Chi ha incastrato il piccione di Carlo Cracco?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-03-04

Chi sono gli animalisti dell’AIDAA? La storia di Lorenzo Croce e di un povero fax maltrattato per mandare comunicati nella speranza che i giornali abbocchino. La storia insegna che ogni mattina si alzano dal proprio letto un furbo e un frescone. Se s’incontrano, l’affare è fatto

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Lorenzo Croce è fondatore, presidente dell’AIDAA l’associazione che ha presentato un esposto contro lo chef Carlo Cracco colpevole di aver cucinato a Masterchef un piatto a base di piccione, a loro dire una specie protetta. Oggi, mentre racconta del blitz vegano nel suo locale al grido di “Chef Assassino”, Repubblica lo intervista proprio in merito alla questione del “piccione protetto” che il cuoco avrebbe invece cucinato in spregio alle leggi. Tutte balle, ovviamente.

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Le querele di Lorenzo Croce, meglio dei romanzi di fantascienza

Come i piccioni, merda dall’alto

L’ineffabile Lorenzo Croce, del quale ricorderemo solo la ridicola battaglia contro Vittorio Sgarbi per dare dignità alle capre, spesso trova pubblicità grazie ai giornali che riprendono le sue “denunzie”, e da qualche tempo lui e l’AIDAA sono protagonisti anche sulle pagine di Repubblica. Il 28 febbraio il quotidiano dava notizia della sua iniziativa contro Cracco e oggi pubblica un’intervista a firma di Simone Bianchin nella quale ribadisce che il piccione non può essere mangiato e chi lo fa deve essere denunciato all’autorità giudiziaria.

Noi pensiamo che sia altrettanto interessante riportare la nota di Ermanno Giudici, presidente ENPA Milano (citato frettolosamente nell’intervista, che non spiegava la sua argomentazione) a proposito della vicenda.

Le associazioni come AIDAA non sono associazioni animaliste ma solo organizzazioni inesistenti o quasi che grazie al sonno della ragione dei media, che pubblicherebbero qualsiasi cosa possa far notizia, acriticamente, riescono ad avere spazio sui giornali.
Come presidente di ENPA Milano mi vergogno che solo lontanamente qualcuno possa abbinare il nome di AIDAA e del suo presidente Lorenzo Croce al tema della difesa dei diritti animali. Le denunce presentate, come questa, ottengono gli onori della cronaca soltanto per la notorietà dei denunciati, non certo per la sussistenza delle accuse. Dopo aver denunciato Sgarbi per aver “insultato” le capre ora è il turno di Cracco per un’inesistente violazione penale.
I redattori di Repubblica dovrebbero fare un’autocritica sulla scelta di dare spazio a simili notizie, ridicole, destituite da ogni fondamento e davvero insultanti nei confronti di chi lavora seriamente. Lorenzo Croce e AIDAA non dovrebbero trovare spazio sui giornali e sui media in genere: è come dare spazio ad Arlecchino per una notizia seria.

Naturalmente Croce non ha le prove che quello cucinato da Cracco fosse un piccione selvatico, mentre è molto probabile che si trattasse di un piccione d’allevamento che al pari del pollame viene allevato per la sua carne. Inoltre, come fa notare Bufale un tanto al chilo, Croce ha pure sbagliato i riferimenti normativi e omette di dire che la legge – la stessa in base alla quale vuole denunciare Cracco – consente l’allevamento di fauna selvatica a scopo alimentare. Come dire, circolate: non c’è nulla da vedere e al solito i comunicati vanno bene al massimo per intasare i tribunali. O pulire il guano di piccione.
 

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