Le belle risposte alla mamma no vax che si indigna perché il figlio non può giocare a rugby

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-10-06

Una mamma si arrabbia perché il figlio Felipe non potrà giocare a rugby visto che lei non vuole vaccinarlo contro il tetano. Ma lo status della pagina Facebook che ospita il suo sfogo si riempie di persone che le spiegano che sta sbagliando. Per una volta

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Dove andremo a finire, signora mia? La pagina Facebook Sistemi innati e abilità specifiche ha pubblicato qualche giorno fa un post in cui una mamma si arrabbia perché suo figlio non potrà più giocare a rugby visto che lei non vuole vaccinarlo contro il tetano.

Rugby e vaccinazione tetano: il post della mamma di Felipe

La donna pubblica il suo sfogo sulla pagina, lo firma e mette anche una foto del bambino non censurata. Questo è il suo status:

Dove andremo a finire?
Felipe, 8 anni e mezzo, giocaVA a Rugby, a Bassano del Grappa (VI), uno sport che gli piace molto. Da ieri però non potrà più farlo perché non ha presentato la certificazione dell’anti-tetanica, da questa stagione resa obbligatoria dalla stessa Federazione Italiana Rugby, immagino per un solidale allineamento al Decreto Lorenzin. Nessuna liberatoria è stata presa in considerazione.
Iniziamo con l’estromettere i bambini dalle scuole, dagli ambiti sportivi, poi? Ci metteranno a sedere negli ultimi posti degli autobus? Ci faranno indossare una lettera scarlatta per riconoscerci? Avremmo nelle piazze delle città più belle d’italia due fontanelle dove poter bere “vaccinati” “ non vaccinati”? Le scuole diversificate già ci sono, cosa succederà ancora? Si creeranno gruppi di estremisti che, ormai assuefatti dalla paura per il diverso (le malattie nel nostro caso) ci rincorreranno per spaventarci, menarci e davanti alle nostre case incendiare croci? Ma a voi, ricorda qualcosa?
Si certo, il parallelismo può sembrare audace, forse fuori luogo, ma siamo davvero così lontani da tutto questo?
L’ignoranza genera paura che a sua volta genera odio che a sua volta genera intolleranza e violenza e tutto questo è l’antitesi della libertà, unica strada verso l’evoluzione.

elisabetta pevarello felipe tetano vaccinazione rugby 5
Quello che Elisabetta Pevarello, mamma di Felipe, non sa è che la vaccinazione per il tetano è obbligatoria da ben prima del decreto Lorenzin per tutti gli atleti che fanno rugby dai 12 ai 42 anni. Per i minori di dodici anni, invece, si deve presentare un certificato di idoneità e insieme anche la documentazione sulla vaccinazione. In rete è possibile anche trovare liberatorie che risalgono al 2015 dalle quali si evince che l’obbligo è già in vigore: «Il certificato di idoneità agonistica e il certificato di buona salute, che ha validità annuale dalla data del rilascio, ed il certificato dell’avvenuta vaccinazione anti-tetanica, vanno conservati agli atti della Società».

Vaccini, rugby, azione e reazione

Ma il punto non è tanto questo. Il punto è che proprio la pagina Facebook, dopo che il post ha cominciato a circolare, si è riempita di persone che hanno spiegato che a prescindere dall’obbligo la vaccinazione antitetanica è necessaria: “Il tetano è una malattia ubiquitaria causata non da un batterio ma dalla tossina contenuta nelle spore. Queste sopravvivono a condizioni climatiche estreme! Si prende quando in una ferita questa spora riesce ad entrare. Ok ci sono le immunoglobuline, ma non dubitiamo che i NOVAX e la loro sapienza rifiuterebbero pure quelle. Il tetano qualora preso e inizialemente trascurato nel giro di qualche giorno penetra nei nervi periferifi e nel 50% scarso dei casi conduce a morte per paralisi spastica, non una tranquilla morte nel sonno, e in ogni caso pur sempre una morte. Al bambino che adora giocare a rugby bisognerà spiegare che lui non ha colpe se la madre crede alle favole, ai blog dei ciarlatani, ai filmati di youtube di bill gates palesemente fake, ai filmati di troll che non sono medici e che si scagliano contro i vaccini perculando, e che è solo stato sfortunato, ma che forse un giorno capirà che la madre non l’ha fatto con cattiveria”, scrive ad esempio Massimiliano.
rugby tetano
 
“No ma non vacciniamo per situazioni a rischio… Poi però gli stessi genitori che protestano contro la società sportiva per obbligare gli iscritti al vaccino, saranno i primi a pretendere soldi dall’assicurazione e dalla società stessa se il loro figlio avrà problemi derivati dall’aver sviluppato la malattia”, aggiunge Massimo. “io ho fatto equitazione per molto tempo e in quanto sport a rischio tetano l’antitetanica era obbligatoria…. e reputo ciò una decisione giusta e sensata…. il vivere in società significa rispettare regole e soprattutto se queste regole servono per la sicurezza pubblica!”, spiega Federica. E ancora: “Volete sapere perché è obbligatoria? Perché vista l’elevata possibilità di farsi male praticando sport all’aperto, chiunque potrebbe richiedere furbescamente un indennizzo, senza una adeguata informazione medico sanitaria alla federazione o alla società sportiva”.
tetano vaccini
 

I commenti al post della mamma che non vuole vaccinare il figlio per il tetano

Insieme a commenti che deridono o accusano la madre del bambino (e ai moltissimi no-vax), ci sono molti che invitano semplicemente la mamma a vaccinare il bambino: «Signora, sappia che si risolve tutto facendo il vaccino al figlio!! 🙂 facile, veloce, micropunturina quasi indolore, parola di nanetto di un anno!!! E finiamola di seguire solo le leggi che ci fanno comodo: c’è l’obbligo, lo rispetti e vedrà che il bambino potrà tornare a giocare a rugby».
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Ma l’arma migliore rimane sempre il sarcasmo, come spiega Stefano: «Ma visto che da quest’anno è entrata in vigore una legge che obbliga le società a tenere un defibrillatore a bordo campo perché non protestare anche per quella? È la lobby dei produttori di defibrillatori che la ha voluta! È vergognoso ledere il diritto di un bambino che vuole fare sport e obbligarlo a fare un elettrocardiogramma sotto sforzo! Del resto l’insufficienza cardiaca non è contagiosa e non mette a rischio la salute degli altri bambini!».

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