Cosa ci insegna la foto bufala di Maria Elena Boschi e Laura Boldrini al funerale di Riina

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-11-23

Ieri un account chiamato Mario De Luise ha fatto girare uno scatto preso dai funerali di Emmanuel, l’uomo ucciso a Fermo, sostenendo che la ministra e la Boldrini fossero intervenute alle inesistenti esequie di Riina. Tutto ciò è ancora lì. Perché?

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L’account chiamato Mario De Luise ieri è riuscito nel capolavoro di diventare la barzelletta di Facebook per aver pubblicato sul suo profilo una foto con la scritta “Guardate chi c’era a dare l’ultimo saluto a Totò Riina”, ovviamente falsa visto che ritraeva, tra gli altri, Maria Elena Boschi e Laura Boldrini al funerale di  Emmanuel Chidi Nnamdi, l’uomo di nazionalità nigeriana morto dopo una rissa con Amedeo Mancini a Fermo.

La foto bufala di Boschi e Boldrini al funerale di Riina

Secondo quanto è scritto nel profilo, la persona sarebbe un infermiere professionale che lavora all’ospedale Pertini. C’è da segnalare che nessuno sembra essersi accorto del credit che si trova sulla foto, ovvero quello della pagina Facebook Amici dello Scalcio (ma il meme non c’è sulla loro pagina).
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Così come è divertente notare che quando tra i commenti qualcuno ha fatto notare che la foto non riguardava nessun fantomatico “ultimo saluto” a Totò Riina c’è chi ha avuto il coraggio di scrivere che alla fin fine, anche se era una bufala, andava bene lo stesso. Guarda caso, la stessa motivazione che ha dato ieri Mattia Feltri per giustificare la clamorosa topica sulla sposa bambina pubblicata in prima pagina sulla Stampa nonostante le smentite arrivate dalle 17 del giorno prima.
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I fotomontaggi della gggente

“Guardate questo profilo, spero falso. Guardate che schifo. Sono mesi che subisco e subiamo di tutto, ma qui si passa il limite. Tirano in ballo persino il capo della mafia contro di noi. Dobbiamo dire basta alle falsità e all’odio. Dobbiamo difendere la verità”, ha scritto Maria Elena Boschi su Twitter. D’altro canto, di Maria Elena Boschi circola da anni una falsa foto in perizoma che è arrivata persino in USA, mentre è inutile ricordare la persecuzione via fake news che da anni subisce Laura Boldrini. Mentre non ha certo aiutato il fatto che l’account avesse nella foto profilo l’invito a votare un partito politico (il MoVimento 5 Stelle). E stupisce che nonostante le migliaia di commenti che lo avvertono della bufala il tizio non abbia ancora pensato di cancellare la foto, ma l’abbia invece ricondivisa più volte.
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Ma basta dare un’occhiata al resto del profilo di Mario De Luise per notare che il proprietario dell’account utilizza Facebook proprio per condividere  e “far girare” i tanti “fotomontaggi dellagggente” che da secoli ormai circolano sul social network e diffamano politici e cittadini senza che Facebook si sia mai posto il problema di combatterne la proliferazione. Non solo: la foto, nonostante le millemila segnalazioni che saranno arrivate ieri sulla scorta delle denunce pubbliche della ministra, si trova allegramente ancora lì, così come l’intero profilo. Facebook, che ieri si è scusato con la figlia di Totò Riina per aver eliminato un post che conteneva messaggi di condoglianze per la morte del padre, non ha ritenuto di dover rimuovere lo scatto. Lo stesso Facebook che elargisce ban a chi usa parole come “negro” anche in senso ironico. Ecco cosa ci insegna questa vicenda: la gggente continuerà allegramente a condividere queste cose e se ne fregherà del fatto che sono false e i social network continueranno a dare spazio perché sviluppano flame che aumentano il tempo passato dagli utenti nel sito. Combattere queste cose è come governare gli italiani: non impossibile, ma inutile.

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