Quando il candidato dei grillini abboccava alle bufale sul caso Moro

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-01-28

Ferdinando Imposimato è tra i nomi che gli attivisti del MoVimento 5 Stelle potranno scegliere nelle Quirinarie. Di Imposimato si parlava già da un po’, come candidato ideale dei grillini al Quirinale. E varrebbe la pena rifletterci un po’. Come dimenticare, infatti, che nel luglio 2013 l’ex magistrato pubblicizzava con molta enfasi un libro che prometteva …

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Ferdinando Imposimato è tra i nomi che gli attivisti del MoVimento 5 Stelle potranno scegliere nelle Quirinarie. Di Imposimato si parlava già da un po’, come candidato ideale dei grillini al Quirinale. E varrebbe la pena rifletterci un po’. Come dimenticare, infatti, che nel luglio 2013 l’ex magistrato pubblicizzava con molta enfasi un libro che prometteva grandiose rivelazioni sul caso di Aldo Moro?
ferdinando imposimato moro
E vi ricordate come è finita la storia?

Altro che rivelazioni inedite ed esclusive in grado di far luce sul caso Moro. Dietro le principali novità del libro «I 55 giorni che hanno cambiato l’Italia» di Ferdinando Imposimato si nasconde una fonte che per la procura di Roma è un impostore. Di più un calunniatore. Si tratta dell’ex brigadiere della Guardia di finanza in pensione Giovanni Ladu, 57 anni, cagliaritano di origini ma residente da tempo a Novara, che con l’autore del libro si è spacciato per un ufficiale di Gladio con nome da battaglia Oscar Puddu.
L’inchiesta a cura del pm Luca Palamara rivela che dietro le email ricevute da Imposimato – che da giudice istruttore si occupò del sequestro Moro – a firma Oscar Puddu c’è in realtà Ladu. Il quale già nel 2008 contattò Imposimato, dopo aver letto il suo libro sempre su Moro «Doveva morire», e gli consegnò un memoria dattiloscritta su particolari relativi al sequestro dell’ex presidente della Democrazia cristiana. Ladu all’epoca consegnò lo stesso documento anche alla Procura di Roma. Vennero aperte delle indagini ma il caso fu poi archiviato. Oggi invece Ladu – che sotto le mentite spoglie di Puddu, ha ripetuto, arricchendoli, i vecchi racconti – viene indagato per calunnia, avendo appunto infangato molte persone. Si legge infatti nel decreto di perquisizione che Puddu-Ladu «incolpava, pur sapendoli innocenti, i vertici istituzionali e militari, nonché le autorità di polizia giudiziaria dell’epoca, di essere stati a conoscenza del luogo nel quale l’onorevole Aldo Moro era tenuto ostaggio della Brigate Rosse».

Come presidente della Repubblica, magari, servirebbe qualcuno più accorto.

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