istat che ne disegna la mappa di diffusione regione per regione. E si scoprono alcune curiosità. Primo: c’è una grande differenza tra chi si è visto davvero promettere qualcosa in …

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Il voto di scambio, in Italia, c’è sempre stato. Per la prima volta, però, La Stampa pubblica un’infografiche riepiloga i risultati di un approfondito studio dell’Istat che ne disegna la mappa di diffusione regione per regione. E si scoprono alcune curiosità.

Primo: c’è una grande differenza tra chi si è visto davvero promettere qualcosa in cambio del voto e chi invece ne ha un’esperienza indiretta, ovvero conosce qualcuno che ha ricevuto l’offerta. Testimoni diretti: 3,7% degli italiani. Per sentito dire: 8,4%. Secondo punto: il Sud Italia è ai primi posti (in Basilicata quasi una persona su dieci dice di essere stata avvicinata in tal senso), ma superato il Mezzogiorno si vola subito in Valle d’Aosta per trovare la diffusione massima di questa riprovevole pratica. Infine: i soldi hanno ancora buona presa (un votante avvicinato su cinque se li vede promettere), ma per essere sicuri i politici offrono un lavoro: un’offerta su tre.

come funziona il voto di scambio
Oltre alla classica contropartita in denaro e il regalo – Achille Lauro insegna – c’è il favore, il trattamento privilegiato, la nomina o il posto di lavoro. Infine c’è il grande classico della compravendita di voti: il pranzo e la cena elettorali o i buoni spesa, per gli alimentari e la benzina. L’Italia non cambia mai.

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