Gli applausi al funerale dell’uomo che ha ucciso la moglie

Categorie: Opinioni

Da una parte gli applausi per Marco Del Vincio, dall’altra la chiesa vuota per Ines Sandra Trapperi. È successo a Cetona in provincia di Siena nel giorno del funerale del 41enne agricoltore che lo scorso 6 luglio ha ucciso  la moglie, una 40enne di origine venezuelana, soffocandola per poi togliersi la vita dopo essere fuggito in un bosco poco lontano da casa. La vicenda degli applausi al funerale dell’uomo era già uscita nei giorni scorsi sulla stampa locale dove era anche emerso che ai funerali della donna, giovedì scorso, c’erano pochissime persone mentre a quelli dell’uomo, il giorno dopo, gran parte del paese era presente e in tanti hanno applaudito all’uscita del feretro. Ma dal comportamento dei suoi concittadini si è voluta dissociare anche Eva Barbanera, sindaca di Cetona:



In un lungo post su Facebook la sindaca ha scritto: “Sono persona diretta e franca, mi spetta arrivati ad oggi non tacere su quello che ho visto e sentito, se è vero che in qualche maniera il sindaco rappresenta la propria comunità quasi con il ruolo di un padre di famiglia. L’affetto che molti provavano per M. dopo decenni di amicizia non può in nessun modo dar luogo alla rimozione di quello che è successo nelle ultime ore della sua vita. Le colpe di S., se ce ne sono state, non devono mai portare nessuno nemmeno a sfiorare l’idea che in qualche modo siano una giustificazione per quello che è successo. S. ha perso la vita per mano di un altro essere umano. Non ha avuto possibilità di scelta. Il fatto che il marito sino a quel momento sia stato un’ottima persona non cambia e non giustifica il fatto che ha scelto di togliere la vita alla moglie, prima di scegliere di toglierla anche a sé stesso. Sono state dette e scritte parole che hanno tutelato la memoria dell’uno con molta più pietà di quanto abbiamo tutelato la memoria dell’altra. Le frasi dette con il tono del ‘si è vero lui, ma però lei … ‘ sono state troppe”. E infine: “Non si applaude al funerale di una persona che ha ucciso. E se posso comprendere magari l’incipit di un movimento istintivo, ma l’istintività in alcuni momenti andrebbe controllata, non comprendo affatto chi si prodiga in giri di parole per giustificarlo. Non si fa. Punto. Se non si capisce il motivo di quanto sto dicendo, è chiaro che emerge la necessità di una lunga riflessione. Mi dispiace non potere ora, mentre scrivo, farvi percepire l’immagine che ho scolpita nella mente di M., il babbo di M., mentre accompagnavamo al cimitero la bara di S.. Forse aiuterebbe tutti noi a capire la delicatezza con cui avremmo dovuto agire”.



Leggi sull’argomento: La caccia ai 49 milioni della Lega entra nel vivo