Il nostro mondo è reale?

Categorie: Opinioni

L’altro giorno ho avuto uno scambio di battute con un collega di Legge. Mi son reso conto della profonda differenza della forma mentis scientifica rispetto a quella dei cultori di scienze giuridiche. Noi siamo abituati ad avere un approccio lineare: un evento non può essere contemporaneamente bianco o nero. In ambito legale esiste invece l’interpretrazione giuridica. Questa comporta l’analisi e la formulazione di una o più ipotesi circa il significato e, contestualmente, la risoluzione di potenziali conflitti che possono insorgere nella sua applicazione. L’attività interpretativa diventa vincolante soltanto quando sia compiuta dalla magistratura e l’interpretazione della legge, grazie alla quale il giudice giunge alla decisione del caso, svolge il suo ruolo autoritativo solo nei confronti delle parti del giudizio. Ora vi sono sì differenze fra common law basata maggiormente sui precedenti giurisprudenziali e la civil law basata sulla codificazione al fine di evitare scenari fattuali specifici, ma la sostanza è che per un giurista non esiste una verità assoluta. Un oggetto può essere contemporaneamente bianco e nero.



Mentre stavo pensando che la Scienza si base sulla oggettività dei fatti mentre la Legge sulla soggettività dell’interpretazione ho riflettuto che gli ultimi sviluppi della fisica quantistica stanno dicendo che anche la Scienza è fortemente interpretativa. Nell’esperimento di Young, se viene fatta passare della luce attraverso una doppia fenditura, si vede che ha natura ondulatoria in quanto si genera il fenomeno dell’ interferenza ondosa. Incredibilmente questo fenomeno d’interferenza si ripete anche quando si proietta un solo elettrone alla volta. È come se ogni singolo elettrone potesse avere un’interferenza con se stesso. Al fine di capire meglio cosa effettivamente stesse capitando, i fisici hanno posto una luce leggera che illuminava ciascuna delle fenditure. Quando l’elettrone passava attraverso la fenditura, la luce veniva perturbata, permettendo così di individuare esattamente la fenditura attraversata. Beh, in questo caso, ancora più incredibilmente, il fenomeno del’interferenza scompariva. L’unica spiegazione possibile è che modificare l’approccio ad un esperimento comporta una variazione nel risultato finale. Alla faccia dell’oggettività della Scienza… Ma i fisici non si sono fermati qui. L’idea successiva è stata quella prima di utilizzare i fotoni per determinare quale fessura fosse attraversata, e subito poi “distruggere” questa informazione prima di osservare lo schermo finale. Questo esperimento, noto come quantum eraser experiment, ha prodotto l’“assurdo” risultato che se si distrugge l’informazione, si vedrà ancora un modello a interferenza. Riassumendo se l’elettrone viene identificato in qualche modo, non avremo mai l’interferenza; se invece non sappiamo dove è passato l’elettrone (e questo vale anche se è stata precedentemente identificata la fenditura dove è passato ma poi è stata distrutta questa informazione), allora si avrà il modello a interferenza.




Le domande sono tante: la natura è probabilistica?  L’osservatore gioca un ruolo fondamentale nel determinare cosa è reale? Ciò che è incredibile per la nostra mente razionale da scienziati è che, per il momento, non siamo in grado di dedurre se la natura sia o meno deterministica, se sia locale o non locale. La fisica ci permette di conoscere i risultati degli esperimenti che noi produciamo. Il resto è tutta un’interpretazione che assume una sua validità quando essa riesce a spiegare con successo i risultati degli esperimenti condotti. E’ chiaro che questo apre il campo ad ipotesi fantasiose (ma saranno poi così fantasiose?). Fra il serio e il faceto, Elon Musk ha proposto l’ipotesi che viviamo in una simulazione realizzata da civiltà molto più intelligenti della nostra. Secondo Musk si deve prendere in considerazione l’ipotesi di una simulazione realizzata per scopi di intrattenimento e se si assume un qualsiasi tasso di miglioramento, i giochi simulativi diventeranno prima o poi indistinguibili dalla realtà. Sarebbe poi molto difficile scoprire, per gli stessi abitanti di queste dimensioni digitali, capire che l’intero cosmo è frutto di una simulazione computerizzata e che la loro stessa esistenza non è nient’altro che una simulazione. Il mondo immaginato in Matrix potrebbe essere una buona definizione del nostro… D’altra parte il fenomeno dell’interferenza di Young sembra obbedire più a logiche di programmazione che a logiche fisiche. Senza l’ informazione in quale fenditura passa l’elettrone, il Programma genera il fenomeno dell’ interferenza, mentre quando ha l’informazione corretta, il Programma sa esattamente dove passa l’elettrone ed evita l’ingenerarsi dell’interferenza. Gli antichi pensavano a Dio come al grande Architetto…e che sia invece un grande Programmatore? Beh, rispetto alla soggettività delle Scienze Giuridiche, direi che quella della Fisica Moderna è nettamente superiore.

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