«Fedez, un ceffone è niente se pensi ai bimbi del Burundi»

Filippo Facci percula il rapper in solidarietà con l'EXPO

Ieri Fedez ha deciso di movimentarsi la giornata pubblicando un paio di tweet di solidarietà nei confronti di chi ha protestato per l’EXPO imbrattando Milano:

Oggi Filippo Facci, dopo la mezza rissa di ieri, gli risponde su Libero:



Vediamo un po’, oggi potrei andarmene in giro a cercare Fedez – un rapper brufoloso che ci fa rimpiangere «Gimme five!» di Jovanotti – e magari tirargli un paio di sberle, dopodiché potrei dirgli: «Ma che vuoi, che cos’è un ceffone in confronto alla fame nel mondo?». Lui chiamerebbe l’ambulanza ma io insisterei: «Un ceffone non è niente se pensi ai bambini del Burundi». Al che mi porterebbero alla neuro e pure in fretta, main ambulanza vorrei anche lui, Fedez – purché non canti – e questo perché ieri ha sparato cazzate ancora peggiori delle mie: «I danni dei NoExpo», ipse dixit, «sono poca cosa in confronto alle infiltrazioni mafiose e le speculazioni economiche».
Parentesi: la fame nel mondo almeno è una cosa seria, Fedez invece non sa neppure di che parla. Pazienza, è un modo di farsi notare – accontentato, ci siamo cascati – ed è un modo di schierarsi coi minorati che ieri hanno imbrattato muri e danneggiato vetrine. E voi direte: ma stai a occuparti di un rapper per bambine? Giusto, ma occorre capire che il livello – quello dei vandali NoExpo – è esattamente quello, bisogna farci i conti, e capirli, adottarne il linguaggio, lasciarli liberi di esprimersi: magari durante l’ora d’aria. I decerebrati NoExpo hanno il loro menestrello. Che ieri, poi, ha aggiunto: «Gli edifici imbrattati sono proteste, non vandalismo». E qui tirerei la terza sberla, perché non sono sberle: sono proteste anche le mie. E non c’è niente da capire, cantava uno che cantava davvero.