Le finte liberalizzazioni di Matteo Renzi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-02-20

I farmacisti riescono a bloccare la vendita dei farmaci di fascia C e quelle sulle parafarmacie. Buoni i risultati sulle assicurazioni, niente su NCC e UBER nonostante le premesse. Ora tutto al parlamento, dove le lobby avranno ancora campo libero

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Alla fine il disegno di legge sulla concorrenza del governo Renzi segue il destino della maggior parte dei provvedimenti dell’esecutivo: è un bluff. Sconti e norme anti-frode per le assicurazioni, portabilità dei fondi pensione, abolizione del mercato tutelato dell’energia, misure di semplificazione per gli atti notarili sono i punti positivi del provvedimento che comunque adesso dovrà passare al vaglio delle Camere, dove rischia di essere depotenziato. Rimangono fuori dal provvedimento invece le norme che liberalizzavano la vendite dei farmaci di fascia C fuori dal circuito delle farmacie e quelle su Uber e NCC.
 
LE FINTE LIBERALIZZAZIONI DI MATTEO RENZI
Viene previsto l’obbligo di sconti significativi nel campo della RC Auto se l’automobilista accetta clausole finalizzate al contenimento dei costi o al contrasto delle frodi come l’installazione della scatola nera e di rilevatori del tasso alcolemico, ispezioni preventive dei veicoli e il risarcimento presso officine convenzionate. Altre norme riguardano l’obbligo di indicare i testimoni, in caso di incidenti con soli danni alle cose, non oltre il momento della denuncia, la possibilita’ di recesso dalle polizze accessorie allo scadere della polizza principale, il conferimento all’IVASS dei poteri di controllo e monitoraggio sull’attuazione delle nuove norme. Niente di fatto invece sui porti, per i quali se ne riparlerà, su pressing del ministro Lupi con la riforma della portualità, così come sui farmaci di fascia C, che si continueranno a vendere solo in farmacia, tra le proteste di parafarmacisti e consumatori e l’esultanza della categoria. Sui medicinali con ricetta (ma a carico dei cittadini) si era consumata una battaglia alla luce del sole tra la titolare della Salute, Beatrice Lorenzin, e il ministro dello Sviluppo Federica Guidi. Tanto che il ministro di Ncd ha twittato la sua “vittoria”, che chiaramente è anche quella “dei cittadini”, a Consiglio dei ministri ancora in corso. «Il provvedimento approvato premia il capitale posseduto e non la professionalità e men che meno il titolo di studio», dichiara il presidente della Federazione nazionale parafarmacie italiane, Davide Gullotta, commentando lo stralcio della liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C fuori dalle farmacie dal ddl concorrenza. «Assurdo: da un lato – osserva – si impedisce ad un farmacista in parafarmacia di dispensare i farmaci con obbligo di ricetta e allo stesso tempo si permetta ai non farmacisti di diventare proprietari di farmacie». Il Premier Renzi, continua Gullotta, «non ha scalfito neanche di una virgola le rendite di posizione dei soliti noti: restiamo un paese che di liberalizzazioni si riempie soltanto la bocca. La lobby dei poteri forti ha asfaltato tutta l’Italia ancora una volta».  Si lamentano anche i notai, ma questo è un buon segno:  «Con il disegno di legge sulla concorrenza approvato oggi dal Consiglio dei Ministri, che consente alcune transazioni immobiliari e societarie senza controllo notarile, il sistema Paese, e in particolare le fasce più deboli dei cittadini, saranno esposte a forti rischi di criminalità, abusi e frodi con un grave danno economico e sociale», dice il commento del Consiglio nazionale del Notariato sul Ddl concorrenza. Per il Notariato, «la rimozione per tali atti, infatti, del regime dei controlli di legalità affidati al notariato, porterà ad una inevitabile rarefazione delle verifiche in materia di antiriciclaggio (oggi il 91% delle segnalazioni delle professioni provengono da notai), minando l’affidabilità dei pubblici registri».
 
I TAXI VINCONO ANCORA, LE TLC NO
Su fondi pensione, tlc e Poste, viene prevista la piena facoltà di portabilità per i lavoratori dei propri contributi pensionistici, eliminando la possibilità per i contratti di lavoro nazionali di inserire vincoli e condizioni anche in relazione alla quota di spettanza del datore di lavoro. Viene rimosso anche il vincolo, per il fondo di trovare sottoscrittori solo all’interno della categoria professionale di riferimento. Per favorire la mobilita’ della domanda nei mercati della pay-tv, della telefonia fissa e mobile e di Internet, vengono semplificate le procedure di identificazione dei clienti per la migrazione e viene prevista la trasparenza sulle penali in caso di recesso anticipato dal contratto. L’entità della penale, inoltre, dovrà essere legata ai costi effettivamente sostenuti dall’operatore in caso di promozioni. Per allargare ulteriormente la concorrenza viene eliminata la riserva di Poste Italiane sulla spedizione degli atti giudiziari e delle notifiche di sanzione da parte della Pubblica amministrazione. Per le banche vengono previste norme sui costi delle chiamate per l’assistenza ai clienti che non potranno superare le tariffe per l’ordinaria chiamata urbana; saranno introdotti strumenti di comparabilita’ delle offerte di servizi; un apposito sito Internet dovrà garantire la trasparenza nella vendita di polizze assicurative accessorie ai contratti di finanziamento e ai mutui. Saltano però le norme per NCC e UBER: . Il ddl concorrenza, che presentava nella bozza entrata al Cdm un articolo dedicato alla ‘Eliminazione delle distorsioni concorrenziali per gli autoservizi di trasporto pubblico non di linea’, secondo quanto si apprende non contiene queste misure. La norma mirava ad abolire gli elementi di discriminazione competitiva tra i servizi di taxi e di noleggio con conducente in una prospettiva di piena sostituibilità tra i due servizi.
 

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