L'animalista Enrico Rizzi condannato per gli insulti al cacciatore morto

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-02-03

Il segretario del Partito Animalista Europeo aveva scritto “Infame, adesso sai cosa vuol dire morire….” dopo la notizia della morte di Diego Moltrer, oggi è arrivata la condanna in primo grado nei confronti di Rizzi che dovrà pagare trentamila euro di risarcimento danni alla famiglia del cacciatore

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Nel novembre del 2014, dopo la morte del Presidente del Consiglio Regionale del Trentino Diego Moltrer avvenuta durante una battuta di caccia Enrico Rizzi segretario nazionale del Partito Animalista Europeo aveva accolto con gioia la notizia e commentato su Facebook “Infame, adesso sai cosa vuol dire morire….” e dichiarandosi felicissimo per la morte di un cacciatore. Una dichiarazione per la quale Rizzi è stato denunciato per diffamazione dalla famiglia di Moltrer. Oggi è arrivata la sentenza di primo grado nel processo contro Rizzi che condanna il segretario del PAE a due mesi di reclusione e al pagamento di trentamila euro di risarcimento danni.
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Quando Enrico Rizzi esultava su Facebook per la morte di Diego Moltrer

A darne notizia è stato lo stesso Rizzi su Facebook che annuncia che questa sentenza di condanna non fermerà la sua voglia di combattere e di condannare chi uccide animali per hobby (Moltrer è morto di infarto). Rizzi non andrà in carcere perché la pena è stata sospesa e per chiudere la vicenda bisognerà aspettare il terzo grado di giudizio ma vale la pena ricordare come all’epoca l’uscita di Rizzi avesse scatenato la rabbia dei concittadini di Moltrer e anche quella di alcuni parlamentari tra cui quella del senatore trentino Franco Panizza del Patt (lo stesso partito di Moltrer). Dal canto sui l’attivista dei diritti degli animali aveva invece ricevuto la solidarietà di molti animalisti che si erano schierati per sostenerlo. Il fatto che gli animalisti festeggino ogni volta che un cacciatore muore, che sia per un incidente di caccia o per altre cause, è uno dei leit motiv della lotta animalista che per andare avanti spesso e volentieri si nutre di odio: quello che sputano nei confronti dei “criminali” di turno e quello che ricevono in cambio dagli altri. Non contento di quello che aveva scritto su Facebook Rizzi – che era evidentemente felice di cotanta popolarità – aveva ribadito il suo pensiero e il suo giudizio anche nei giorni successivi, ad esempio in questa intervista concessa alla Zanzara di Radio 24, il programma condotto da Giuseppe Cruciani.

Rizzi oggi definisce mostruoso il risarcimento danni stabilito dalla sentenza di condanna ma va ricordato che nel marzo del 2016 il tribunale ordinario di Trento aveva emesso un decreto penale di condanna che lo condannava a pagare un’ammenda da 700 euro. Rizzi aveva fatto sapere di non aver mai ricevuto la notifica del decreto – e quindi accusando i giornalisti di aver scritto il falso – ma di essere pronto “un minuto dopo” a fare opposizione “per far fare a questi mentecatti una figura barbina in aula di Tribunale” aggiungendo di non vedere l’ora.
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L’avvocato di Rizzi aveva fatto sapere che eventualmente la battaglia in aula contro “questi sedicenti danneggiati” (ovvero la famiglia di Moltrer che si è costituita parte civile) “sarebbe stata durissima”. Il fatto che si sia arrivati a processo significa quindi che quello che Rizzi definiva “fantomatico decreto penale di condanna” tanto poi fantomatico non era visto che il procedimento è partito proprio perché il segretario del PAE si è opposto al pagamento della multa, pagamento con il quale il reato sarebbe stato considerato estinto. Per il momento la figura barbina in Tribunale nei confronti di “quei mentecatti” è rimandata al prossimo grado di giudizio visto che Rizzi ha detto che ricorrerà in appello.

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